Melissa osservava il marito: se ne stava accanto a lei facendosi condurre docilmente dal carrello; complice un’altezza ragguardevole e una magrezza sospetta (se non si fosse conosciuta la storia di quell’uomo) sembrava come al solito del tutto scollegato dalla realtà con la testa in un’altra dimensione. I capelli sottili, tendenti chissà perché all’azzurrino, erano arruffati più del solito, ribelli a qualsiasi disciplina che un pettine potesse assicurare, mettevano in evidenza gli occhi mobili e penetranti che guardavano senza vedere. Avrebbe potuto essere ovunque: sulla cima di un grattacielo in bilico su un’antenna, seduto in fondo all’oceano o proprio lì a far la spesa con lei.
Melissa non era mai riuscita a spiegarsi perché lo avesse sempre amato e continuasse ad amarlo come fosse il primo giorno. Forse per quella sua aria così indifesa, implume, per quella sua dolcezza pasticciona con cui riusciva a metterla al centro del proprio mondo, qualunque esso fosse.
«Però così non mi aiuti» sbottò a un certo punto lei impuntandosi nella corsia dei casalinghi. Lui, che si era sentito strattonare, diresse lo sguardo verso la donna senza riconoscerla.
«Non ho capito» fece subito dopo, riprendendosi.
«Ti sto dicendo che così non mi aiuti… pensi ai fatti tuoi… e così ci metteremo un sacco di tempo» fece lei cercando di fare il broncio senza riuscirci.
«No, affatto» cercò di smarcarsi. «È che non hai bisogno di me: te la stai cavando benissimo, tant’è che fino adesso non mi hai chiesto nulla…»
«Ah sì? Allora eccoti, sapientone, una precisa e chiara richiesta di aiuto: non riesco a trovare la candeggina… sono dieci minuti che giriamo a vuoto, non so se te ne sei accorto. È che in questo iper, a sistemare le cose sugli scaffali, sembra sia stato un burlone ubriaco.»
«Candeggina? Candeggina?» ripeté lui guardando un soffitto molto lontano intersecato da tubi di aspirazione, sensori antincendio e macchinari che sfidavano la gravità. «È alla corsia 34, di là, in quella direzione.»
Melissa non sapeva se ridere o preoccuparsi. La corsia 34 era poco distante. Ci arrivarono in un attimo e subito vide davanti a sé un intero bancone di confezioni di candeggina. Si aspettava che Carlo le dicesse ‘hai visto?’ ma era invece di nuovo sprofondato nei suoi pensieri. Afferrò una bottiglietta di quello meno caro e la posò piano piano nel carrello come per non disturbare il marito.
«E vediamo, allora,… il pane in cassetta dove lo potrei trovare?» chiese lei, appena dopo qualche minuto, a mo’ di sfida.
Lui guardò in basso, in direzione del punto dove aveva sentito giungere la voce. Metabolizzò la domanda della moglie anche se in ritardo. Ci pensò qualche secondo e poi disse:
«Pane in cassetta? Alla corsia 22, dove l’hanno messa da qualche giorno dopo aver risistemato la zona dei freschi che occupa adesso la zona sud. Il nuovo direttore ha voluto così» fece abbozzando un sorriso e allargando le braccia come per dire: ‘non è colpa mia!‘
Melissa che fino a quel momento aveva creduto che quella di prima fosse stata solo una botta di fortuna accelerò il passo verso la corsia 22. Avrebbe tanto voluto che il pane in cassetta non fosse affatto là. Invece, come poté constatare con grande meraviglia, si trovava proprio in quel posto, insieme a tutti i tipi di pane, da quello salato a quello sciocco, da quello sfuso a quello imbustato. «Ma come caspita…» fece lei squadrando il marito da capo a piedi. «Come fai ad avere tutte queste informazioni?»
«Non saprei… ascolto, capto qua e là, memorizzo…» fece lui come per scusarsi.
Melissa scosse la testa. La spesa era finita. Si diressero verso la linea delle casse.
