L’orologio più antico del mondo

Orologio della TorreAveva fatto tanta strada per vederlo. A Zeni, che aveva la passione per gli orologi, vederne uno da vicino risalente all’epoca medioevale e oltretutto tra i più vecchi al mondo era diventata una necessità più che un desiderio.
L’orologio, con il suo complicato meccanismo, trovava alloggiamento nel vasto locale dell’ultimo piano della Torre che si elevava superba sulla piazza principale del paese dominando un mare che sembrava color dell’alluminio. Ma nonostante fosse tornato più volte al portone di spesso legno, martoriato dalle intemperie, Zeni lo aveva trovato sempre sbarrato. Una volta il cartello avvertiva che era chiuso per turno, un’altra volta per sciopero, un’altra ancora per il mercato (quale?). Infine campeggiò un enigmatico ‘Torno subito?
Insomma, dopo una settimana di vani tentativi nonostante l’ora fosse quella giusta per la visita, si demoralizzò.
Si informò anche in giro.
Certo che la Torre è aperta” gli dissero quasi con risentimento perché lo dubitava. “Sarà solo un problema momentaneo, riprovi” oppure, “Ma come, ho appena visto Boscolo che andava ad aprire…
Vinto dalla curiosità, una notte decise di forzare il portone. Non fu difficile, per la verità, e quando fu finalmente dentro stette bene attento a richiuderlo dietro di sé. Accese torcia. Provava una strana sensazione nel salire i gradini. L’aria era stagnante, odorava di muffa, anche se una brezza impercettibile proveniva dall’alto come l’alito caldo e umido di un drago. C’erano suoni indistinti, scricchiolii, un frusciare confuso. Si accorse che gli si stava accapponando la pelle.
Giunto all’ultimo piano Zeni entrò in quella che sembrava una cella campanaria. Il panorama lasciava estasiati. Si poteva ammirare tutta l’isola mentre il mare pareva cullarla; la distesa infinita d’acqua era adesso scura come una lavagna ma brillava opaca di un chiarore diffuso che non si comprendeva bene da dove potesse provenire. A occidente, le casette colorate dei pescatori formavano, in un arco da proscenio, un plastico accurato.
Poi iniziò a esaminare, sotto il fascio della sua torcia, il meccanismo dell’orologio. Era ingegnoso, complesso, perfetto.
«Lei non deve stare qui» si sentì dire a un certo punto. Lui fece un balzo all’indietro per lo spavento sbattendo la testa su un trave.
«Stai attento, fai male… qui luogo stretto-stretto e se non sai dove metti piedi…»
Chi gli stava parlando aveva una mano poggiata delicatamente al pilastro che teneva su il tetto. Era una figura esile, alta, anziana. Il viso era in ombra, ma la voce era forte, con uno spiccato accento slavo. L’uomo pareva curiosamente ondeggiare con il busto in avanti e indietro come se si trovasse su una barca e cercasse di trovare il proprio baricentro.
«Chi è lei? Mi ha fatto paura» chiese Zeni.
«Sono custode, custode di antico orologio.»
«Davvero?» disse sorpreso.
«Certo.»
«E, scusi se glielo chiedo, ma che ci fa qui a quest’ora, saranno le due di notte…»
«Questa domanda devo però fare io a te…»
«Ha ragione, mi scusi: mi chiamo Zeni e sono un appassionato di vecchi orologi: ho voluto visitare questa meraviglia… È una settimana che ci provo, ma il portone era sempre chiuso. Non ho resistito.»
Il custode uscì dal cono di buio. Aveva la barba lunga, occhi grigio cenere, uno sguardo buono.
«Appassionato? Orologi vecchi-vecchi? Dunque… bene, questo…» disse battendosi con una mano il fianco e sorridendo divertito. «Io Liev e vivo qui. Mio compito è far funzionare orologio. Meccanismo vecchissimo ma non funziona più e non riparabile neppure se trasportato in mio paese lontano da qui e abile artigiano lavorare lui; io quindi a ogni minuto sposto a mano l’unica lancetta. Dare impressione lui funziona. Gente orgogliosa, qui.»
«Sposta la lancetta a mano? Ogni minuto? E… e come fa… quantomeno a dormire?»
«Mi aiuta Ludmilla, mia brava moglie e da qualche anno anche mio figlio Chasov, nato qui, in questo spazio. Facciamo turni. Un po’ io, un po’ loro. Siamo arrivati da Staryi Krym tanti anni fa e Comune dato noi lavoro. Noi piace.»
Discussero a lungo, insieme. Liev gli spiegò la storia come la sapeva lui, ma anche le leggende della laguna e le cose cui, non visto, aveva assistito. Era curioso vedere quell’uomo anziano salire ad ogni minuto su una traballante scala in legno e spostare con leggerezza ed eleganza la lancetta dell’ora.
Quando al mattino, prima dell’alba, Zeni scese le scale della Torre era contento. Era stata un’esperienza meravigliosa, unica e particolare.
«Avete un orologio davvero affascinante…» disse lui al barman mentre al banco si stava facendo un cappuccino con la brioche.
«Ne siamo fieri… signore» disse il barman guardando fuori dalla finestra e vedendo il profilo rassicurante della Torre. «E anche il desiderio di vederlo ancora funzionante… è stata una scelta encomiabile…»
«Funzionante? Scherza, signore? L’orologio è fermo da alcuni secoli. Il meccanismo che lo muoveva era in gran parte di legno ed è andato completamente distrutto in un incendio. Lancetta compresa.»

