Essere o apparire

Spesso mi è accaduto di seguire alla televisione, ma anche di incontrare durante la presentazione di un libro, l’autore che avevo avuto modo di apprezzare leggendo un suo lavoro. Ebbene, ho quasi sempre potuto constatare che l’idea che mi ero fatto di lui non corrispondeva affatto all’impressione riportata poi conoscendolo di persona. Non che fosse meglio o peggio, ma solo sostanzialmente diverso. Se in altre parole non avessi saputo chi era, certamente non gli avrei attribuito quel tal libro.

Questo accade, credo, perché ciò che una persona normalmente comunica agli altri è molto differente da ciò che è realmente. L’esteriorità comportamentale quale si manifesta nei complessi rapporti sociali e interpersonali di ognuno di noi spesso ha solo un rapporto di continenza con il suo mondo interiore quale può trovare espressione con la scrittura.

Non voglio sostenere con questo che il modo di atteggiarsi delle persone sia artefatto, costruito, insincero (per quanto a volte lo è davvero) quanto piuttosto che il nostro modo di essere risulta condizionato dall’educazione, dal carattere, dalla cultura e da mille altre variabili, cui la scrittura invece può più facilmente sottrarsi.

La scrittura e, ancora più a monte, la creatività che la gestisce, ‘pesca’ infatti nel profondo delle nostre emozioni, nel pozzo irrazionale della nostra sensibilità, che è un universo capovolto come diceva Pascal, e non deve ubbidire a regole, convenzioni sociali e strategie razionali di sorta. Questa sorta di ‘mascheramento’ è sovente addirittura inconsapevole, visto che le nostre difese di adattamento al sociale sono le più varie e spontanee.

Queste considerazioni valgono a mio avviso ancor più per i blogger. Il blog infatti, come si sa, diversamente dal libro come tradizionalmente lo intendiamo — ma le numerose case editrici on-demand, quelle cioè che pubblicano scaricando sulle tasche degli scrittori tutte le spese di ‘produzione,’ stanno cambiando anche il concetto di pubblicazione di un libro — permette al blogger la pubblicazione dei testi senza alcun filtro esterno (non vi è cioè né un editor, né un correttore di bozze, né tanto meno un direttore responsabile che impone un determinato prodotto) sicché quello che viene scritto è esattamente quello che il blogger vuole scrivere.

Da un punto di vista prettamente sociologico, dunque, i post sono ‘autentici’, genuini, tanto che non è infrequente, proprio per la carenza di un qualche controllo oggettivo, leggere qua e là non solo imprecisioni di battitura e refusi, ma anche errori di grammatica e di sintassi oltre che affermazioni avventate e imprudenti integranti persino reati.

La divaricazione tra l’apparire e l’essere, nella blogosfera, è dunque ancora più marcata in quanto meno contaminata da ‘mani altrui’. Così ho potuto constatare che blogger dalla scrittura intricata, faticosa ed ermetica erano in realtà, conoscendoli, persone semplici, estroverse, mentre altri, che spiccavano per la scrittura pulita, brillante e spiritosa, si erano dimostrati scontrosi, intrattabili persino biliosi.

Non è difficile quindi essere incuriositi da quello che un blog esprime e rimanere poi anche delusi o stupiti nel constatare quello che il blogger realmente è. È un paradosso della scrittura, ma neppure l’unico.
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1 pensiero su “Essere o apparire

  1. Ciao Briciolanellatte, l’impressione che ho è che quando si scrive, ci si cala in un proprio spazio interiore che in qualche modo rappresenta la sorgente del tuo scrivere. Mentre leggevo il tuo post, ripensavo alle volte che ho provato a scrivere qualcosa. Non sono una scrittrice, non ho mai pensato di diventarlo e posto qualcosa per puro diletto quando mi va, però mi sono resa conto che tutte le volte è presente un particolare stato emozionale che permette alle parole di fluire da sole. Mi è capitato solo una volta di conoscere una persona e avere l’opportunità di leggere dei suoi racconti e quello che posso constatare è che quegli scritti rappresentano forse la parte più intima di quella persona. Quello che invece incontri conoscendola è la sua personalità che molto spesso prevarica, nascondendola, la parte che entra in gioco scrivendo. Ti ringrazio per questo tuo post perchè mi ha permesso di osservare e sentire una cosa che non avevo mai notato finora. Buona serata. Elena

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