La sindrome di Cotard – Dietro al racconto

Il racconto La sindrome di Cotard nasce da un racconto fattomi recentemente da un medico.

Mi ha riferito che una mattina gli si presenta in reparto un paziente che si lamentava di essere morto. Si trattava, a dire del mio amico, di un malato affetto dalla sindrome di Cotard, una sindrome psichiatrica caratterizzata dalla convinzione illusoria di essere, appunto, morti, di avere perso tutti gli organi vitali e tutto il proprio sangue (così si legge su Wikipedia, ma vedi anche
–> sindrome di Cotard).

Subito, ho creduto che potesse essere una battuta del mio amico, ma poi, documentandomi, ho potuto verificare che poteva essere stato effettivamente così. La fantasia ha costruito tutto il resto.

Il testo, dal punto di vista del meccanismo narrativo, gioca sul rovesciamento del piano della normalità; viene cioè nelle prime battute della storia accreditata presso il lettore una realtà (la vita di tutti i giorni) come contrapposta alla realtà rifiutata (la morte); ma, una volta chiarito che è proprio la realtà rifiutata a essere vera, si ristabilisce un nuovo ordine dei fatti (ribaltato, appunto) dove l’equilibrio ricomposto è rappresentato dalla realtà non accettata che ha preso il posto di quella irreale divenuta ordinaria.

In altre parole, il giovane del racconto non ha affatto la sindrome di Cotard come diagnosticato precipitosamente dalla infermiera del triage, ma è morto davvero. Sarà lui a convincere i presenti che in realtà è la condizione in cui tutti, in quella sala d’attesa, stanno versando. L’infermiera, così come lo zio, entrambi morti solo di recente, hanno ancora in sé, quali puri spiriti, l’eco e il riverbero della vita che è ancora preponderante rispetto ad ogni altra sensazione di morte tanto da non volerne avere (o riuscirne ad avere) la consapevolezza.

L’immagine di apertura del post è un quadro di Johnny Palacios Hidalgo, un pittore surrealista e iperrealista peruviano (nato nel 1970) dallo stile personale che esprime immagini molto forti ma piene di bellezza, che raffigurano animali e le forme femminili ( –> Johnny Palacios Hidalgo). Mi pareva si attagliasse perfettamente al tema del racconto.
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