Accanto cioè alla storia principale, a quella cioè che costituisce la trama-guida del racconto (del blogtale –> per saperne di più sul blogtale –> Cos’è il blogtale?) si può pensare di delineare una storia minore, che apra a nuovi scenari e nuove prospettive di fabulazione abbattendo la linearità e la fissità della trama prioritaria.
Per la limitatezza propria della storia minima, di cui più volte ho parlato in queste pagine (e che mal sopporterebbe una seconda traccia ‘importante’ accanto a quella principale) la traccia secondaria deve essere perlopiù di intensità minore (e ancora più breve) e può essere agevolmente utilizzata per raggiungere diverse finalità di cui parlerò tra poco.
È bene però precisare subito che la storia accessoria può rimanere sia parallela a quella fondamentale, vale a dire sullo sfondo come episodio staccato e di contorno, sia addirittura interrelarsi con la stessa, soluzione quest’ultima certamente preferibile perché accentua lo spessore del racconto.
Tra i tanti esempi che potrebbero essere fatti eccone uno in concreto.
Nel post ‘Markus’ (–> Markus) pubblicato su questo stesso Blog, accanto all’episodio centrale della storia, che si raccoglie attorno all’incontro tra i due protagonisti Markus e Chris, si muove un subintreccio proprio del tipo cui ho appena fatto qui riferimento.
Si tratta in particolare del gruppo di persone (notato da Chris, il personaggio del racconto) che sta attendendo pazientemente che il display degli arrivi (il fatto si volge all’interno di una stazione ferroviaria) indichi il treno e il relativo binario.
Si legge nel racconto: Intanto l’altoparlante della stazione aveva appena annunciato l’arrivo di un treno ad alta velocità. Un gruppo di persone, che fino a quel momento era rimasto immobile tra distributrici di biglietti e operai sfaccendati, si mosse come un gregge spaventato verso lo stesso binario. Chris, in attesa, anche lui in stazione, di incontrare il famoso Markus, ha l’impressione che l’altoparlante si diverta ogni cinque minuti a spostare lo stesso gruppo da una parte all’altra della stazione. Ovviamente non poteva essere così, ma pareva proprio.
Così inquadrato, il sottoepisodio nella sua dinamicità e peculiarità comportamentale (un gruppo di persone è posto fittiziamente, dal punto di vista narrativo, in balia del condizionamento indotto di un altoparlante, quasi fosse composto da semplici automi) viene ripreso di lì a poco, appena dopo l’incontro tra i due personaggi, allorquando Chris rimane sconcertato da quello che Markus gli dice (Chris si guardò in giro come avesse voluto chiedere aiuto, magari proprio a quel gruppo di viaggiatori che nel frattempo si stava spostando senza lamentarsi su di un altro marciapiede.)
Qui dunque il subintreccio, che come si nota è minimo come minima è del resto la storia principale, ha la capacità di allungare, per la sua diversività rispetto alla tematica introdotta, l’effetto della storia primaria radicandola nel contesto dell’azione e imponendo nel contempo una distanza di rispetto tra i vari segmenti narrativi di cui il blogtale è composto realizzando una proficua e reciproca valorizzazione drammaturgica del testo.
Perché questa tecnica, qui tratteggiata, funzioni occorre che la sottotraccia sia costituita da una minitrama, abbia in altre parole un inizio, una evoluzione e una conclusione di senso compiuto con una generale connotazione accattivante per la sua singolarità o stranezza (o apparente estraneità). Se manca la progressione narratologica si tratta solo di un mero fotogramma fisso, di una pennellata narrativa, di una mera descrizione e non costituisce subintreccio.
In altre parole, se la storia è cupa, la substoria potrà essere leggera (anziché ‘gotica’), se l’intreccio principale è dolce e romantico, il subintreccio potrebbe essere amaro o cinico (anziché sdolcinato).
