Piccoli equivoci

lampioni-accesi-nella-notte«Mark, fermati, hai visto?»
Il ragazzo rallentò la corsa della macchina, poi si girò verso di lei:
«Visto cosa?»
«Quell’uomo che abbiamo superato! Fermati ho detto!»
Mark a quel tono, che ben conosceva, si convinse. Accostò la jeep al marciapiede.
«Quell’uomo che abbiamo superato… stava mettendo un corpo dentro al portabagagli della sua macchina… , mi sembrava quello di una donna, oddio chiama la Polizia, presto!»
«Aspetta Samantha, non possiamo chiamare la Polizia così, bisogna essere sicuri…»
«Ne sono sicurissima. Non scendere ti prego, non scendere!» disse immaginando cosa lui volesse fare. Mark in verità non sapeva che decisione prendere. La sua ragazza era sconvolta, lo vedeva bene. Non voleva però fare la figura dell’insensibile, né, d’altra parte, quella dell’eroe morto. Ingranò la retromarcia e si avvicinò con cautela alla macchina ferma in una piazzola. Quando la affiancò, accade l’imprevedibile: Samantha abbassò il finestrino e investì l’uomo:
«Abbiamo visto cosa hai fatto… abbiamo appena chiamato la Polizia, stanno per arrivare…»
L’uomo che si stava per sedere al posto di guida si immobilizzò. Passarono alcuni interminabili attimi. Poi venne fuori dalla sua Volvo familiare e si rivolse ai ragazzi.
«Cosa avete fatto?»
Il volto dello sconosciuto sembrava modellato con lo scalpello. I lineamenti erano duri, scavati, intensi. Ogni particolare del suo corpo sprigionava forza, determinazione e risolutezza.
«Abbiamo visto benissimo che hai messo il corpo di una donna nel portabagagli. L’hai uccisa? Era tua moglie? La tua amante? Te ne vuoi disfare, vero?»
Mark prese per il braccio la ragazza cercando di calmarla. Non l’aveva mai vista in quello stato.
L’uomo si avvicinò lentamente fissando Mark. Il suo sguardo era gelido, sprezzante, come di chi sta valutando quale reazione violenta intraprendere.
«Se fossi in te, terrei a bada la lingua della tua ragazza. Finirà con il metterti in guai seri…»
«Ah sì?» gridò Samantha ancora più arrabbiata «allora mi faccia vedere cosa nasconde nel portabagagli! Su, forza, vediamo.»
«Non sono fatti tuoi…» rispose l’uomo in modo tagliente e con studiata pacatezza.
La ragazza a quel punto scese con irruenza dalla jeep.
«Magari è ancora viva e la possiamo salvare…»
Lo sconosciuto a quel punto abbozzò un mezzo sorriso storto e fece un piccolo passo indietro. Alzò entrambe le mani come per arrendersi davanti a tanta ostinazione. «Va bene, vieni…» disse, muovendo appena le labbra.
Mark uscì anche lui a malincuore dall’abitacolo. Ma si limitò a guardare la scena senza allontanarsi troppo dalla portiera. Aveva il cuore in gola. Gli uscì solo uno strozzato: «Sam, ma dove stai andando?»
L’uomo, seguito dalla ragazza, si approssimò lentamente alla sua macchina. Mise il pollice sul bottone di apertura del portabagagli, senza decidersi ad aprirla.
«Sei proprio sicura di voler ficcanasare tra le mie cose?» chiese lui con un tono inquietante, senza voltarsi.
«Certo!» fece lei mettendosi le mani sulle anche. «Cosa credi? Di poter girare impunemente per lo Stato a trasportare donne nel baule e farla franca?»
«D’accordo» disse lui premendo il pulsante. Il cofano si aprì di scatto. E i fari della jeep illuminarono un daino. Era riverso dentro al portabagagli con il sangue che gli colava dal muso.
«L’ho trovato in strada poco fa… qualcuno lo ha arrotato e lasciato lì… lo stavo giusto portando alla clinica veterinaria di Landsdale, aperta tutta la notte… anche se credo non ci sia più nulla da fare per lui…» fece lo sconosciuto quasi scusandosi.
La ragazza si tappò la bocca.
«Mi… mi spiace… mi spiace davvero, non so proprio cosa mi abbia preso… mi scusi, Signore, mi scusi tanto…» e imbarazzata ritornò indietro correndo. La jeep poco dopo sgommò dalla piazzola. L’uomo la vide allontanarsi a gran velocità sulla M20, in direzione di Chester Arch.
È proprio una bella serata estiva‘ pensò guardando il cielo che virava al blu profondo della notte.
Poi andò verso l’altro lato della Volvo. Si chinò a raccogliere il corpo senza vita di Julie e lo mise con cura dentro al portabagagli che richiuse. Salì sulla macchina e partì.

26 pensieri su “Piccoli equivoci

  1. Bisogna essere precisi quando si fa i ficcanaso…
    Non si possono fare discorsi vaghi…
    Bel pezzo…inquietante nel finale…
    POVERO DAINO…SPERO CHE JULIE SIA IL DAINO CHE AVEVA RIPOSTO IN TERRA PER MOSTRARLO…O NO?

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