Sussurri

comignoloSi risvegliò all’improvviso da uno dei suoi soliti incubi che da qualche tempo lo affliggevano. Eppure quel periodo era più calmo di altri e l’imminenza delle ferie, senza grosse grane sul lavoro, avrebbe dovuto renderlo tranquillo. Eppure non era così.
Ci mise come al solito qualche secondo per capire che ciò che gli stava agitando il cervello era solo il parto della sua fantasia. No, non si era dimenticato di quella tal scadenza o di inoltrare quella tal pratica. Non si era verificata nessuna dimenticanza disastrosa, né avrebbero scoperto quella cosa terribile che aveva fatto di cui però non ricordava nulla. Era tutto a posto. Sospirò.
Si adagiò nuovamente sulle lenzuola appallottolate e bollenti: dalla finestra aperta non entrava un fiato d’aria. Cercò di fare il vuoto nella mente per prepararsi a un’altra ondata di sonno, ma quello fu anche il momento in cui, come una lusinga dimenticata, sentì provenire dall’altra stanza il vocio di due persone che sussurravano tra loro come per non farsi sentire. Con chi aveva da parlare a quell’ora del mattino sua moglie? Girò il cuscino alla ricerca di un lato fresco trascurato, cercando di ricordarsi dove avesse messo i tappi per le orecchie. Poi spalancò gli occhi. Non era a casa sua, in città, ma in quella di campagna: ed era solo. O almeno avrebbero dovuto esserlo.
Scese lentamente dal letto infilando le ciabatte di panno e se ne stette per un po’ in corridoio, gli occhi chiusi, orientando le orecchie di lato per capire da dove provenissero quei suoni. Tutto taceva. Ma sì, forse quel rumore proveniva da fuori. Si convinse. Stava per rientrare nella sua camera da letto quando lo risentì. Macché, veniva dalla cucina! Portò con sé, chissà per quale motivo, il cuscino che gli era rimasto in mano. Forse pensava che avrebbe potuto prendere a cuscinate l’ignoto ladro o ripararsi da lui mentre veniva colpito ripetutamente da un coltellaccio. È strano quel che passa a volte per la mente nel dormiveglia. Ma sta di fatto che procedette deciso brandendolo come un’arma.
Giunto in cucina, nel chiarore della luna che chiazzava di bianco la stanza deserta, rimase immobile come se si fosse rappreso nella scagliola; non respirò neppure. Il ticchettio dell’orologio a muro rifaceva in modo assordante il verso del suo cuore. Trascorsero così altri cinque minuti fino a quando risentì quelle voci bisbiglianti. Si guardò attorno. Da dove provenivano? Seguì con attenzione la fonte del suono e non ebbe più dubbi: fuoriusciva come un gas dalla cucina economica, più esattamente dallo sportellino aperto del vano per la legna. Questo non poteva che significare che c’era qualcuno sul tetto, accanto al comignolo. Mollò finalmente il cuscino per terra e salì al piano superiore, in terrazza. Il comignolo si trovava aggrappato alla falda ovest del tetto e il muro di contenimento del terrazzo lo nascondeva del tutto. Prelevò una sedia dalla sala, senza far rumore, e la sistemò nel punto giusto. Vi salì lentamente sporgendosi appena oltre la linea del muro. Due figure diafane dall’incerta consistenza stavano parlottando di schiena accanto all’imboccatura del comignolo. Una gesticolava vistosamente mentre l’altra l’ascoltava con attenzione. Non poteva credere ai propri occhi. Si posizionò meglio, ma spostando il peso dall’una all’altra gamba la ciabatta gli sgusciò di sotto facendo traballare la sedia. Ne uscì un rumore sordo anche se attutito. Imprecò. Poi alzò di nuovo lo sguardo verso il tetto e davanti a lui vide che c’era solo una luna finta tanto gli era vicina; oltre a un mare di tegole che avevano preso a brillare per la rugiada del mattino.
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26 pensieri su “Sussurri

  1. Racconto anch’esso piacevole. A mio parere meno curato di altri. Con il caldo descritto non erano meglio delle infradito piuttosto che ciabatte di panno?

    Comunque sia Ti rinnovo complimenti, come in passato.
    Buona serata.

    banzai43

  2. Il rumore improvviso fa svanire il sogno e i suoi personaggi…
    Questa casa di campagna immersa nel caldo pare di vederla,complimenti !
    Buona giornata ☕️☕️☕️☕️☕️

  3. Mi colpisce questa punto”un’altra ondata di sonno…”, rende l’idea del torpore tanto da farmi immaginare di sentire russare…e anche quando dici “Girò il cuscino alla ricerca di un lato fresco trascurato” è una sensazione che conosco…la cosa fantastica è che in un brano che dovrebbe incutere pathos riesci ad infilare degli spunti in contrasto che portano tranquillità!!!
    FANTASTICO!!!

  4. Alla voce narrante è andata bene. Ha visto due persone diafane come fantasmi, una luna finta e delle tegole brillanti per la rugiada ma soprattutto non è caduto dalla sedia.
    I tuoi racconti sono sempre da leggere e da prendere a esempio.

  5. Ma …ci si potrebb
    e fantasticare a vuoto o cogliere nel segno…mi piace quando consenti al lettore il libero arbitrio senza imporre un tuo finale…sei molto democratico.Ciaooo

  6. Pingback: Sussurri di Briciolanellatte | WRIPAINTER's Blog dal 2006

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