Con questa metodica si può quindi lavorare egregiamente su più registri narrativi, a dispetto della limitatezza del blogtale, accedendo, con un attento contro bilanciamento di sfumature, a più colori tra quelli disponibili sulla tavolozza pittorica del racconto.
[space]
IN CONCLUSIONE
Dunque, ricapitolando, di cosa si è parlato in questa pagina:
la creazione di storie parallele o intersecanti quella principale introduce varietà e profondità alla storia; il subintreccio necessita di attenzione perché ha una propria autonomia e proprie esigenze narrative.
[space]
Dai un’occhiata al libro SCRITTURA CREATIVA – ISTRUZIONI PER L’USO
[space]
[space]
-
Scarica gratis le Pillole di Scrittura creativa, un agile eBook sul mondo della scrittura creativa;
-
Scarica il gioco gratuito (un puzzle digitale per Win e MacOS);
[space]
↵↵ torna all’indice Scrittura creativa
- Un esame di coscienza prima di mettersi a scrivere
- Il lettore, questo sconosciuto – Il co-protagonista creativo
- Oralità e scrittura – Un dualismo ricorsivo senza fine
- Testo olografo, meccanico, tipografico e digitale
- Quale mezzo usare per sentirsi a proprio agio con la scrittura?
- La punteggiatura? – Un argomento importante da non trascurare
- Come usare il punto e virgola e non pentirsene
- Come usare la virgola e non pentirsene
- Come usare il punto e i punti di sospensione e non pentirsene
- Lingua, lessico e linguaggio – Differenze tra concetti simili
- L’approccio modulare al racconto prima di scriverlo
- Un luogo tutto mio che mi aiuti a scrivere meglio
- La pluridimensionalità del tempo nel racconto
- Come farsi venire in mente una buona idea per un racconto
- La scelta della persona narrante, il punto di vista dell’Autore
- La fabula e l’intreccio del racconto
- Prendere spunto dalla realtà per creare un buon Personaggio
- Una scheda per meglio gestire ogni Personaggio
- Come il Personaggio interagisce con gli altri Personaggi
- Assegnare al Personaggio il nome adatto
- Come allenare il muscolo della fantasia
- Come far scoccare la scintilla della creatività
- Il finale aperto del racconto. Il ruolo chiave del Lettore
- Osservare per scrivere – La realtà come spunto creativo
- Il blocco disfunzionale dello scrittore – Lo stallo ideativo
- Il valore delle parole – Dare il giusto peso a ciò che si scrive
- Quando la scrittura è musica – Un parallelismo interessante
- Lo spazio negativo tra le parole scritte. Di cosa si tratta
- Il pensiero creativo in modalità predefinita o di default
- Scrivere aiuta a scrivere meglio. La palestra del Blog
- L’effetto cinematografico nella scrittura
- La precisazione terminologica delle parole
- Il subintreccio – Come costruire storie parallele
- La cellula creativa – Da dove la storia trae origine
- L’interdipendenza narrativa – Tutte le parti della storia sono collegate
- Meno è meglio – L’editing riduttivo per valorizzare il testo
- Lasciare che il racconto sia terminato dal Lettore
- Un parallelismo tra scrittura e cucina
- L’importanza di orientarsi tra i significati delle parole
- Una tecnica utile per l’editing fai-da-te
- Il test di fluidità narrativa del racconto
- Quando la storia ti aiuta a scrivere la storia
- La routine di lavoro per favorire la creatività
- Da quale genere di letteratura voglio cominciare?
- Come mascherare il finale al Lettore
- Immedesimarsi nel racconto per entrare nel racconto
- Saperne di più su ciò che si sta scrivendo
- L’editing del testo a pubblicazione avvenuta
- La Regola del Tre – Una tecnica narrativa per rendere equilibrato il testo
- Il trattino e la lineetta negli incisi – Per non fare più confusione
- Il punto fermo e a capo nei dialoghi diretti – Per non fare più confusione
<– La precisazione terminologica delle parole
–> La cellula creativa – Da dove la storia trae origine