PTO

tazzina-caffe-biscotto«Oh ciao Lucius, come va?»
«Abbastanza bene» rispose quello, poco convinto. Lucius posava entrambi i gomiti sul bancone dello spaccio dell’azienda: il collo e la testa erano un po’ piegati in avanti, come se stesse affrontando in bicicletta una salita ripida. La tazzina di caffè davanti a lui si stava raffreddando. «In realtà sono distrutto… ho passato tutta la notte a compilare il PTO.»
«PTO1 o PTO2?»
«PTO2!»
«Già è vero, il PTO2 è proprio tosto, però del resto ti tocca…» fece George non riuscendo a nascondere un po’ di invidia. «Se vuoi diventare un F4 e, in futuro, un fottutissimo G2, la strada è quella: lo SGA, il PTO1, il SORT e il maledetto PTO2.»
«Ti sei dimenticato l’intermedio A.R.G.O. con quella noiosissima e interminabile serie di stage…»
«Perché, li fanno ancora?»
«Certo, anzi, li hanno potenziati…»
«Meno male allora che io non ho nessuna velleità» disse George rosicchiandosi il labbro inferiore. «Rimarrò al settore BAFS per tutta la vita.»
«Sì, ma tu in fondo sei fortunato, sei un 102 e puoi usufruire della 306 sicché, con appena 25 anni di BAFS, dovrai aggiungerci solo un po’ di S.T.O.R.S. e potrai lasciarci con un buon board di farewell e un sicuro livello di CF6.»
«Chiamami fortunato! Sono stato in DBA per 41 giorni tra il diquì e il dilà e quando sono tornato in azienda volevano mandarmi in APT per un periodo di re-training e di self-help a tempo indeterminato, altro che BAFS! C’è voluto tutto l’intervento di Hank della RSP per ristabilire le priorità di impiego.»
«Non lo sapevo…» fece Lucius dando una scorsa all’orologio elettronico sul muro di fronte «ma allora hai avuto seri problemi…»
«Certo, stavo bello bello a estrudere l’ennesimo top nei tempi READ del TAB quando mi è venuto addosso all’improvviso, per un anomalo recrute, il braccio della SMARZ, con tutto il suo peso da 2 ton: mi ha disarcionato dalla cab che, come ben sai, non ha fences: manco fossi stato, insomma, un pillino di prima covata. Così ho fatto un volo di dieci metri. Grazie al cielo sono caduto su un cumulo di risboffi freschi di re-lined e mi sono fatto male il giusto.»
«Caspita, mi spiace davvero» disse George gettando un occhio su Helena, la nuova cameriera estone che si era appena chinata a raccogliere lo straccio che le era caduto.
«Ho salvato la buccia, è vero» seguitò George passandosi una mano tra i capelli grigi «ma addio carriera, altro che PTO1 o PTO2!»
Lucius si girò a guardarlo trovando due occhi tristi da cucciolo abbandonato; ma già stava pensando ad altro. Scese il silenzio tra i due. Si sentiva solo il rumore dei piattini e delle tazzine che, nel bar poco distante, un ragazzo stava impilando in modo sgraziato sopra la macchina del caffè.
«Hai saputo di Brett?» fece a un certo punto George che si era messo inconsciamente a massaggiarsi la gamba appesantita da tre piastre di titanio che gli tenevano fermo il femore.
«Brett?»
«Sì, Brett dell’RSB del settore Beta… sai quello un po’ jab con gli sten da un lato.»
Lucius prese un’espressione indecifrabile.
«Beh… in poche parole è deceduto.»
Lucius alzò le sopracciglia fini con aria interrogativa. No, questa proprio non l’aveva capita.
«È un R.I.P.» precisò George.
«Ah, un R.I.P.!» fece l’altro annuendo vistosamente. «Ma poverino!»
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30 pensieri su “PTO

  1. Ho trovato questo pezzo godibilissimo e frizzante : l’amplificatore dell’ ironia funge da correttore allo squallore un po’ burocratico del situazione

  2. E la moglie adultera come si potrebbe chiamare in sigle? Sdcadm andrebbe a pennello…ovvero signora godente con altro diverso dal marito…anche per evitare gli epiteti volgari che calzano al caso di specie…ahahah

  3. Finale grandioso! Bisogna vedere come è stato comunicato il decesso a Brett. Magari neanche lui si è ancora reso conto…

  4. Briciola, quanto ho riso.
    Sono tornata indietro a tanti anni fa, quando in ditta cominciarono le parole in inglese, acronimi che avrebbero strozzato anche un islandese.
    Sbadigli da smottamento mascella.
    Occhi pallati.
    Le riunioni interminabili con il finale tipico: avete qualcosa da chiedere?
    Io ormai non avevo più nulla da perdere e guardando il mio capo mi venne da chiedere tutto d’un fiato: sìchiaritemiunbeltric&ballactarantolato …

    Grazie. Hai reso l’idea.

    • Nel testo ci ho messo molta enfasi, ma nasce dalla constatazione di un uso sempre più evaporato e liofilizzato dell’italiano a tutto svantaggio di un linguaggio che paradossalmente comunica sempre meno (soprattutto quello ufficiale) lasciando fuori proprio le persone che sarebbero interessate a capire perché destinatarie di quella stessa comunicazione.
      Grazie, sempre a tono i tuoi commenti.

  5. Ciao…non ho capito proprio tutto…non ci sta un dietro al racconto con i sottotitoli degli acronimi…quindi mi sono concentrata sulle tazzine di caffè…
    con un bel caffè tutto si schiarisce….(la s è voluta e non è un refuso!)
    Bella la dinamica del frasario…tiene desta l’attenzione anche di chi si è perso sugli acronimi!

    • La comprensione delle sigle e degli acronimi non è rilevante per capire il testo (almeno così dovrebbe).
      E’ piuttosto una presa in giro di un certo modo di dialogare delle persone, modo che poi viene spesso esportato al di fuori dell’ambiente specifico di lavoro con la supponenza di esigere che tutti debbano sapere cosa quelle sigle e quegli acronimi significano.

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