La Linea

«Una camera per favore.»
La donna di una certa età, dietro al bancone, continuò a trafficare davanti a un grosso monitor. Solo dopo qualche minuto alzò gli occhi. I due si guardarono per un tempo imprecisato.
«Ne è sicuro?» chiese la donna.
Norberto si sarebbe aspettato una qualsiasi altra domanda, ma non quella.
«In che senso, scusi?» chiese un po’ alterato.
«La Linea non è vicina e potrebbe non arrivare qui prima di due o tre giorni…»
«Che ne sa della Linea?»
«Ne so quanto basta…» fece la donna posando gli occhiali da miope sulla tastiera e alzandosi in piedi. Era molto più alta di quello che a Norberto era sembrato.
«Tutti quelli che vengono qui sono alla ricerca della Linea Immaginaria… e non vogliono farlo sapere agli altri (chissà perché); badi peraltro che potrebbe anche non trovarla mai oppure, se non è fortunato, potrebbe essere la Linea a trovare lei.»
«Ma perché scusi, che dice?»
«Perché chi l’ha attraversata non è più tornato a raccontarlo…»
«Eppure ci sono molti diari e articoli sul Web su questo argomento, soprattutto da parte di chi è passato dall’altra parte ed è tornato indietro…»
«Ah, ho capito… lei è uno di quello che crede a quello che legge su Internet… Allora buona fortuna» fece staccando una chiave pesante da un quadro al muro rovinato dall’uso. «Fanno 98 euro al giorno…» disse con un sorrisetto ironico, appoggiando una mano sul bancone. «Pagamento anticipato, ovviamente…» e mise il palmo della mano davanti a sé come se chiedesse l’elemosina.
Norberto lasciò sul banco i soldi e un documento. Poi, come se il suo pensiero fosse ormai altrove: «Rimarrò tre giorni…»
«Sì, certo… la scala è quella lì a destra… Il documento se lo può riprendere, non voglio neppure sapere chi è lei… Ah, non c’è ascensore… giunto al piano però non può sbagliare… c’è una stanza sola, comoda… tranquilla…»
Le ultime parole le disse alla schiena del ragazzo che però, appena messo il piede sul primo scalino, si voltò:
«Perché dice che la Linea è ancora lontana di qui. Non è ferma? Non è una specie di confine? Dicono tutti che è come una cortina stabile…»
«La Linea si muove in continuazione, avanti e indietro, anche di un centinaio di metri al giorno, a sinusoide, a seconda del tempo atmosferico, delle asperità del terreno e della luna… Lei potrebbe finirci dentro e non accorgersene neppure. Oppure accorgersene quando è troppo tardi. Bisogna stare molto attenti…»
Il ragazzo fece una smorfia. Non doveva aver capito. Si girò verso la scala con lo zaino nella mano mettendosi a fare i gradini due a due senza aggiungere altro. Dopo un po’, la donna sentì la porta della camera che si chiudeva.
Si rimise al computer. Il solitario quel giorno proprio non gli riusciva. Andò avanti così per una mezz’ora fino a quando non entrò un altro cliente. Aveva un incedere pesante e l’odore nauseabondo che emanava faceva pensare al peggio. Quando fu sotto la luce della hall si accorse che si trattava di un uomo gigantesco, vestito di stracci, la barba incolta, un occhio azzurro e l’altro verde. E non era un cliente. Giunto al bancone, mise una mano dietro la schiena ed estrasse una grossa ascia bipenne che posò rumorosamente sul pianale.
«Lui dov’è?» sospirò con una voce rauca da far venire la pelle d’oca.
La Linea è arrivata prima del previsto’ pensò la donna facendo un passo indietro. ‘Ci deve essere un gran fermento sulla Piattaforma se hanno mandato addirittura un GreatStocker’.
«Lascia stare…» fece l’uomo riprendendosi l’arma e trascinando a terra tutto quello che incontrava sul bancone. E incominciò a salire le scale.

20 pensieri su “La Linea

  1. Se è un puro racconto di stile è molto bello, però vi sono dei riferimenti culturali molto precisi che sembrano indicare qualcosa che il lettore medio dovrebbe poter afferrare al volo, mentre io non ci riesco. Forse non ho letto il libro giusto, o mi manca la visione di una serie televisiva particolare?

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