A spasso per casa

footstepsLe notizie sul giornale erano meno interessanti del solito. Posò il quotidiano sul tavolino del bar chiedendosi perché si ostinasse a comprarlo. Alcune briciole della brioche, per un colpo di vento, uscirono dal piattino.
E fu quello il momento in cui vide davanti a sé Ovidio, pallido, come un fantasma infarinato. Era davanti a lui, immobile, lo sguardo perso. Pareva fosse arrivato sin lì da sonnambulo tanto aveva l’aria assente.
«Ciao, Ovidio» gli disse Carlo, cercando di essere gentile. «Prendi qualcosa?»
«Eh?» rispose lui come se si fosse accorto solo in quell’attimo che non si trovava nel letto a dormire.
«Ti ho chiesto se vuoi qualcosa da bere…»
Ovidio, senza rispondere, si sedette di scatto passandosi nervosamente più volte la mano sul ciuffo spostandolo ogni volta di lato non appena tornava al suo posto.
«Si può sapere cos’hai?» lo incalzò Carlo.
«Mi sta succedendo una cosa terribile. Sapessi!» Effettivamente non l’aveva mai visto così. Il viso sembrava gonfio ma al tempo stesso smunto, gli occhi infossati, le labbra cascanti. «Sono giorni che non dormo» seguitò.
Carlo, lentamente, piegò il giornale in modo ordinato: tanto aveva capito che non sarebbe riuscito a finire la colazione in pace. Cercò di ricordarsi come si faceva un sorriso di circostanza che paresse sincero, quindi prestò all’amico la dovuta attenzione.
«Le prime notti sentivo qualcuno passeggiare sopra alla testa…» continuò Ovidio indicando con l’indice ossuto una nuvola di passaggio. «Rumori forti, pesanti… rumori di scarponi, insomma. Nel cuore della notte, capisci?»
«Sì sì, capisco. Che problema c’è? Non fai altro che andare dal tuo vicino e gli dici cortesemente di smetterla!» Ovidio guardò l’amico senza aver la forza di replicare. «Ah, già è vero. Abiti in un attico…» si riprese subito Carlo arrossendo «…oddio e chi può essere, allora?»
«Appunto, non ho che piccioni sopra alla testa e non mi risulta che indossino scarpe con il carrarmato. E questo è niente. Due notti fa, il rumore si è fatto ancora più presente. Sembrava provenire sì dal soffitto ma, come dire…, anche dall’interno della casa.»
«E com’è possibile?»
«Erano le tre di notte e mi sono svegliato per il baccano. Ho alzato lo sguardo e ho visto.»
«Visto cosa?»
«C’erano impronte di scarponi sporche di fango.»
Carlo rimase senza parole. «Sul soffitto!?!»
«Già, sul soffitto! Ieri notte è successa la stessa cosa, solo che vedevo le orme formarsi mentre venivano impresse, come se qualcuno stesse camminando in quell’istante, davanti a me, a testa in giù. Mi sono spaventato, e ho preso persino una scopa, menando botte a destra e a manca, caso mai ci fosse stato qualcuno. Ma niente!» Ovidio non riuscì a terminare la frase perché si era messo a piangere a dirotto. Doveva avere i nervi a pezzi. Carlo si guardò in giro, imbarazzato, non sapeva che fare. Poi si fece coraggio e gli pose una mano sul braccio per mostrargli tutta la sua comprensione. Ovidio, per tutta risposta, si levò di colpo dalla sedia. «Scusa, scusa» farfugliò guardando per terra e allontanandosi.
Qualche settimana più tardi, Carlo incontrò di nuovo l’amico al supermercato. Lo vide rilassato, sereno, persino allegro. Ne fu sollevato.
«Com’è andata, poi?» gli chiese curioso.
«Com’è andata, cosa?» domandò Ovidio sorpreso.
«Come cosa? Il tizio… quello che camminava a testa in giù a casa tua…»
«Ah, quello! Beh… ho cercato di reagire. Pensa che in quei giorni ero così disperato che sono andato a chiedere aiuto persino a un esorcista.»
«Addirittura!»
«Sì, è venuto a casa mia e, appena ha visto le orme degli scarponi, se n’è andato scocciato. Mi ha detto che il diavolo non fa l’alpinista, né l’acrobata…»
«E quindi?»
«E quindi qualcosa deve essere però successo perché da quel giorno la ‘presenza’ si è tolta gli scarponi. Passeggia sempre a testa in giù, però almeno non fa rumore» disse Ovidio facendo spallucce.
«E ti va bene lo stesso? Non ti dà fastidio, voglio dire, avere un tizio che passeggia di notte, in questo modo, a casa tua?»
«Dalle orme che lascia del piede nudo, come se fosse appena uscito dalla piscina, il tizio in questione, in realtà… è una tizia… Ha un piedino piccolo, aggraziato, leggero: un amore. E poi, sai, io sono single e ho sempre desiderato avere una donna per casa.»

39 pensieri su “A spasso per casa

  1. L’ esorcista lavora anche nei giorni festivi? Alcuni poveretti/e potrebbero essere bisognosi7e…ahahah
    CIAO

      • Nei festivi si aggirano nelle strade perché hanno più tempo…quindi l’esorcista dovrebbe intervenire “calmandoli in blocco”…VOGLIO STUDIARE DA ESORCISTA: te lo avevo già scritto in un commento in un brano dell’anno scorso o sbaglio ? Rilassati e ciao!

        • Ma in verità delle moltitudini vocianti mi è sempre interessato zero (che si esorcizzino da sé!).
          Cmq quel brano con questo commento non lo rammento: ho spulciato a ritroso e nulla…grazie per i tuoi brani, densi di significato e acume!
          CIAO!

  2. Ovidio è un grand’uomo! Ora mi spiago che non sono io a smarrire gli oggetti per casa, è un fantasma che si diverte a nasconderli! fiuuuuu ora dormo tranquilla 🙂
    besos
    Sally

  3. Ciao Briciola che belli i piedini con i sassi! Simpatico racconto…quando c’è una donna di mezzo diventa tutto piacevole per Ovidio! Bravo!

  4. e anche molti uomini non lo avrebbero capito che non serve “molto rumore”….infatti come dice un vecchio proverbio “la pecora che bela perde il boccone”…ahahah

  5. Comunque la presenza è intelligente…ha capito che non deve fare rumore…molte donne chiassose non lo avrebbero capito!!!
    ahahahah
    Ciao

  6. Avvincente! E il finale a sorpresa, poi, delizioso (quando ho capito l’antifona mi è venuto da pensare ad una “fantasma in tacchi a spillo”…)
    🙂
    Baci

  7. Bello, mi piace proprio…la voglia di una presenza femminile ha preso corpo in casa di Ovidio e del resto lo aveva capito l’esorcista che non c’era nulla da fare per scacciare la presenza…forse però timidamente prenderà possesso anche di altri spazi, il letto, l’armadio…quindi meglio che Ovidio incominci pure a stringere i panni nell’armadio e le scarpe nella scarpiera, perché la nuova presenza deve mettere le sue cose al comodo…ma io credo che il finale giusto sarà che Ovidio deve vuotare l’armadio per far entrare tutti i vestiti della nuova presenza!!! AHAHAHAHAH
    Mi hai fatto ridere di prima mattina, grazie!
    CIAO

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