23 pensieri su “L’orologio più antico del mondo

  1. Grande responsabilità, quella per il custode, un meccanismo fermo oppure fermato che lui lavora con pazienza e costanza per far sì che i visitatori possano apprezzare che l’orologio scandisca ancora il tempo cronologico, un reale peccato quando un orologio si rompe e si ferma, sarebbe da farlo riparare ad un bravo orologiaio, grazie per il tuo racconto, buonasera! <3 … <3

    • Secondo me (come l’avevo pensato io) vanno bene entrambe le soluzioni.
      Può essere da una parte l’immaginazione di Zeni che vorrebbe che un orologio così antico e di valore funzionasse ancora, ma può essere anche la famiglia crimeana, custode un tempo dell’antico orologio, che, morta nel terribile incendio di secoli prima, ancora crede di svolgere il proprio lavoro.

  2. Birbo Bicirossa – Ciao, voglio avvisarti che proseguendo troverai due blog di pessima satira e dubbio umorismo. Un consiglio, non seguirmi credendo che contraccambierò, perché di solito non lo faccio. 😁🤪😉
    Birbo Bicirossa il scrive:

    Ciao Briciola, non è che con questa storia vuoi comunicarci qualcosa? Dunque, vediamo, l’orologio potrebbe essere questo blog, e i minuti sarebbero i racconti, quindi… ah, ok, credo di aver capito!

    😊

      • Birbo Bicirossa – Ciao, voglio avvisarti che proseguendo troverai due blog di pessima satira e dubbio umorismo. Un consiglio, non seguirmi credendo che contraccambierò, perché di solito non lo faccio. 😁🤪😉
        Birbo Bicirossa il scrive:

        Dopo un anno di duro lavoro tutti hanno il diritto di andare in ferie: quindi il guardiano può applicare all’orologio una molla fatta di elastici e andare in vacanza per alcuni preziosi minuti.

        😊

        • Se gli elastici sono però vecchi di due secoli occorrerà molto vinavil (che allora si chiamava “colla super resistente oleosa a basso contenuto di grasso di pecora” o “pecoril”)

          • Birbo Bicirossa – Ciao, voglio avvisarti che proseguendo troverai due blog di pessima satira e dubbio umorismo. Un consiglio, non seguirmi credendo che contraccambierò, perché di solito non lo faccio. 😁🤪😉
            Birbo Bicirossa il scrive:

            Ma da allora ci siamo evoluti. Basta pensare al film “Operazione Sottoveste”, quello del sottomarino rosa, in cui un povero macchinista si scandalizzava per l’uso di un busto elastico femminile al posto di una molla.

            😊

  3. inchiostronoir – Questo blog è nato per parlare dei miei romanzi "Il Maestro dei morti" e "Si chiamava Mathilde", ma anche di libri, di fumetti, di giochi, di concorsi letterari e di tante altre cose. Buona lettura!
    inchiostronoir il scrive:

    Forse Zeni ha incontrato il Tempo sotto mentite spoglie?

  4. Fausto Luciano Pellino - Viaggiatore non per caso – Roma – Soffro di dipendenza da viaggio. Amo visitare Paesi lontani, ma anche luoghi del Vecchio Continente e dell’Italico Stivale. Sono appassionato di motociclismo, auto d’epoca, subacquea e affascinato dal mondo custom.
    Falupe il scrive:

    Grande era il desiderio di Zeni di visitare l’orologio che lo ha sognato funzionante anche se manualmente. Il barman lo ha portato alla triste realtà

  5. Walter Carrettoni – Tutti dicono di me che sono bravo, intelligente, simpatico, arguto, spiritoso, disponibile, altruista, generoso, onesto, geniale, attento, spontaneo, cordiale, talentuoso, saggio e sagace. Sinceramente non saprei, ma siccome le mie qualità principali sono umiltà e modestia, chi sono io per dar torto a tutti?
    Walter Carrettoni il scrive:

    Un bel racconto come sempre scritto con la maestria che ti contraddistingue. Però…
    Però continuo a chiedermi se Zeni, da fuori, vedeva le lancette muoversi o no.
    (pippe mentali da pseudoscrittore…)

  6. Bel pezzo…se non ho capito male l’orologio funziona a mano e il barman pensa di no…comunque con gli orologi non ho un bel feeling in quanto ne ho fatto a meno a lungo…fino alla tarda adolescenza …porto l’orologio più per moda…lo guardo pure raramente…😁

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