Kikimora (terza e ultima parte)

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puntate precedenti: MELITA, UNA BAMBINA DODICENNE CHE VIVE IN UN PAESINO DI CAMPAGNA DI TANTO TEMPO FA, DISUBBIDENDO ALLA MADRE CHE LE VIETAVA DI PASSARE PER UN CERTO SENTIERO NEL BOSCO PER TORNARE A CASA, SI IMBATTE NELLA TOMBA DI GRETA, UNA BAMBINA SLAVA MORTA QUANDO AVEVA LA SUA ETÀ. DALLA TOMBA, QUASI DEL TUTTO COPERTA DA FIORI FRESCHI APPENA RECISI, GRETA CERCA DI CONQUISTARE LA FIDUCIA DI MELITA REGALANDOLE UN PAIO DI SCARPE NUOVE CHE DESIDERAVA TANTO. IN CAMBIO, GRETA CHIEDE ALLA BAMBINA CHE SACRIFICHI SULLA SUA TOMbA, COME RITO PROPIZIATORIO DELLA LORO NUOVA AMICIZIA, UNA GALLINA RUBATA DAL POLLAIO DI SUA MADRE.


La bambina si lasciò convincere. Uccise la gallina con il coltello che aveva trovato tra la verbena e lasciò colare tutto il sangue sulla terra sopra alla tomba della bambina slava.
«Voglio fare ancora una cosa per te…» le disse Greta dopo un po’ ancora stordita per tutto quel sangue.
«Cosa?»
«Farò in modo che tu possa conoscere il tuo Eustorgio e farlo innamorare di te così un giorno lo potrai sposare.»
«Non è possibile! Lui è un Principe e io sono solo una figlia di contadini…»
«Non ti preoccupare questo è affar mio.»
«Sarebbe bellissimo. Davvero faresti questo per me?»
«Certo, ormai siamo amiche per sempre, ricordi?»
«Sì è vero.»
«Solo che dobbiamo prima compiere un rito…»
«Un filtro magico?»
«No, qualcosa di più potente ed efficace, perché il nostro progetto è molto ambizioso.»
«E cioè?»
«Devi portarmi il cuore della tua compagna di classe, Maria. Devi portamelo qui sulla mia tomba e io farò il resto…»
«Ma cosa dici?» fece lei allontanandosi di qualche metro.
«Pensaci, amica mia. Maria ti è antipatica e ti prende sempre in giro; la sua vita è insignificante, mentre tu, d’altra parte, potrai realizzare il tuo sogno e sposare la persona che più desideri al mondo.»
«Io non ho mai ucciso nessuno e non so neppure come si fa…»
«Non ti devi preoccupare, ti guiderò io. Vai oggi al fiume, verso le tre del pomeriggio. Maria sarà lì da sola al lavatoio a lavare i panni della famiglia. Tu avrai la scure che prenderai a casa tua… ti avvicinerai lentamente e le mozzerai il capo e subito dopo le aprirai il torace per rubarle il cuore e me lo porterai…»
«Ma è una cosa orribile…»
«È necessario, per il tuo futuro…» incalzò Greta.
Melita andò a casa confusa e sconvolta. Quando arrivò sui gradini trovò la madre piangente che l’aspettava.
«Nonna è morta» disse la donna in un soffio.
«Com’è possibile che sia morta, mamma» obbiettò la figlia «stava meglio, con le medicine che le ho dato…»
«Quali medicine?»
«Quelle che ho comprato l’altro giorno.»
«Non erano medicine, ma caramelle. Cosa mi stai nascondendo, figlia mia?»
«Ma allora, Greta…»
Sotto l’incalzare delle domande della madre la bambina cedette e raccontò ogni cosa. Non ci voleva credere che fosse stata ingannata in quel modo. Anche quando portò a far vedere alla madre le scarpe nuove non riusciva a vedere che in mano aveva solo sue scarpe vecchie e rotte.
«Te lo avevo detto di non passare dal bosco» la rimproverò ancora la madre «Greta è una strega e riesce a manipolare la tua mente facendoti vedere quello che tu desideri.»
«Oh mamma, mi spiace tanto averti mentito e di aver infranto la promessa che ti ho fatto.»
Passò del tempo e di quei fatti Melita ben presto si dimenticò.
Crebbe, e all’età di ventidue anni, si sposò con un bel giovane del posto che la portò a vivere in una casa nuova e spaziosa. Ebbe due bei figli. Un maschio e una femmina. Quando ebbe il terzo, al neonato diagnosticarono un brutto male e lei cadde in una brutta depressione.
Un mattino, nello scendere dal letto dopo una notte insonne, sentì nella sua testa:
«Ciao Melita, perché non mi vieni più a trovare? Posso ancora fare grandi cose per te. Ricordati che noi due saremo amiche per sempre.»

