Il girotondo

«Marchino, come stai?»
«Eh? Ah ciao mamma, sì sì tutto bene.»
«Sicuro sicuro?»
«Certo, perché me lo chiedi?»
«Perché l’altro giorno sul tetto di casa tua, si è radunato un nugolo di corvi.»
«Ma dai mamma, cosa dici… non ci sono corvi da queste parti.»
«Figliolo, riconosco bene i corvi quando li vedo, sono nata e cresciuta in campagna e quando erano nei campi a beccare la semina io e tuo papà, buonanima, gli sparavamo con il sale grosso.»
«Sarà stato qualche corvo di passaggio, cosa vuoi che sia…»
«Erano tutti sul tuo tetto, Marchino, te lo assicuro; io che abito di fronte a te, li ho potuti vedere bene; il tetto brulicava talmente di corvi reali che sembrava si muovesse. Sono uscita a far la spesa e sui tetti dei vicini non c’era nulla; erano solo sul tuo e facevano un baccano d’inferno, non li hai sentiti?»
«Anche se fosse, mamma, cosa ci posso fare?»
«Credo nulla. Non ti ho telefonato per questo o meglio non solo per questo, visto che ora i corvi sono volati via; ti ho chiamato piuttosto perché c’è uno strano girotondo intorno a casa tua.»
«Girotondo? Quale girotondo?»
«Se ti affacci lo vedi. Sono grossi gatti completamente neri che stanno girando intorno al tuo giardino, e lo fanno incessantemente da qualche ora, in silenzio. È inquietante.»
«…»
«Marchino?»
«Sì?»
«Non è che hai ricominciato a fare le sedute spiritiche, vero?»
«…»
«Marchino…»
«No, mamma, cioè forse, non so…»
«Marchino!!!»
«Ma sì, mamma, eravamo tra amici qui, in casa, l’altra sera e ci annoiavamo un po’, e così…»
«Te l’ho detto troppe volte, non devi farlo, sei troppo bravo, finirai nei guai.»
(space)

(Dopo alcuni giorni)
«Figliolo?»
«Si, mamma?»
«Ho visto che l’altro giorno hai poi fatto venire il pitbull di Sandro…»
«Hai visto, mamma, che fuggi fuggi tra i gatti?»
«Sì, è stato proprio divertente… ma adesso come pensi di fare?»
«A che proposito, mamma?»
«Di quest’altro girotondo!»
«Altri gatti? Ma per la miseria adesso mi sono davvero stancato e…»
«No no, tesoro, non sono gatti. Ci vedo poco anche perché è quasi sera. Ma mi sembrano grossi caproni. Anziché a quattro zampe camminano in piedi, si danno la mano, sbuffano vapore dalla bocca e hanno uno sguardo un po’ troppo luminoso, direi rosso fuoco…»

dietro il racconto
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hat_gy
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21 pensieri su “Il girotondo

  1. Non credo a diavoli e dei, ma il breve racconto nella sua apparente semplicita’ e’ incisivo e penetrante, con varie sfumature di significato e tutto a prescindere dal credo. Bravo!

  2. Brrrrrrr…
    Io al diavolo ci credo, così come credo in Dio. Non ho visto caproni, se non nei film, ma la sua presenza e gli effetti sull’uomo sì. Una volta giocavo con gli spiriti…
    Ah, sono astemia e non prendo droghe.

  3. Che sfiga una madre così … ! Certo che Marchino sembra proprio segnato dalla malasorte, ma se quello è il Suo destino … Amen.

    Buona giornata.

    banzai43

  4. diciamo che Marchino è attratto da giochi pericolosetti. Storia inquietante al punto giusto. La madre impicciona? Beh, fossi stata io avrei fatto di peggio e di più sapendo delle passioni del Marchino. Avrei chiamato la neuro!
    Interessante il “dietro al racconto”.

  5. Comunque chi lo esclude che i tacchini non facessero un elogio funebre al gatto…che comunque dovrebbe avere 7 vite…quindi…è possibile che non sia del tutto morto…🐈

  6. Divertente!
    Venerdì scorso, per due volte, abbiamo evitato di investire dei gatti neri che ci hanno attraversato la strada mentre tornavamo a casa. Ma io non sono superstiziosa.

      • Tanto non credo nemmeno al diavolo, almeno come viene rappresentato dalla iconografia classica. Credo che la malvagità esista ed è una prerogativa umana: gli individui malvagi lo sono di propria volontà, non certo istigati da una entità che non si sa nemmeno se esista.

  7. Mi fanno più paura gli umani con intenti diabolici.
    Ma con una madre così assillante e apprensiva pensi che Marchino preferisca alla fine arrendersi ai caproni?

  8. CIAO…il pezzo è sagace ma anche inquietante…mah…come si può fare?
    Direi che ogni cosa deve avere un limite…come si dice “ogni bel gioco o dura poco o finisce a malcreanza” ovvero per andare bene anche in un gioco si mantengono dei limiti o finanche le intenzioni buone finiscono a male…

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