Il bruco

«Secondo te di cosa si tratta?»
L’amico si sporse verso l’imboccatura della scatola esaminando con attenzione il contenuto. Ci pensò un po’ e quindi disse:
«Ad occhio e croce mi sembra una larva di Diclydia del corbezzolo, però…»
«Però?»
L’uomo si raddrizzò massaggiandosi la barba non fatta della domenica mattina.
«Però ha un colore che non è proprio il suo e poi in questo periodo dovrebbe essere già nel suo bozzolo e soprattutto è è… troppo grande… dove l’hai trovata?»
Marcello, dal portico dove si trovava ora con il vicino, indicò un punto del giardino poco lontano dove aveva ricavato, nel punto più esposto al sole, un orto.
«Stavo dissodando il terreno per piantare le patate e l’ho vista su una pianta» chiarì tornando a guardare la scatola.
«E queste strane foglie a doppia punta che hai messo nella scatola, cosa sono?»
«Sono della pianta che ti dicevo, quella su cui ho trovato il bruco; non l’ho mai vista né nel mio giardino né altrove. Tu?»
«Neanch’io.»

Marcello nei giorni successivi constatò che nonostante il freddo pungente la larva era cresciuta ancora. Era pressoché raddoppiata di volume. Mise nella scatola altre foglie della pianta su cui l’aveva scoperta: era curioso di vedere che tipo di farfalla sarebbe uscita a primavera.

Dopo qualche giorno la larva nella scatola non c’era più. Aveva fatto un grosso buco in un angolo del cartone lacerandolo malamente ed era uscita; Marcello scrollò le spalle e per un po’ non ci pensò più.

A gennaio inoltrato in una delle due aiuole davanti a casa cominciarono a seccare un pianta di oleandro e una di ibisco. Sfiorandole appena, caddero a terra: non avevano più radici. La stessa sorte toccò poco dopo all’albicocco sul cui tronco già abbattuto, un’altra mattina, trovò in più punti tracce di scorticamento. Marcello cominciò ad allarmarsi: probabilmente era il caso di avvisare la Forestale che intervenne però solo dopo una settimana e dietro insistenza.

«E lei mi dice che ad abbattere i suoi alberi sarebbe stato un bruco?» chiese la guardia impettita trattenendosi dal ridere di gusto.
«Non so più cosa pensare, in verità…» fece Marcello calmo «ma venga, venga a vedere lei stesso.»
Condusse la guardia al centro del giardino dove indicò una galleria nel terreno con un’apertura del diametro di una ventina di centimetri.
«Non c’era l’altro giorno! E certamente non può essere stato un bruco.»
«Certo che non può essere stato un bruco!» gli fece eco la guardia seria e con aria seccata. «Questa è la tana di una talpa… lei ha semplicemente una talpa in giardino. Mi ha chiamato per questo? Si compri un comunissimo scaccia-talpe con onde a bassa frequenza da applicare al terreno e avrà risolto il suo problema!»
E prima che Marcello potesse replicare la guardia se ne era già andata via, brontolando tra sé e sé.
Lui avrebbe voluto aggiungere che nel frattempo gli era sparito il gatto, che due pneumatici della macchina erano scoppiati a seguito di alcuni grossi morsi e che, della pianta con le foglie a due punte, ora in giardino ne aveva molti altri esemplari, ognuno dei quali, peraltro, con una sola larva sopra. La situazione era dunque preoccupante anche se fosse stata solamente una talpa.
Marcello ci rifletté e arrivò alla conclusione che l’unico modo per uscire da quel problema era di bruciare piante e larve, sperando di essere ancora in tempo. Un bel falò e via…

Qualche giorno dopo, il vicino tornò da Marcello per sapere come stava procedendo la lotta contro l’insetto misterioso.
Trovò alberi abbattuti e, al loro posto, ovunque, piante con le foglie a due punte alte alcuni metri. C’erano anche diversi fori nei vetri delle finestre e nella porta di ingresso della casa e buchi larghi e profondi in tutto il terreno del giardino.
E di Marcello nessuna traccia.
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hat_gy
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26 pensieri su “Il bruco

  1. grazie, bellissimo! all’inizio si è materializzato davanti ai miei occhi l’orrido cimice bruno che mi sta “divorando” alcune piante…se lo trovo lo scaravento fuori…Poi l’atmosfera da incubo mi ha catturato. Dove sei Marcello? sei il cimice? sei la nuova piantina che sta sbucando dalla zolla ondulata? Ciao e alla prossima

  2. Proprio bello. E’ indubbio, “Briciola nel latte” ha maestria.
    Anch’io ho ripensato aa “Il giorno dei trifidi”. Ma in quel caso i “verdo” persero. Qui, a quanto pare, invece ….
    Complimenti vivissimi.
    banzai43

  3. Bello, anzi bellissimo!
    E se un giorno la natura “inventasse” un nuovo tipo di essere per far abbassare la cresta ai “padroni della terra”? complimenti Briciola, hai saputo creare un intero universo in poco spazio , concordo con @newwhitebear, è meglio di King (la mia opinione vale solo per me).
    A presto con un nuovo capolavoro!

  4. Bè… per la serie “fare di tutta l’erba un fascio!”…chiaro che se soccombe il gatto che ha sette vite non c’è scampo per nessuno…ahahah…sagacemente te stesso!!!

  5. Marcello, come here! Vabbè, poverino, e dire che banalmente gli sarebbe bastato sfogliare le prime pagine del Necronomicon per trovare una semplice soluzione al suo problema.

    ^_-_^

    P.S. Forse in questa frase c’è un refuso.

    “La stessa sorte toccò poco dopo all’albicocco che una mattina, sul tronco già abbattuto trovò in più punti tracce di scorticamento”.

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