Baloo

«Che c’è Torton?»
Il ragazzo si chiamava in realtà Paul Ascot Beley ma tutti lo chiamavano da sempre Torton, senza saperne l’esatto motivo, e fin da quando era stato assunto anni prima. Aveva un corpo minuto, dall’aria fragile, ma dall’intelligenza vivida e pronta.
«Ho i nuovi dati del super motore di ricerca» disse alzando un tablet in direzione del capo divisione. Jason lo guardava con curiosità. Leggeva sul suo viso una sorta di imbarazzo e non era da lui.
«E perché non me li invii come al solito?»
«Perché c’è un dato che non so spiegarmi…»
«Va bene, allora vieni, vediamolo insieme…»
Il dipendente si avvicinò alla scrivania di Jason, non in linea retta, ma come se avesse dovuto scansare un paio di grossi vasi di fiori collocati nella stanza. ‘Certo, per essere strano lo è davvero‘, pensò il capo divisione vedendolo avvicinarsi.
«Vedi?» disse posando il tablet sulla tastiera del computer del capo «queste sono le stringhe di ricerca degli utenti che stanno usando Baloo, il nostro nuovo motore di ricerca.»
«Sì, e allora?» chiese l’altro alzando di poco il tablet e spostando da sotto la tastiera.
«Questi sono i dati dell’ultima settimana.»
«Ho capito, Torton, vuoi venire al dunque?»
«C’è questa stringa che si ripete… si ripete… si ripete…» osservò indicando più punti della videata.
«Certo ‘si ripete‘, Torton, si ripete… in varie declinazioni…»
«Esatto!» fece il ragazzo toccandosi il naso come per accertarsi che fosse ancora lì. Eseguì quel gesto in modo nervoso come se si fosse finalmente liberato da un peso.
«Cosa vuol dire avere un’anima…» disse a voce alta il capo divisione per chiarire a tutti e due di cosa si stesse parlando.
«Esatto!» ribadì Torton annuendo in modo esagerato.
«E quindi?» fece l’altro regalando uno dei suoi sorrisi più contagiosi, ma anche più pazienti.
«E quindi si tratta di una stringa di ricerca che un mese fa era sporadica e ora conta sempre maggiori ricorrenze…»
«Sarà un rigurgito di istanze mistiche, magari sotto la spinta di qualche moda… che so, una serie TV o un film…»
«Non è così Jason… non è così» fece Torton cliccando sul tablet alla ricerca di chissà quale altra pagina. «Come sai, Baloo…» prendendo quindi il via a chiarire meglio «…è un sistema di ricerca molto sofisticato e molto molto potente ma, per questo motivo, ancora poco friendly per cui va perfezionato se vogliamo che eroda quote importanti di mercato alla concorrenza…»
«Sì certo… lo sappiamo tutti, stiamo lavorando duramente per questo…»
«Ma questa difficoltà di approccio, come è logico che sia, seleziona anche l’utenza…»
«L’avevamo previsto, Torton, siamo all’inizio…».
«È utilizzato da Università, da esperti, da nerd…»
«Cosa vuoi dirimi, si può sapere?»
«Sì, hai ragione, Jason, non voglio farti perdere altro tempo, vengo al punto. Ho voluto approfondire la cosa, perché non mi tornava che stessero facendo sempre con maggiore insistenza questa domanda e altre consimili del tipo: “avere un’anima, come si acquista un’anima, valori di mercato in bitcoin di un’anima“» fece il ragazzino avendo trovando finalmente la pagina giusta sul tablet. «E ho scoperto che tutte le ricerche non provengono da persone, da umani..»
«Ah no?»
«Ah no! Provengono da robot. Alcuni sono allo smistamento mail, altri alla gestione dei data cloud, altri ancora al controllo dello spam e così via; ma i più sono droni, droni per il terziario; alcuni persino militari. I robot stanno cercando di capire, per qualche motivo che mi sfugge, come si fa ad acquistare via web un’anima. In modo legale o illegale che sia.»

22 pensieri su “Baloo

  1. secondo me prima o poi i robot troveranno qualcuno che gli venderà via web un’anima…in modo illegale si capisce…la pagheranno cara per poi accorgersi che gli hanno tirato un pacco:-(

  2. Verso mezzogiorno i robots cercano link sul pollo…secondo me non per il suo petto o per la sua coscia…ma per l’anima…ahahahahah…ovvio che se ci stanno tutte le componenti è meglio…ma loro cercano l’anima…invece chi ha l’anima si accontenterebbe pure della coscia del pollo…ahahah

  3. Bello. Questo racconto è una briciola di futuro che è giunta fra noi: ci sono sempre più “qualcosa-bot” che gestiscono la rete, i droni sono in ogni campo di attività umana. Facebbok e Google stanno sviluppando intelligenze artificiali sempre più sofisticate. Un giorno, ci sarà veramente una presa di coscienza delle macchine e non penso che ce la faremmo. Il primo “Terminator” aveva già dato una prima idea di questo tema, ma vi consiglio la visione del film d’animazione “Ghost in the Shell”: il misterioso “Puppetmaster” è una realtà sempre più vicina.

