Come stai, piccina mia?

rosario«Cosa fai?»
Il marito era appena entrato in casa. La moglie era seduta in salotto con l’aria assorta. Sembrava non avere neppure sentito.
«Tutto bene?» chiese lui avvicinandosi.
«Mi è arrivata una lettera…» rispose lei sventolandola un poco. Il foglio di carta rilasciò nell’aria un suono da carta d’altri tempi.
«C’è davvero chi ancora scrive delle lettere?» chiese lui azzardando a sorridere. La faccia seria della moglie gli fece morire il sorriso sulle labbra.
«È di mia madre.»
«Come di tua madre? Ma se è morta dieci anni fa?»
Lei per tutta risposta gli allungò brusca la lettera. Lui la prese titubante come se fosse una lama tagliente. Iniziò a leggerla:

Come stai, piccina mia?
So che stai attraversando un brutto periodo. Ma non devi abbatterti, né deprimerti. La vita sa in un momento atterrarti e innalzarti con la stessa testarda indifferenza. Bisogna prenderla come viene, non c’è nient’altro da fare. E poi tu sei una donna forte, tenace, caparbia; lo so, perché tanto mi assomigli. Saprai anche questa volta trovare il modo per uscirne a testa alta. Hai un marito che ti adora e due figli meravigliosi…

L’uomo smise di leggere.
«Ma non è possibile, Tesoro… è uno scherzo di pessimo gusto… qualcuno del tuo ufficio sa della questione e ha voluto prenderti in giro… bei colleghi che hai!» commentò abbassando la mano con la lettera.
La moglie riprese in mano il foglio, questa volta delicatamente, come fosse una reliquia.
«È una lettera di mia madre, ti dico… è la sua scrittura, quella degli ultimi mesi; tremava un po’; guarda le “f” e le “t” e le “i” senza punto. È la sua scrittura, non ci sono dubbi, la conosco fin troppo bene. E poi in ufficio nessuno ne sa ancora nulla. Per adesso sono stata solo informata dalla Direzione centrale che mi ha dato ancora due giorni di tempo per decidere. No, non ne sanno davvero proprio nulla i miei. Mi avrebbero poi già tempestato di telefonate.»
Il marito si lasciò andare pesantemente sulla poltrona. Si era scordato che fino a pochi minuti prima di entrare in casa l’unica cosa che aveva desiderato era farsi una doccia. Era preoccupato. Non ci voleva che in quella situazione già così difficile ci si mettesse anche quella lettera fasulla. Avrebbe rinvangato un rapporto conflittuale e travagliato con devastanti sensi di colpa.
«Lo so cosa vuoi dire…» fece lei alzando nella sua direzione il palmo aperto della mano quasi volesse fermarlo. «Sono io la prima a rendermene conto. Certo, non dovrebbe essere possibile. Ma ci sono troppi particolari esatti in questa lettera. Un paio non li conosco neppure io. E sono anche parole giuste, che in qualche modo mi danno conforto, mi aiutano. E poi… e poi c’è questo…» disse lei inclinando la busta gialla da un lato e facendo scivolare in mano un oggetto.
«Cos’è?»
«È un rosario, il rosario della mamma…»
«Ma è un rosario qualunque che si può trovare facilmente anche su internet…» fece lui, pentendosi subito dopo di quello che aveva appena detto.
La moglie chinò il capo. Si mise ad accarezzare il rosario, seme dopo seme.
«Questo è il rosario di mia madre» fece lei in modo solenne, con un filo di voce. «È un rosario antico, introvabile. Lo aveva fatto un ebanista su commissione di mia madre e su suo disegno. Dietro alla croce, mia madre vi aveva fatto incidere le sue iniziali. Ed è il rosario che io stessa ho messo tra le sue mani prima di chiudere il feretro.»

22 pensieri su “Come stai, piccina mia?

  1. Bel pezzo…molto profondo…comunque io credo che i cari defunti parlino attraverso i fatti …quindi possono accadere le cose che avrebbero voluto in vita…
    BUONA NOTTE!!!

  2. Anch’io, inizialmente avevo pensato ad una lettera persa dalla posta e poi ritrovata ed inviata al destinatario dopo chissà quanto e giunta, inoltre, nel momento giusto. E, alla fine mi hai sorpresa. Ma quel “i miei” lascia qualche dubbio, in quanto solo ai nostri genitori ci riferiamo definendoli in tal modo. Dai, rivelaci la verità! 😜

  3. Prima di pensare al soprannaturale occorre escludere ogni altra ipotesi, quindi per prima cosa ho pensato che la donna ha una famiglia alle spalle, perché quelli che lei chiama “i miei” non sono certamente dei colleghi di lavoro: perciò ho esaminato la busta gialla, e in particolare l’annullo postale, che mi ha guidato nel piccolo paese da cui era stata spedita. Qui mi sono informato, pagando da bere, e sono venuto a sapere che dopo la morte della madre i fratelli avevano litigato per la divisione dell’eredità, e uno di loro in particolare aveva molto bisogno di soldi. Ho anche rintracciato la vecchia serva, che in un raro momento di lucidità mi ha confidato che la defunta…

    (continua)

    • … negli ultimi giorni di vita, aveva scritto varie lettere indirizzate ai figli. Inoltre, a suo dire all’epoca c’era stato un mezzo scandalo, perché i sigilli della bara della signora erano stati trovati manomessi. Forte di queste informazioni mi sono presentato al fratello malvagio, che capendo di non aver scampo ha cercato di uccidermi. Fortunatamente però Groucho mi ha lanciato la pistola in tempo, e sono riuscito a fermarlo con una pallottola d’argento. Giustizia è fatta. Accludo fattura di 50 sterline al giorno più le spese. Le sono molto grato. Grazie a lei salderò tutti i miei debiti!

      • No, perché solo uno stretto familiare poteva avere il rosario. Inoltre la lettera dice “hai un marito che ti adora”, mentre il rapporto di coppia secondo il marito è “conflittuale e travagliato con devastanti sensi di colpa”. I colleghi non avrebbero fatto un simile errore. Tra l’altro, i sensi di colpa della donna nascono proprio dal trauma per la morte della madre, e anche il fratello “cattivo” che ha cercato di farla impazzire, era convinto che la sorella ne fosse in parte responsabile.

  4. considerando che giusto ieri parlavo con un amico di mia mamma… cosa che capita di rado… 🙂 !

    ps: “non c’ altro da fare” non credo che la “è” mancante sia un tratto distintivo della calligrafia della mamma 😀

  5. Pingback: Come stai, piccina mia? | Il mio viaggio

Lasciami un tuo pensiero