A occhi chiusi

Aveva dormito poco durante la notte. Seduto a quel banchetto da scuola elementare sentiva l’adrenalina montargli la testa. Sparpagliati all’interno di un capannone gelido, migliaia di ragazzi come lui aspettavano la dettatura del tema. C’era chi ostentava una spavalda sicurezza, chi indifferenza e chi invece come lui aveva l’aria spaurita e tesa. Aveva bisogno di calmarsi ma anche di essere reattivo senza lasciarsi andare a pensieri negativi.
Cercò di ricordarsi quello che aveva letto in un manuale di mindfulness.
Chiuse gli occhi stando con la schiena dritta e appoggiata allo scomodo schienale della sedia e iniziò a svuotare la mente. Ogni tanto agganciava spezzoni di ricordi, segmenti di idee, barlumi di aspettative ma riusciva sempre a ritornare alla condizione di base di assenza di pensiero. Pian piano si stava rilassando escludendo il mondo là fuori che pareva lontano, persino al là della strada, anzi in un altro mondo.

Furono tre giorni di scritti molto stressanti perché le tracce erano complicate come al solito. La selezione fu durissima tanto che, quasi un anno dopo, gli comunicarono che erano stati solo 350, tra cui lui, ad aver superato lo scritto. Gli altri dodicimila erano stati scartati per vari motivi.
Si mise a studiare con grande impegno anche perché gli orali, a base nazionale, erano tra i più difficili di quel genere. Ma anche quell’esame finale andò bene tanto che il punteggio complessivo fu così alto da consentirgli di poter scegliere un posto nel raggio di pochi chilometri da casa.
Sposò finalmente l’amore della sua vita e andò ad abitare con lei in quella nuova città del nord dove si ci fecero ben volere e accettare da tutti.
Nacquero tre bei figli, due maschi e una femmina, come avevano sempre desiderato. Uno dei due divenne un musicista affermato, l’altro un neurochirurgo mentre la ragazza prese a girare il mondo per diverso tempo per poi tornare dall’Ecuador con un mucchio di soldi fatti con il commercio di gamberi.
E gli anni trascorsero, con alti e bassi, come per tutte le coppie. Ma la vita in prevalenza aveva loro sorriso riservando anche sul lavoro (lei aveva uno studio ben avviato da architetto), le soddisfazioni che avevano con così tanta caparbietà ricercato.
Arrivò quindi il momento di andare in pensione e si ritirarono in quella casetta di campagna che avevano adocchiato in uno dei loro viaggi e dove sarebbero vissuti ancora per diverso tempo tra volontariato, belle passeggiate e il mestiere di nonni.

Poi sentì una voce che reclamava attenzione.

Allora avete otto ore di tempo per sviluppare la traccia che ho appena dettato. Sarà possibile poter usufruire delle toilette solo entro due ore da adesso.”

Aprì gli occhi. Si guardò in giro.
«Traccia?» chiese sgomento «quando hanno dettato la traccia?»
Gli altri candidati erano ordinatamente già seduti ai loro banchi. Quello dietro a lui che aveva sentito distintamente la sua domanda fece finta di nulla. Altri, attorno, stavano già scrivendo.
“Non è possibile” pensò “non può essere vero!”
E sentì che il panico gli stava paralizzando il cervello.

21 pensieri su “A occhi chiusi

  1. Fortissimo come sempre. Un racconto bellissimo.
    L’ho letto volentieri. Certo se fosse stata vera la vita del protagonista,
    non c’era niente da dire. Tre figli, la moglie architetto e invece..La realtà era ben diversa poveretto. Ma i problemi nella vita sono altri e lui non lo sa. Da grande forse…

  2. il barman del club – Sono appassionato di musica (blues, rock, jazz), di poesia, fotografia, letteratura e film (soprattutto fantascienza) arti grafiche e performance teatro-visuali
    il barman del club il scrive:

    è giusto vivere anche di sogni ma, è sempre il risveglio che cambia le prospettive, e non sempre le accettiamo 🙂

  3. Mi hai fatto perdere nel racconto tanto che avevo dimenticato anch’io la traccia. 😄 Il finale divertente e disastroso allo stesso tempo e mi ha ricordato una persona di mia conoscenza. Insomma, mi ha coinvolta molto questo racconto. 😀

  4. Ha fatto meraviglie il manuale di mindfulness. Talmente svuotata la mente che non ha sentito nemmeno la traccia. In compenso ha vissuto la sua vita futura in pochi attimi, bruciandosi tutte le possibilità.
    Forse era meglio stare in campana e sotto stress che rilassato e vagabondo con la mente.

  5. Birbo Bicirossa – Ciao, voglio avvisarti che proseguendo troverai due blog di pessima satira e dubbio umorismo. Un consiglio, non seguirmi credendo che contraccambierò, perché di solito non lo faccio. 😁🤪😉
    Birbo Bicirossa il scrive:

    Certo che per te questi esami devono essere stati davvero terrificanti, se ancora oggi soffri di stress post-traumatico.
    🙂

  6. annamariaarvia – Sono da sempre appassionata di libri e ne ho da poco pubblicato uno sulla mia esperienza di insegnante precaria nella scuola. Ho aperto il blog per scrivere su argomenti che mi interessano: da considerazioni personali a recensioni di libri a pensieri sulla scrittura, sperando di poterli condividere il più possibile e confrontarmi con altre persone che abbiano i miei stessi interessi.
    annamariaarvia il scrive:

    La tecnica di rilassamento ha funzionato troppo bene 🙂
    Ho notato qualche refuso come per esempio: dove si ci fecero ben voler…
    Per il resto, racconto ben riuscito come al solito

  7. annaecamilla – Anna: Sono appasionata di libri, film, dolci fatti in casa, condito il tutto da tanta corsa mattutina! Ed ora anche di fotografia. Camilla: ??????
    annaecamilla il scrive:

    Il manuale è fantastico. Posso avere il titolo😂😂😂. Bravo come sempre!

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