Aleppe

fonte battesimaleLe scarpe blu di vernice del bambino si sentivano appena per la chiesa. Erano rumori lievi tra statue di santi e ceri accesi. La mamma, poco distante, stava pregando, anche se non distoglieva lo sguardo da lui che saltellava leggero lungo la navata centrale. Poi il bambino si avvicinò alla fonte battesimale di basalto e la sua attenzione fu attirata da una increspatura sul pavimento. Era una fenditura bruna, a zig zag, come se l’intero edificio avesse avuto un fremito e si fosse spaccato in quel punto. Il bambino, che chiameremo Giorgino, non poteva conoscere la storia di Aleppe, una storia particolare risalente addirittura al 1802 di cui si era persa ogni memoria. Se l’avesse conosciuta, forse, non si sarebbe fermato proprio lì.
Aleppe era un demone molto giovane, ma molto intraprendente, che aveva in animo di realizzare qualcosa di memorabile per mettersi in mostra e salire di considerazione a chi di dovere; fu così che, dopo tanto pensare, volle tentare l’impresa di entrare in un chiesa e rubare delle ostie consacrate per poi disperderle in un letamaio. L’idea gli piaceva molto, era ambiziosa, nel suo stile, ma doveva trovare il modo per riuscire a penetrare nella cattedrale resistendo alla sacralità del posto, quel tanto che sarebbe bastato, insomma, per arrivare sino alla pisside e portarla via.
Dovette aspettare a lungo il momento giusto che, finalmente, si presentò un giorno, al meriggio, sotto forma di una suora novizia, Maria Celeste, di appena anni sedici; la capretta, che il convento allevava per il latte, temendo che i suoi piccoli fossero in pericolo, la caricò all’improvviso aprendole la pancia con le corna aguzze e lasciandola agonizzante all’ombra di un convolvolo. Aleppe, approfittò che una bestemmia sfuggisse dalle labbra della novizia, disperata di dover morire così giovane, per entrarle dalla gola e prendere possesso del suo cuore; la salvò anche da morte certa perché, per realizzare il suo progetto, aveva bisogno di lei: sapeva che se si fosse addentrato in chiesa nascosto in quel corpo illibato e benedetto sarebbe stato al sicuro come in un’armatura.
E così, una mattina, Aleppe si presentò sulla soglia del vasto portone della cattedrale. Tutto sembrava tranquillo: solo alcune donne pie, da un lato, sgranavano monotone il loro rosario; uno sparuto gruppo di persone se ne stava invece molto più avanti, intento in chissà quale rito. Aleppe era titubante: la maestosità del luogo gli metteva soggezione. Sfidare però il Signore nella sua stessa casa era un’impresa degna di nota che lo inorgogliva. Si chiuse così nel mantello della suora e prese a percorrere lentamente la navata centrale. Nessuno badava a lui. Nessuno avrebbe fatto caso a una novizia entrata a pregare. Fece appena una decina di passi e subito avvertì fitte lancinanti al costato e alla testa. Tutto rimandava alla gloria di Dio, là dentro: lo sentì come una cappa soffocante e dirompente. Andò avanti lo stesso, doveva riuscire ad ogni costo. Cominciò a zoppicare e a respirare a fatica. Capì che non ce l’avrebbe fatta a resistere a lungo: doveva fare presto. Accelerò il passo, trascinandosi, anche se i dolori al ventre e alla gola diventavano sempre più insopportabili. Ancora pochi metri lo separavano dal tabernacolo, serrò i denti ma nello sforzo la ferita alla pancia gli si riaprì. In quel mentre, accanto a lui, una madre staccò dal suo seno un bimbo di pochi mesi e lo avvicinò al prete che con l’acqua dalla fonte battesimale bagnò la fronte del neonato. Una goccia infinitesimale di quell’acqua benedetta scivolò via toccando un lembo del mantello di Aleppe. Lui prese a tremare. Brividi violenti presero a squassargli il corpo divenendo ben presto convulsioni. Il demone prese a lacerarsi come carta bruciata per poi sciogliersi in un liquido nero che spaccò in due il pavimento saettando come per ritirarsi. Rimase solo una bruciatura su quel marmo antico, un’ustione profonda per chilometri e chilometri sino al centro della terra. Proprio lì Giorgino, ora, stava giocando. E un soldatino di plastica consumata gli cadde dalle mani.
«Mamma» disse rialzandosi subito dopo averlo raccolto. «Ma è caldissimo qui il pavimento!»
«Vien via» gli comandò lei facendosi seria e segnandosi tre volte «vieni via, subito.»

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30 pensieri su “Aleppe

  1. si, leggerti è un vero piacere…appena posso mi faccio sempre un giro dalle tue parti e ogni volta confermi che non è stato vano, anzi! La tua bravura nel descrivere situazioni, stati d’animo, angosce, gioie è sempre coinvolgente. Complimenti. Ciao

  2. Mi ricorda, anche nel modo di proporre, alcune storie di Anton Giulio Barrili, uno dei narratori più famosi (e più dimenticati) del nostro Ottocento. Il racconto risulta molto ben riuscito e molto piacevole.

  3. Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Aleppe non smentisce il detto. Anche se si nasconde nel corpo di una novizia, subisce comunque l’ira del Signore.
    Una bella storia dove cogli a pretesto l’innocenza del bambino per raccontare la storia del diavolo Aleppe.

  4. Pape Satàn, pape satàn Aleppe……mi hai fatto tornare in mente Dante.
    Bello questo racconto, sembra quasi una leggenda di quelle che mi raccontava la bisnonna quando passavamo le serate invernali nella stalla a “fare filòs”.
    Buona domenica.

  5. Per un attimo ho temuto che potesse succedere qualcosa al bambino con quel simpatici nome… poverino, stava gia’ soffrendo le pene d’Inferno per le scarpette di vernice strette… 🙂

    • Ho temuto anch’io per il bambino mentre stavo scrivendo…
      Ho pensato a una mano ossuta che fuoriuscisse all’improvviso dalla spaccatura del pavimento, afferrasse Giorgino e lo portasse giù con sé.
      Poi mi sembrava un po’ troppo Scary movie. 🙂

  6. BUONGIORNO, mi piace come accendi la curiosità, lasciando con il fiato sospeso, in un vortice di stati d’animo, dove si intrecciano personaggi positivi che si destreggiano tra demoni e pensieri malvagi…mi piace anche l’ingenuità di Giorgino che si avvicina al pericolo ignaro ed incosciente e la fermezza della mamma che gli impone di allontanarsi subito (hai molto ben reso questi stati d’animo naturali) e ho letto la storia di Aleppe, il demone malvagio che deve inserirsi in un contesto di buoni sentimenti per cogliere un varco : dai proprio il senso della lotta tra il bene e il male…FANTASTICO!!!
    Grazie, anche per il fatto che non annoi mai e non sei mai monotematico e neppure banale!
    CIAO!

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