Cose a metà

Giovedì mattina scendo le scale di casa con il mio bel pacchettino della spazzatura quando, aperto il portone, mi accorgo che il cassonetto nella via era sparito. Subito e inconsciamente ho pensato che nella notte avessero rubato anche quello. Poi mi sono ricordato della decisione comunale (di qualche giorno fa e solo ventilata, per il vero) di toglierli anche dal quartiere di Santa Croce. E così sono rimasto con il mio sacchetto in mano, confuso, colpevole. Ma non ero il solo. Poco più in là un pensionato, disattento come me, si stava guardando attorno chiedendosi cosa avrebbe fatto della sua ‘monnezza’. Non avevo molte alternative: o facevo ‘alla napoletana’, nel senso che chiudevo gli occhi e lanciavo il sacchetto in una delle direzioni possibili o tornavo ordinatamente a casa, ‘alla svizzera’, in attesa di uniformarmi in modo disciplinato alle nuove direttive dell’autorità costituita o ancora ‘alla fiorentina’ mettendomi alla ricerca, tra moccoli e madonnine varie, di un contenitore apposito anche a costo di andare alle poste e fare un plico da spedire polemicamente all’assessore. Per fortuna ho imboccato due vicoli traversi e ho trovato appoggiato al muro un cassonetto dall’aria triste, con sopra, a forma piramidale, un cumulo vergognoso di immondizia. Insomma, è la solita storia: le macchine danno fastidio in centro? Spostiamole sui viali. I cassonetti non sono belli da vedersi nel salotto buono? Ma spostiamo pure quelli. E se spostassimo invece in periferia chi le decisioni le prende solo a metà? Non staremmo meglio?

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