Sussurri

Palazzo Te«E così lei ha comprato la casa dell’anziana signora Pina?» chiese Oreste da dietro il bancone. Aveva alzato il tono della voce per farsi sentire dagli avventori. Si capiva che era diventato il discorso degli ultimi giorni. La casa della signora Pina, un po’ fuori dall’abitato, si trovava accanto al cimitero comunale ed era stata in vendita per diversi anni. Nessuno del paese l’avrebbe infatti mai comprata: si diceva un gran male di quella villetta, in particolare che di notte si sentissero bisbigliare i morti e si avvertissero rumori in casa. Ci voleva giusto un acquirente di fuori, come Leonardo Cernuschi che veniva dal capoluogo senza conoscere la storia di quei muri.
«Sì, da una settimana» rispose candidamente Leonardo bevendo il suo caffè. L’uomo dai grossi baffi a manubrio che non smetteva mai di lisciarsi, guardò di sottecchi gli amici del bar e chiese ancora:
«E come si trova?»
«Ah… bene bene… è la notte, purtroppo, che dormo male.»
I risolini generalizzati, sino a quel momento a stento trattenuti, diventarono risate grasse e sguaiate.
«E sarà il letto nuovo…» disse Beppe che stava giocando a biliardo da solo, come sua consuetudine, fermandosi però per un attimo a ridere di gusto.
Leonardo e la casa divennero così ben presto il nuovo argomento di conversazione della gente di Lughi che, come si sa, non ha molte altre distrazioni; i paesani non sprecavano occasione per prenderlo in giro e farne oggetto di battute salaci, complice anche il fatto che l’uomo stava molto sulle sue e non dava confidenza. In effetti, durante la notte, sentiva un biasciare sussurrato che proveniva dal muro di confine con il camposanto, ma, a essere sinceri, non gli dava fastidio più di tanto; aveva imparato in vita sua a temere i vivi non i morti ed erano sicuramente molto più fastidiosi i compaesani che non smettevano mai di additarlo per strada.
«Perché non si fa dare i numeri del Superenalotto?» gli domandò il tabaccaio un giorno.
«Mi fa per cortesia salutare mio nonno, buonanima, da uno dei suoi nuovi amici? Sa, è morto l’anno scorso…» disse ancora un tizio che non conosceva neppure e che lo fermò a bell’apposta per la via.
«Certo che così può sempre contare su qualcuno con cui far due chiacchiere, anche nel cuore della notte…» si sentì dire alla nuca, mentre passeggiava, senza aver avuto voglia di voltarsi.
Insomma, stava diventando un inferno.

Trascorse altro tempo e una sera al bar qualcuno chiese:
«E che fino ha fatto il Cernuschi? Non lo si vede più in giro…» Era Remo, una carriera da calciatore professionista alle spalle; grande e grosso com’era, camminava ancora come se avesse i tacchetti sotto le scarpe.
«È arrivata una sua lettera, un paio di giorni fa…» rispose Oreste serio.
«E ce lo dici solo ora? Che dice, che dice?» chiese Beppe posando finalmente la stecca del biliardo.
«La devo proprio leggere?» fece il barman titubante.
Gli avventori si avvicinarono al banco, pronti a farsi le ennesime risate. Oreste si lisciò un paio di volte i baffi e lesse:

Carissimi, mi scuserete se per qualche tempo non mi farò vedere in paese. Mi trovo ai Caraibi… Vi ricordate di quel tale, Giulio Orsini? Credo proprio di sì. Tempo fa era il vostro commercialista, ma anche il vostro fidato consulente finanziario. So che si è ‘mangiato’ un mucchio di soldi, dei vostri soldi, tanto che in paese c’è chi è fallito e chi si è suicidato per la vergogna dei debiti. L’Orsini stava per essere arrestato dalla Guardia di Finanza quando è morto di infarto. Non ha fatto in tempo, insomma, a pagare con il carcere quel che ha fatto, ma non ha neppure fatto in tempo a dirvi dove aveva messo tutto il vostro danaro. Eh sì, perché non l’aveva affatto perduto in investimenti azzardati come vi aveva fatto credere: l’aveva solo nascosto, e pure sotto il vostro naso. Era diventato un gran peso per lui, poverino, e doveva rivelarlo a qualcuno. Ora posso assicurarvi che l’ha fatto. Aveva cercato anche di dirlo alla signora Pina, ma lei, come sapete, era mezza sorda e non ci stava neppure più tanto con la testa. Insomma questa lettera è per dirvi grazie, grazie a tutti, davvero. Non vi dimenticherò.
Leonardo Cernuschi.’
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35 pensieri su “Sussurri

  1. Bè però meglio i sussurri dei defunti che gli schiamazzi per le strade dei pazzoidi che osannano bellezze immaginate e persone immaginarie…e che mai vedono né vedranno …c’e’ di tutto sulla faccia della Terra…
    NOTTE!

  2. Chissà la faccia di Beppe, dell’ex calciatore e di tutti gli altri avventori… Mi immagino il rumore della stecca da biliardo mentre si spezza rabbiosamente!

  3. eheh, divertente.
    e più della trama ho apprezzato certi dettagli che rendono vivi i personaggi.
    vivo in un paesino e sì mi sono ritrovato in quest’atmosfera di curiosità un po’ morbosa dei paesani per ogni “forestiero” (per loro forestiero è anche chi si è trasferito lì dal comune confinante!)
    ml

    • Anche a me, nonostante siano anni che vivo in questo paesino, succede ancora che mi guardino come se avessi due teste o quattro mani. Passo con la macchina o a piedi e mi fissano senza ritegno; io li saluto e subito fanno finta di guardare da un’altra parte e ovviamente non rispondono perché, secondo la loro logica, non mi conoscono.

  4. Le mie sono proprio briciole, non scrivo molto e non commento mai… leggo a sbafo mettendo al massimo un “like” quando qualcosa mi colpisce. Mi piace il tuo stile perché è essenziale e perché c’è sempre una sottile vena umoristica. In questo caso è un po’ meno velata e il raccontino è proprio divertente. Bravo!

  5. È anche vero che chi li possedeva in partenza non li meritava per niente, moralmente quei compaesani sono paragonabili a dei cani che non fanno altro che abbaiare al vento, ennesima prova che i soldi potranno comprare un sacco di cose ma di sicuro non compreranno mai cultura, intelligenza e men che meno riusciranno a levare di dosso il puzzo dell ignoranza a dalla grettezza umana

  6. Bella lezione per tutte le malelingue ignoranti che non hanno di meglio da fare che di passare la giornata facendosi i gargarismi e sciacquandosi la bocca con i fatti e la vita degli altri. CHIACCHIERATE MENO E ASCOLTATE DI PIÙ BABBALEI!

  7. Evviva il signor Leonardo. Che la lettera dica il vero, oppure no, il racconto è bello. Da dedicare a tutti i morti onesti.
    Bye bye, banzai43

  8. Mi piace pensare che Leonardo Cernuschi non si sia realmente appropriato di quei soldi sporchi di sangue ma che si sia servito della lettera per dare una lezione a chi non avrebbe compreso altro ‘linguaggio’.
    Bel racconto!

  9. AHAHAHAH!!! Alla faccia di chi ti prende in giro e ti parla alle spalle. Avrei voluto vedere la faccia di tutti quegli avventori!!! 😀
    Comunque, come sempre, complimenti per questa storia!!

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