Helga

incuboScivolò attraverso la finestra dentro la camera da letto buia come se non avesse consistenza. Si avventurò senza fare il minimo rumore fin verso il letto di lei e la vide all’improvviso oltre la sponda, addormentata tra le lenzuola di seta, come un oggetto prezioso perduto. Era bellissima, così anche senza trucco: i capelli sciolti e abbandonati sul cuscino, un corpo senza difesa, senza riserve. La luce di cortesia si diffondeva azzurra da chissà quale angolo della stanza e man mano che trascorrevano i minuti gli oggetti prendevano forma e vita nella penombra. Fece ancora qualche passo per vederla più da vicino. Lei stava sognando perché gli occhi, sotto le palpebre di velluto, si muovevano rapidi e guizzanti a inseguire ombre evanescenti.
‘Forse sta pensando a me’ si disse. E lei, come se avesse ascoltato il suo pensiero, si voltò appena emettendo un leggero gemito indecifrabile.
Ecco, ha appena pronunciato il mio nome’ pensò lui al colmo della gioia, ‘lo sapevo, lo sapevo’.
Si sedette sul letto. Lei si svegliò di soprassalto sbarrando gli occhi nello scorgere quella figura scura che le incombeva minacciosa. Lui subito la immobilizzò con il largo gomito mentre con una mano le tappò la bocca e con l’altra le afferrò il collo.
«Helga, mia dolce Amore… sono io, il tuo Max, non avere paura!»
La donna cercava di divincolarsi, ma il suo corpo minuto non poteva far nulla contro la forza soverchia dell’uomo che la stava stringendo sempre più.
«Sono io, Tesoro, sono venuto per rassicurarti… Credevi forse non lo avessi capito quel giorno, in via Archibugieri ad Alvona, quando all’improvviso uscisti dal negozio di quel gioielliere? Io stavo andando per fatti miei quando a un certo punto mi sono accorto che in strada, da dietro una macchina, c’era un tizio con una telecamera. Da come era appostato sembrava un cecchino pronto a far fuoco. Ma poi ne ho visto un altro che con il busto si sporgeva con un teleobiettivo chilometrico da dietro l’angolo di una casa e poi altri ancora. Allora ho capito che erano tutti giornalisti e che stavano aspettando qualcuno di famoso e mi sono fermato. Ho aspettato per un po’, incuriosito, e così, quando sembrava che nulla dovesse più succedere, ti ho vista uscire. Mi sei parsa un’apparizione: con quel tuo passo flessuoso, morbido, disinvolto come se il mondo fosse tuo e volessi regalarlo a tutti. Ti stavi dirigendo verso una macchina blu, ferma poco avanti in attesa, quando all’improvviso ti sei girata e mi hai sorriso. Sì, hai sorriso a me, proprio a me. In quel frangente sono rimasto sorpreso ma poi ho capito che ci eravamo scambiati una promessa, una promessa d’amore: saremmo stati per sempre uno dell’altra.»
Ora la donna aveva smesso di lottare e stava ascoltando allibita. La stanza era diventata un luogo irreale, un frammento solo pensato in un’altra dimensione.
«Anche quando ti sei sposata l’ho capito benissimo che scegliendo un uomo con il mio stesso nome volevi in realtà mandarmi un messaggio confermando che era me, in verità, che volevi. E lo so…» disse lui stringendo ancora di più inconsapevolmente il collo di lei «sono passati quindici anni da allora; avrei dovuto farmi vivo prima, ma, credimi, ho avuto così tanti problemi che non saprei neppure da dove cominciare per raccontartene anche solo una parte; ma ora sono qui, tutto per te, possiamo recuperare il tempo perduto, possiamo finalmente stare insieme, anche come amanti.»
Lei aveva ripreso a scalciare, non riusciva più a respirare.
«Sei eccitata, lo capisco, ma così rischi di svegliarlo, tuo marito.»
In quel mentre si sentì un rumore provenire dall’altra stanza. Lui si voltò a fissare la porta e rimase immobile per un attimo. Di profilo parve un fiero minotauro che avesse sollevato le zanne dal suo pasto.
«La prossima volta che vengo facciamo l’amore, te lo prometto…» fece lui staccando le mani dal volto e dal collo della donna e alzandosi dal letto. Lei cominciò a tossire alla ricerca disperata di un filo di ossigeno. Lui si incamminò nella stanza per qualche metro e poi si girò:
«Come dici? Ah sì Tesoro… certo… ti amo anch’io.»
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hat_gy
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42 pensieri su “Helga

  1. Mi ha attratta la copertina di Nightmare before christmas, lo ammetto! Non pensavo di leggere un mini racconto che mi ha lasciato con il fiato sospeso… forse il tizio stava strangolando anche me, tanto ero coinvolta!!! Complimenti!

  2. …che poi riescono anche a convincersi di essere amati!
    Lei si salva, pensa a un incubo e scorda il minotauro. Tanto lui impiegherà altri venti anni (almeno si spera…) per rifarsi vivo.

  3. Mi aspettavo qualcosa tipo…uccisione del marito da parte dell’ammiratore stolker 🙂
    Bello e attuale questo racconto. Però se penso a quante volte l’amore può essere malato mi vengono i brividi.

  4. Tanto sospirare …per un finale macabro…ma il marito cornuto se ne accorgerà almeno per portare la fedifraga in ospedale? Qualche ruolo deve pur averlo…. perdindirindina!
    Bel pezzo… Ciao

  5. La mia in briciole? Ecco, mi è piaciuto per la sua scaltrezza, soprattutto il finale che avrei imamginato quasi diverso. Muore lei e lui ricomincia a vivere un’altra vita….pessimo finale avrei scritto io….molto più accattivante il tuo! Complimenti! Carlo 🙂

  6. Il protagonista sembra uscito da un romanzo di Stephen King: affetto da evidenti ‘turbe’, ma così metodico e ‘preparato’ da poter entrare senza difficoltà nella casa di una ‘vip’.

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