(fine)

14 pensieri su “Kikimora (terza e ultima parte)

  1. fulvialuna1 – Cammino sempre a due metri da terra, la mia testa vive tra nuvole e venti, tra leggende e figure mitologiche, tra storia e arte....Come dice mio fratello, dovrei vivere in una torre, sulla montagna più alta del mondo; dovrei vivere tra libri, pennelli, tele, colori, stoffe.... Amo le alte vette, ma non disdegno il resto della natura, amo gli animali e il cuore me lo ha rubato un lupo. Amo tantissimo gli uomini che per me sono un mondo incredibile, ma le donne sono la mia forza,; non posso vivere senza bambini e senza le storie che raccontano gli anziani. Amo cucinare, cucire, dipingere, leggere, scrivere diari, scrivere su foglietti che viaggiano nella mia casa come avessero le gambe; mi piace il cinema, il calcio, le moto. Mi piace occuparmi della mia casa e del mio giardino...ma non sono Biancaneve e nemmeno Cenerentola, sono Paola, che per una serie di incredibili storie posso essere anche Penelope e anche Fulvialuna. Il mio sogno più grande è la pace nel mondo, questo mondo in cui cammino sempre a due metri da terra, ma quando ci appoggio i piedi resto ben salda ed è difficile spostarmi, tanto che il mio motto è "...il posto che mi piace si chiama mondo..."
    fulvialuna1 il scrive:

    Quando si dice il potere della suggestione…o follia mentale.

  2. Sossu – Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento. Proverbio cinese "L'APPARENZA INGANNA "
    Sossu il scrive:

    Ho fatto un poema riassumo . Bravo !
    Alla fine della terza parte ho gridato : Noooooo !. Questo mondo va al rovescio tanto per cambiare , e cambierà ancora certamente … Ci vuole il cambio anche generazionale .
    Intanto mi ribello ché mi preme …Troppo poco ,questo è un guaio generalizzato , purtroppo Il tempo stringe ed io sono in dirittura di arrivo . Vorrei , non conta niente ,lo so . La consapevolezza è questione dura . Grazie mille per il tempo è prezioso !

  3. Birbo Bicirossa – Ciao, voglio avvisarti che proseguendo troverai due blog di pessima satira e dubbio umorismo. Un consiglio, non seguirmi credendo che contraccambierò, perché di solito non lo faccio. 😁🤪😉
    Birbo Bicirossa il scrive:

    No, decisamente Greta non è furba e affascinante come Carmilla. Tu invece sembri all’altezza di Le Fanu. Complimenti vivissimi, o mortissimi, come preferisci. Forse l’unica pecca del racconto è che è troppo breve e si vorrebbe leggerne di più.
    🙂

    P.S. ti è sfuggito un “facendoti vedere quello che tu vuoi desideri”.

        • E’ che i punti li avevo finiti; li ho comunque ordinati. Ora guardo caso mai ne fosse finito qualcuno in fondo al cassetto
          😀

          • Ho controllato il testo. In realtà è la madre che continua a parlare con la figlia in un contesto di discorso diretto; “la rimproverò ancora la madre” è infatti interlocutorio di un unico periodo dialogico. Non so se ci vedrei davvero un punto che creerebbe una cesura di ritmo o quantomeno uno stacco temporale non necessario.

  4. Una storia davvero molto interessante. Sembra ricordare moltissimo quelle storie che si tramandavano oralmente nei villaggi, quelle storie che servivano per avvertire le persone e soprattutto i bambini di certi pericoli. Mi ha davvero affascinato.

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