Silente Veleno

fiore‘In questo nascondiglio credo di essere al sicuro. Il contatto qui a Navòdgoro, in questa estrema periferia di Stalingrado, è stato chiaro: mi hanno individuato e fino a quando non avrò un nuovo passaporto non potrò allontanarmi. Non ci voleva. Proprio ora che la missione era pressoché ultimata: la migliore di tutta quanta la mia onorata carriera. Sono entrato e uscito dal Palazzo nel modo più spettacolare, beffando tutti controlli e i sofisticati sistemi di allarme. Collocare l’ordigno nel luogo che solo l’ambasciatore potrà usare è stato poi un capolavoro. Del resto mi chiamano ‘Silente Veleno’ mica per nulla. Sono inesorabile, rapido, silenzioso. Sì, un lavoro da professionisti quello di oggi, davvero pulito e senza sbavature. Al Centro avrò riconquistato quella stima e considerazione di cui ho sempre goduto. Dopo lo smacco di Istanbul e quell’errorino lo scorsa estate ad Alesund. Sì, sì: posso dirmi completamente riabilitato. Certo, non potevo immaginare che, nell’uscire dalla Sala delle Colonne, avrei incontrato proprio quel venduto di Vladimir Badijnski dell’NNK sovietico con cui avevo lavorato fianco a fianco nell’82 a Hong Kong nell’affaire Tatami, prima che lui passasse al nemico. È stata una leggerezza del Servizio di copertura. Spettava loro avvisarmi, e per tempo. E dire che quel fesso ha provato pure a spararmi; ma io sono stato, come al solito, più veloce di lui. Devo dire che ha messo su qualche chilo di troppo e i suoi riflessi si sono appannati con il tempo. Buon per me. L’ordigno per fortuna non l’hanno trovato: è nascosto troppo bene; almeno così mi dice questo rilevatore a onde corte. Resta il fatto che sono bruciato, bruciatissimo. Per fortuna questo nascondiglio è di livello 2 ed è testato come sicuro al cento per cento: non dovrei correre alcun pericolo. Perché allora mi sento così inquieto? Il mio sesto senso mi dice che qualcosa non va. Ma cosa? Se esco di qui adesso sono un uomo morto. Devo aspettare almeno che faccia buio. Per andare poi dove? Sono proprio in un brutto guaio. Altro che. Forse farei bene a ritelefonare al mio contatto per farmi assegnare una nuova base, magari di livello 1. Lo so, significa contravvenire al Protocollo, ma dopotutto me lo devono. Prima di notte l’ambasciatore sarà morto e questo grazie solo a me.
Oddio, c’è qualcuno alla porta. Stanno entrando, stanno entrando! Mi hanno scoperto, maledizione. La pistola è scarica. Mi fingerò morto’.

La donna entrò nella stanza lentamente. Anche se il corridoio era buio non accese la luce. Raggiunse a passi leggeri lo studiolo. Come al solito lui era lì, sulla sua sedia a rotelle, con il viso rivolto verso la finestra che dà sul parco. Un fascio di luce calava dai vetri illuminandolo come se fosse stato su un palcoscenico e fosse in procinto di cominciare la rappresentazione. Il viso era reclinato un poco di lato, con un pallore delle gote che era accentuato dalla sciarpa scarlatta che gli avvolgeva il collo. Gli occhi erano chiusi, immobili sotto le palpebre avvizzite. La sorprese constatare, sotto quella luce ingrata, quanto lui fosse invecchiato ultimamente. Gli tolse dalla mano il telecomando del televisore e gli tirò su il plaid che gli aveva regalato in modo da coprirgli oltre alle gambe parte del busto. Lo accarezzò, dolcemente, e sussurrò:
«Fra un po’ viene Maria per spicciare casa, papà. Ti voglio tanto bene, buon anno.»

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31 pensieri su “Silente Veleno

  1. Come capisco il vecchio. Io che ho sempre pensato di essere Pecos Bill, o Flash Gordon. E … ti farò una confidenza. Qualche volta lo sono stato e…, altra confidenza, … qualche volta lo sono anche ora.
    Non c’è vecchiaia senza sogni di giovinezza!
    Comunque sia, sei bravo. Cacchio se sei bravo.
    In amicizia.
    banzai43

  2. Dopo tanto torno, non temere. Bello il tuo racconto, perché si potrebbero azzardare due interpretazioni.
    Una : che il signore stesse ricordando davvero tempi passati della sua vita
    Due : che davanti al televisore , ascoltando i fatti tragici di Istanbul, fantasticasse.
    Del resto la vecchiaia può fare brutti scherzi.
    Carissimo ti faccio l’augurio per un 2017 ricco di piacevoli sorprese. Ti abbraccio forte. Isabella

    • Interpretazioni entrambe valide e interessanti.
      In realtà ho voluto rappresentare le ‘elucubrazioni’ di una persona anziana che non ci sta più con la testa e che, nella solitudine della sua vecchiaia, immagina di essere un agente segreto.
      Tanti cari auguri per un bellissimo 2017. Un abbraccio anche a te.

  3. Come sempre…disarmante!bravo ci sei riuscito anche stavolta a spiazzarmi.la stanza al buio,la sedia a rotelle,lui un po’chino…mi hai fatto venire in mente una scena de “La finestra sul cortile” di Hitchcock!Buon anno e…che la fantasia sia con te!

  4. un simpaticcissimo modo per augurare a tutti noi Buon Anno.
    Il vecchio ricorda i passati fasti ma il tempo passa per tutti, come si rinnova il 31 dicembre di ogni anno.
    Buon Anno e sia il 2017 creativo e fecondo di brillanti idee.

  5. Ciao…hai portato nel 2017 la tua splendida vena fantastica…credo che inventare di essere un anti-eroe serva al protagonista per combattere la noia
    ed immergersi in una vita diversa dalla propria…bravo…crei suspance fino alla fine!!!

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