Il lampione che parla

«Ecco finalmente qualcuno mi risponde…»
«Come sarebbe a dire che avete tante chiamate?»
«Non è possibile che si fulminino in continuazione tutti i lampioni della città!»
«Sì, sono calma, sono calma non mi sto agitando… mi scusi è il mio modo di parlare… non ce l’ho con lei…»
«Perché ho chiamato? Per il lampione davanti a casa mia… tra l’altro è l’unico nel raggio di cento metri.»
«Cos’ha il lampione? Parla!»
«No, cos’ha capito? Non è che “parla” sul serio, non sono matta… “parla” nel senso elettricistico…»
«No, mi faccia spiegare, per cortesia… è che la luce della lampadina va e viene, sfarfalla insomma… e, in questi casi, in gergo, si dice che “parla”. Pensavo lo sapesse visto che si occupa di lampioni… va bene, lasciamo perdere; piuttosto, ogni tanto si spegne e poi si riaccende e così via di continuo… È davvero fastidioso.»
«Da quanto tempo? Da almeno una settimana… ho provato a chiamarvi più volte e…»
«No no, non ricomincio daccapo a far polemica… sì sì capisco… sono molte le chiamate che ricevete, me l’ha già detto…»
«Una settimana che non funziona, secondo lei non sarebbe tanto? Cosa significa? Che deve fulminarsi del tutto perché veniate?»
«No, guardi… non sto alzando la voce… le dico solo che si tratta di un problema serio perché il marciapiede oltretutto è pieno di buche e con il buio o la scarsa illuminazione c’è pericolo di cadere, sa sono anziana….»
«Sì, lo so da me che per la manutenzione dei marciapiedi mi devo rivolgere a un altro Ufficio, ma anche lì non mi rispondono mai, da settimane… anzi c’è una voce registrata che mi ha indicato l’indirizzo di un sito dove raccomandano di scrivere una mail cui però nessuno risponde… la solita storia, insomma.»
«Ma no, che dice? Non è vero che non mi va bene mai niente… il problema è che in un paese civile quando le cose non funzionano bisognerebbe aggiustarle, non trova? Non è complicato…»
«E poi non le ho detto tutto… quando a volte si spegne…»
«Come che cosa?»
«Il lampione! Sto sempre parlando del lampione! Ma mi sta a sentire?»
«No, per carità… non metta giù… mi calmo, mi calmo, mi scusi… lei però mi stia ad ascoltare sennò non ci capiamo… stavo dicendo… che quando a volte il lampione si spegne il buio si popola di esseri mostruosi…»
«Sì, esseri mostruosi… cosa c’è di strano?»
«Come faccio a vederli se è buio? Perché quando all’improvviso la luce si riaccende, per un attimo li vedo benissimo… sono orribili… hanno occhietti iniettati di sangue, braccia lunghe e scheletriche, mani unghiate e sbavano come mastini… li vedo che si avvicinano al mio portone per poter entrare, grattano e ghignano in un modo che fa accapponare la pelle e poi, quando torna la luce, urlano e spariscono… per poi subito dopo ricominciare. Vivo sola sa?, e ho tanta paura…»
«No, non alzo affatto il gomito… come si permette? Sono una signorina seria, anziana sì, ma lucida e morigerata… cosa crede? Prenda piuttosto buona nota dell’indirizzo che le do e venite a cambiare la lampadina il più presto possibile, per favore…»

«Tienimi la scala Jack… sennò non ci arrivo.»
«Certo che una volta fulminata ‘sta luce, la via rimane completamente al buio… Chissà come han fatto in quest’ultima settimana!»
«Chissà perché hanno messo un solo lampione… Ehi, Jack… hai visto questo portone qui di fronte? È tutto graffiato… chi può aver fatto una cosa simile?»
«Senti, Jack… passami la lampadina, va… è nella scatola grossa…»
«Ora che ci penso… ma in questa casa qui, dove c’è il portone graffiato… non abitava quella vecchietta che hanno trovato morta?»
«Perché me lo ricordo?»
«Era su tutti i telegiornali, Jack… l’hanno trovata dopo diversi giorni, aveva… aveva il cranio spaccato in due. E qualcuno le ha mangiato il cervello.»
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22 pensieri su “Il lampione che parla

  1. Ma sai che capita spesso pure a me? Ora, non è che io chiami di prammatica, ma i lampioni scompaiono letteralmente alla vista. Addirittura uno che era sotto casa nostra è stato divelto: hanno risolto il problema alla radice. Un altro è buio da un’eternità. Meno male che c’è un pizzaiolo con un’insegna molto luminosa.
    Telefonare ai callcenter è un terno al lotto. Insomma, una disperazione, materia per racconti surreali, come un amico ch si era messo a parlare col semaforo. Sì, è vero non ci vede molto, ma è rimasto lì mezzz’ora…

  2. La traduzione di Google non sembra trasmettere bene le sottili sfumature. Ma. Non vedo l’ora di godermi le varie immagini delle immagini.
    Tuttavia, di recente, non ho trovato il pulsante “Mi piace”. Potrebbe essere perché il mio computer è vecchio, ma …

  3. Bella l’idea del monologo…mi piace…io per i graffi avrei in mente i gatti…si devono pure fare la manicure in qualche modo…poerelli!!!😺😸😼😺

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