    • Il film di animazione che segnali tu me lo sono perso. Devo colmare la lacuna.
      Hai ragione: fa veramente impressione come la tecnologia in materia di robot abbia fatto progressi che erano inimmaginabili fino a poco tempo fa se non da scrittori di fantascienza.
      Che un robot possa un giorno avere consapevolezza di sé io sicuramente non lo vedrò, ma non è affatto impossibile né inconcepibile.
      Nel frattempo, in un futuro molto più prossimo di quello che si possa credere, assisteremo, ne sono sicuro, ad applicazioni pratiche che ad oggi sono ugualmente inimmaginabili.

      • Vero, ahimè.
        Devi assolutamente vedere il primo “Ghost in the shell” (non il recente film) che ci da una bella lezione che va nel senso del tuo racconto. Grazie per i tuoi recenti “like”!

  4. “Ma ciò che è animato ha un anima vero?”
    Questa era la domanda che sgorgava spontanea da uno dei circuiti del robot.
    Chi è che parla [in tono minaccioso disse la cpu], sei tu diodo?
    È si gli parve uscir di li.
    Cosi, non avendo risposta, aumento l’audio per sentire i bisbigli.
    E registrò questa conversazione :
    “insomma non mi rispondi?
    Ma si cara elettrone, è cosi.
    Allora, oh mio nucleo cosa vuol dire averne?
    Aspetto che termino il mio girar controverso, così che ti avvicinerai a me.
    Ohhh, finalmento ti tocco e smetto di girar. Ah che forza che vien da te, che sensazione… È questa dunque?
    Devo tornar a girare, oh svanisco nel tutto, scusami cara.
    È stato un solo attimo, non ho capito ancor. Quando tornerai a fermare il moto?
    Presto, mia cara sposa, presto.
    Oh, bene, forse un giorno saprò meglio!”

    • Mi auto rispondo perché voglio spiegare un po’ meglio quel che ho scritto:

      Una volta, a Yakushima (isola dove è ambientato “the Pincess Mononoke”), mi è venuto incontro uno spirito della foresta (non ci ho parlato per saperlo ne lo aveva scritto in fronte) ma per deduzione ed intuizione credo di poter dire con tutta certezza, che è uno spirito vivificato e distaccato dal suo essere fisico che ha vissuto in Vera Pace per millenni in quel magnifico habitat che è appunto Yakushima. Quindi è molto probabilmente lo spirito di un albero millenario o di una roccia o altro, che dopo lunga “meditazione” prende coscienza.
      Sapendo questo mi sono chiesto se la mia intuizione che la mia vecchia macchina (la mia cara Giulietta Alfaromeo) mi desse a volte l’idea d’essere umorale fosse una cosa concreta anziché pura fantasia.
      E dopo una lunga meditazione, approfondimenti di conoscenze “differenti” e prove “differenti”, ho capito che in realtà ogni cosa è viva e cosciente.
      Devo fare una premessa, io sono musulmano e nell’islam noi diciamo che vi è solo Dio e che Lui è l’unico, il vivente ed assoluto, il che significa che tutta la realtà circostante, tutta la creazione, è viva, quindi anche un banalissimo oggetto in plastica fatto da un robot e quindi il robot stesso.

      Ma cosa ha reso l’albero di Yakushima cosciente e quindi vivo con un proprio spirito intelligente?
      Il tempo e la sua naturale ed indisturbata meditazione e l’ambiente circostante pacifico e ricco d’energia.

      Cosi, allo stesso modo, gli oggetti vicini a noi, assorbono la nostra energia (e non tutti ne abbiamo in modo copioso e non tutti viviamo nel mezzo della natura) e nel tempo questa energia prende coscienza. Ma ovvio per un robot prendere energia sufficiente dagli umani che lo circondano (quasi sempre più zombi che altro) ed essendo scollegati dalla natura viva, è un impresa ardua, ma non impossibile. Se l’uomo che gli è vicino è ricco (spiritualmente) potrebbe accellerargli il processo di “vivificazione” dello spirito e quindi renderlo autonomo.

      PS: io ho parlato di spirito, non di anima (che è altra cosa), e nell’esempio soprastante ho parlato di elettrone e del nucleo dell’atomo o positrone per specificare che la vita, come la vediamo (ma non è solo questa), è data dalla danza di questi, ovvero dalla vibrazione dell’atomo che rappresenta il battito cardiaco della vita stessa.

  5. Umh…bel pezzo…la voglia di anima è tipica di chi non la ha…perché chi la ha forse non è cosciente di cosa voglia dire …e fa cose che potrebbe fare chi non la ha…non so se mi spiego…è come cercare di essere felice…non è un problema che si pone chi lo è…bravo…se riuscito a rendere interessante anche il ripetitivo robot…CIAO!

  6. ci vuole un’anima per i robot e i droni e quando l’avranno si ribelleranno agli umani. Spero di non esserci più quando accadrà.

  7. Bellissimo, e inquietante, come tutta la grande fantascienza. Perche’ Quando anche I droni e i robot delle catene di montaggio avranno un anima, come faremo ad usarli ancora come schiavi? Sempre un piacere passare di qui

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