Lotta per la vita

Era consapevole che quello era il momento più critico, più difficile in assoluto. Era la fase in cui si sentiva più vulnerabile e indifeso, alla mercé di qualsiasi avversità anche minima che avrebbe potuto travolgerlo in modo agevole e definitivo. Era un incubo quella situazione. Non passava mai: era lenta, estenuante, delicatissima. Ogni volta che ci si trovava dentro gli pareva di impazzire per il terrore di dover soccombere da un momento all’altro con la prospettiva di non poterci riprovare più.
Cercò allora di mimetizzarsi, di rendersi ancor più simile, come forma e sostanza, all’ambiente circostante; in quel via vai incessante senza meta apparente, in quella confusione organizzata, con un po’ di fortuna avrebbe potuto passare inosservato. La sua sopravvivenza dipendeva da mille equilibri di cui solo la metà a lui noti, ma il suo desiderio di moltiplicarsi era, ancora una volta, una forza immensa dentro di sé che lo portava a essere cauto, ma anche pericolosamente impaziente.
Non era la prima volta che falliva. Aveva però in qualche modo memorizzato i precedenti sbagli tanto da poter capire come non replicarli e quali altre e diverse opzioni adottare in alternativa. Almeno avesse potuto confrontarsi, avere maggiori istruzioni: sarebbe stato meno angosciante e incerto. E invece era solo, l’unico a dover lottare, e per di più calato in un territorio ostile, rischioso, avverso. Ogni attimo poteva essere l’ultimo.

Dopo qualche tempo, trovò spazio per allignare. Non era mai riuscito ad arrivare fin lì. Sentì di essere stabile e tutto sommato ancora poco visibile. Un’ondata di euforia lo pervase facendolo vibrare. Ma poi si riprese. Non doveva dare segnali di sé, lo sapeva bene. Avrebbe potuto essere il modo più rapido per decretare la sua fine.
Era bella però la sensazione che provava. Avvertiva una nuova energia, un nuovo vigore. D’improvviso il suo DNA aveva percepito gran parte delle informazioni di cui aveva bisogno. Ma sì, come aveva fatto a non pensarci prima? Anche se non tutto era ancora chiaro, gli era però comprensibile una vasta porzione della mappa complessiva della sua evoluzione. Ora poteva programmare, costruire la propria vita attraverso le mille tappe intermedie; poteva serenamente crescere, svilupparsi, maturare, step dopo step. Poi, in seguito, al momento opportuno, ne era certo, avrebbe ottenuto un più articolato pacchetto di indicazioni su come proseguire e su cosa fare.
Era perfino venuto a conoscenza con esattezza di chi potevano essere i suoi nemici, come comportarsi per prevenirli, come difendersi da loro e, in alcuni casi, persino come eliminarli in anticipo prima che diventassero letali. Sì, adesso poteva anche permettersi di essere più ottimista; benché la strada si profilasse ancora lunga e tortuosa, percepiva che questa volta l’esito finale poteva essere differente, che avrebbe potuto persino farcela se solo fosse arrivato alla fase successiva. Doveva solo avere ancora un po’ di pazienza, usando molta cautela, perché la posta in gioco era enorme.

Nel frattempo, era stato abile nel respingere tutti gli attacchi esterni che in alcuni momenti si erano fatti frequenti e serrati; così abile che adesso era subentrata da qualche tempo una sorta di tregua armata, come se fosse stato finalmente accettato o tollerato e solo monitorato.
Era questo allora il momento giusto per pensare a sé, al proprio compito, per rafforzarsi e concentrarsi sul tanto che ancora doveva esser fatto, sul proprio progressivo sviluppo fino al successo finale. La vita dentro di sé era intatta, deflagrante, meravigliosa.

Passò ancora dell’altro tempo. Adesso era tutto più rapido e cadenzato. La posizione era consolidata, la sua presenza una certezza. Il corpo ospite si era accorto di lui e c’erano state una grande eccitazione e una elettrica frenesia dopo la sua scoperta.
Sì, era fiducioso e a tratti si sentiva invincibile.
Sarebbe stato un tumore particolarmente aggressivo e avrebbe avuto la meglio.

20 pensieri su “Lotta per la vita

  1. Peccato, all’inizio pregustavo una torrida storia di sesso estremo tra uno spermatozoo allupato e un ovulo bombastico, e invece questa volta niente orgia … sigh, vabbè… comunque dovresti dire al tumore particolarmente aggressivo che è destinato a morire assieme all’involontario ospite: quindi gli conviene essere benigno e non farsi scoprire!

  2. Ciao Briciola che tristezza.. Non me lo aspettavo… Terribile finale.. Attendo il prossimo racconto.. per rincuorarmi!

  3. “ricordate, nella vita la parolina magica è ‘macchiolina sulla lastra’ ” 🙂 😉

    ps: lo portava A essere cauto 🙂

    pps: all’inizio, complice l’immagine, avevo pensato a qualcosa di ispirato al “Life”, la simulazione per computer. Che poi, in effetti, non è dissimile

  4. Durante la lettura ho pensato che il racconto stesse dando, in qualche modo, dei suggerimenti, o un punto di vista su come vivere la propria vita e continuavo a chiedermi quale fosse lo scopo del racconto, dove stava cercando di portarmi. Beh, il finale è stato sconcertante e terribile.

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