Una mattina afosa – Dietro al racconto

trappola antivespeIl racconto ‘Una mattina afosa’ trae origine da un episodio reale (e attuale). Complice il caldo o chissà cos’altro, quest’anno a Poggiobrusco è l’anno delle vespe (sì perché c’è stato anche l’anno della processionaria del pino e quello delle mosche cavalline, giusto per non farmi mancare nulla).

Ho controllato anche palmo a palmo ogni angolo della casa e del tetto, caso mai avessero fatto il nido da qualche parte, ma sembra proprio non sia così. Un fenomeno, insomma, che ancora ha dell’inspiegabile se non, appunto, con il caldo eccessivo di questi ultimi tempi.

Sta di fatto che di vespe ce ne sono molte di più dell’ordinario (soprattutto nelle siepi e nella calluna) e la loro presenza è inquietante perché si ha la sensazione di averle dappertutto. Inoltre, cosa mai successa, ogni tanto entrano pure in casa seminando il panico.

Così ora, in giardino, è tutto un fiorire di ‘trappole’ antivespe, come quella in foto qui sopra, preparate da me artigianalmente, tranne il tappo giallo che si compra e che dovrebbe attirare con il suo colore queste ‘simpaticone’ (ma non erano daltoniche?); ho inserito nelle bottiglie vuoi un intruglio di aceto e miele, vuoi di zucchero e birra vuoi di detersivo per panni o cibo per gatti (se non le eliminerò del tutto, insomma, almeno avrò la soddisfazione di averle sbronze o particolarmente pulite, che è già qualcosa).

Per ora il bottino è molto magro (ho attenuto di più con un preparato in polvere da spruzzare genericamente contro insetti volanti e lo so, non si fa, ma bisogna sopravvivere) ma non demordo anche perché chi fa pubblicità a questo tipo di strumenti è entusiasta per i successi conseguiti (ma forse sono azionisti della fabbrica che produce i tappi gialli).

Il crescendo che ho avuto in mente mentre scrivevo il racconto (e che mi sarebbe piaciuto riprodurre anche solo in parte nel testo) è quello del film Uccelli di Hitchcock. Volevo in particolare ripetere il senso claustrofobico dell’assedio da parte di una minaccia inaspettata e potenzialmente letale, rappresentata, in questo caso, da insetti verso i quali l’immaginario collettivo è tutt’altro che comprensivo.

Se si pensasse, in effetti, alla eventualità che le vespe come i calabroni, i ragni come le formiche si ribellassero in modo massiccio all’uomo, sarebbero guai seri per tutti.

Avevo pensato in un primo momento, per il racconto, a un titolo del tipo ‘Lo sciame’. Ma a parte che sarebbe stato anticipatorio rispetto al contenuto della storia, sembrava anche il titolo di uno di quei film catastrofici e inguardabili che un tempo passavano per le nostre sale cinematografiche.
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3 pensieri su “Una mattina afosa – Dietro al racconto

  1. mi piace questo “dietro le quinte” del racconto. D’altra parte le storie che ci proponi sono così intense che non possono non avere un qualche aggancio con la realtà. Che è poi la realtà di molti, pensa a quanti di noi è venuto in mente il film di H. e quanti di noi hanno sentitp riacutizzarsi sia il dolore per una puntura delle maledette vespe che il terrore per la loro intrusione in cucina o nelle altre stanze della casa!

  2. Ciao…hai scelto un bel modo per sollecitare il senso di inquieto che agita l’immaginario umano…eh si …le vespe solleticano nella mente una insidia improvvisa…forse anche letale…se a grosse dosi…un consiglio se vieni punto: prova a posizionare un cucchiaino di acciaio sulla parte gonfia…passa il gonfiore!!!

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