«No, non andare dalla Lucia» disse d’improvviso lui «è appena rientrata da un periodo di congedo. Poverina, l’ha lasciata il fidanzato a pochi mesi dal matrimonio ed è molto depressa. Ma è anche parecchio lenta. Vai lì dalla Paolina, piuttosto, che l’hanno assunta da poco, anche se con una raccomandazione: è giovane, molto volenterosa, rapida e precisa.»
«Ma dai, Carlo, com’è possibile che tu sappia tutte queste cose…? Dimmelo, dov’è il trucco?»
«Ti ho detto che non lo so, Melissa. E poi perché non dovrei saperle, scusa?»
«Perché abitiamo a più di mille chilometri di qui e in questo iper ci siamo entrati solo per caso.»
«Ah sì?»
Ciao ma tu scrivi libri ? ☺
E’ in fase di editing il mio libro “Corso di scrittura creativa” che dovrebbe uscire entro l’anno.
Ah bene ☺
Goliardia allo stato puro. Un saluto. Univers
Ecco le solite donne! Siete sempre pronte a patteggiare per. ..Santippe! !
🙂
Un po’ surreale, ma vorrei tanto assomigliare a quel signore!
Se non altro perché sa sorprendere pur vivendo in un mondo tutto suo
O forse perché gli somiglio (anch’io – mi dicono – so sorprendere) ma come lui non riesco a rendermene conto.
Però è che neanche il protagonista del racconto se ne rende conto
Franco o Carlo?! 😝 pensavo fosse parte della storia ma poi non ne hai detto nulla….
In effetti è una mia svista. Avevo iniziato a chiamarlo in un modo e poi ho finito per chiamarlo in un altro. I protagonisti sono ovviamente solo il marito e la moglie. Ora correggo. Grazie.
Aspettando un tuo nuovo brano per Ferragosto…e intuendo che la tua vena poetica è in relax…ti faccio gli auguri ferragostani…ciao!
Anche se in ritardo, contraccambio
Grazie
L’ha ribloggato su StefaniaSanlorenzoe ha commentato:
Ipersensibilità oppure…?
Gradevole alla lettura/visione
Grazie
Che marito! E che finale :0
Allo 0 aggiungererei 1 davanti…per il 10…
Era una faccina sorpresa….
Sì, infatti 😌
Racconto bello, fiabesco, dolce.
(Non è che il marito fosse il direttore “segreto” del supermercato?)
Persino un giro al supermercato può diventare un bel viaggio/racconto attraverso la mente del protagonista, seguendo una logica apparentemente avulsa dalla realtà!
Mi sono un po’ soffermata davanti al pane “sciocco”… 😉
In Toscana si dice così, strana espressione vero?
Mi sembra un modo carino per indicare un tipo di pane.
Per ‘sciocco’ i toscani indicano il loro tipico pane non salato; per traslato, per persona sciocca si intende appunto una persona che non sa di niente, che non è sapida
fantastico il finale! ma tutto strappa un oh! di ammirazione. Dunque il nostro Franco ha le antenne lunghe!
Si…hai detto che è magro e alto…ma non hai fatto cenno ai lineamenti…al naso per esempio…😃
Naso affilato che sorregge un paio di occhiali dorati ma dalla montatura antiquata; occhi chiari e sognanti; labbra sottili e poco sporgenti;
Bravo…tu si che sai come far immedesimare una persona…però le labbra le preferirei carnose…hai presente il labbro “nervoso” con su un “bel naso”? Ecco così …
Nelle favole… 🙃
No…un tipo così esiste… in carne e ossa…”col bel naso”…ahahah
Si…un tipo così è da sposare…ma fisicamente non lo hai descritto affatto…come sarà? Acume e sapienza narrativa ben confezionate…bel pezzo…ciao
Siamo nel paranormale….
😊un bel racconto! Autobiografico?😊🙂
Forse un po’ 😉
uaooooo uaooooo e ri-uaoooooo!!!!! Non mi dispiacerebbe un marito così, potrebbe essere utile ….
Mi hai strappato un sorriso.