Tracce di una notte

sangue-rappresoAveva appena aperto gli occhi. Si stava gustando quella sensazione morbida di rilassatezza del risveglio, il sapore dolce di un sonno ristoratore e dei muscoli abbandonati tra le lenzuola. La luce del sole entrava prepotente nella stanza a richiamarlo all’evidenza del giorno fatto. Ma era domenica, nessun impegno all’orizzonte se non il dover inventare qualche ragionevole scusa per liberarsi in modo educato di Anita, la splendida ragazza conosciuta al pub la sera prima; c’era il concreto rischio, per la sua esperienza da scapolo maturo, che gli si sarebbe potuta appiccicare per il resto della giornata. Si voltò verso di lei.
Il letto era vuoto. Solo la impalpabile impronta della sua testa sul cuscino. Poi avvertì il rumore della doccia aperta nel bagno: allora era di là: si era alzata prima di lui.
Scese dal letto. Il giardino luminosissimo davanti a lui entrava nella stanza come se avesse voluto appropriarsene. Un merlo si dondolava sul ramo della mimosa; lo guardò stupito volandosene subito dopo con il suo tipico verso di allarme.
Trovò solo una ciabatta, l’altra forse era finita sotto il letto. Optò per rimanere scalzo, ma se ne rimase per un po’ in piedi in mutande incerto sul da farsi. Doveva aspettare che lei finisse in bagno per andarci lui, ne aveva proprio bisogno.
Passò davanti allo specchio. Il viso era stanco, quasi invecchiato. Poi vide che la maglietta della notte era sporca. Si guardò meglio. Era una macchia marrone colata giù come da un tubo rugginoso rotto. No, no: era sangue. Si avvicinò preoccupato al vetro per ispezionarsi bene. Non aveva ferite apparenti. Accese anche la luce della lampada. Controllò meglio tra le sopracciglia, all’attaccatura dei capelli, alla radice del naso. Nulla. Ispezionò la barba. Ecco, sì, c’era un taglio, piccolo, più profondo che largo. Si sarebbe detto un buco. Forse era stato l’anello di lei. Scherzando, la sera prima al bancone, le aveva chiesto perché lo portasse dal momento che era inquietante per quei bordi larghi e così taglienti; ma poi a casa – si sa come vanno questa cose – se ne era dimenticato. Il sangue si era comunque rappreso. C’era una crosticina spessa a coprire la ferita, come una capocchia di fiammifero. Ma sì, nulla di che. L’immagine che gli tornava dallo specchio era ora quella di un guerriero sopravvissuto a una notte d’amore. Un po’ di sangue ci stava pure.
All’improvviso realizzò che doveva urgentemente andare in bagno.
Ma quanto ci mette a fare la doccia?’ si disse. Non l’aveva giudicata una donna così ossessionata dalla pulizia.
Andò verso la porta come se quel gesto avesse potuto farla sbrigare. Forse se avesse usato il water non se ne sarebbe neppure accorta, chiusa com’era nel box doccia. Entrò, piano piano. I vetri del box erano aperti e nessuno dentro. Andava solo l’acqua: chiuse il rubinetto.
Perché lasciare la doccia aperta?’ Si chiese. ‘E dove è andata Anita?’
Aprì la finestra per far uscire il vapore; vide il vialetto di casa sua che tracciava un camminamento solitario nell’erba bassa sino al cancello chiuso. Ora che ci pensava non aveva visto gli indumenti di lei nella stanza. Chissà da quanto tempo era andata via. Si tastò la barba, in quel suo solito atteggiamento che spesso assumeva quando pensava. E all’altezza del pomo d’adamo, ben nascosto dalla peluria, sentì che c’era un secondo buco accanto all’altro e forse anche più profondo. Andò di nuovo allo specchio.
C’era una scritta con il sangue sul vetro, emersa dal vapore asciugato dall’aria del mattino:
È davvero molto buono il tuo sangue, grazie’.
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hat_gy
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37 pensieri su “Tracce di una notte

  1. Anita la vampira. ce ne ha messo del tempo a capire che gli aveva succhiato tutto il sangue. E lui cosi tranquillo, esangue – e ci credo 😀 – pensa alle funzioni corporali.

  2. leggerti è sempre gradevole, questo racconto poi fila liscio liscio fino alla sorpresa finale…mi ha fatto sorridere lo scapolone quando gli scappa la pipì, e alla fine mi sono chiesta: beh, ma adesso anche lui è diventato un vampiro? certo che sì, così vuole la tradizione, quindi lo scapolone diventerà un pericolo ancora maggiore per le fanciulle (spero che non incontri le più sprovvedute) , ma avrà anche lui la sua bella dose di problemi!

  3. Eeee i vampiri da qualche anno vanno di moda.
    E poi una notte d’amore vale pure due forellini…(lo dico con delicatezza perchè a prima battuta mi è venuto in mente qualcosa di piccante..)

  4. E lui? Si è a sua volta trasformato in vampiro? Temo che la vendetta generi altra vendetta…

    Anche i tuoi racconti lasciano il segno 🙂

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