Suoni del vivere

gatto di ceramicaSono seduto sul gradino del portico. Davanti a me la mia campagna, i miei colori, i miei suoni.
Sto diventando sordo, con l’età; un’ineludibile certezza che mi si è affiancata con discrezione come un’amica inattesa che reclamasse di essere aspettata per fare il resto del cammino insieme.
Ma questo non m’impedisce di avvertire ancora i rumori del paese, come un caldo sottofondo che mi accarezza il viso a ondate impalpabili, un velo che risale il fiume e le rogge quasi una nebbia di vibrazioni, una specie di pentola del sugo che brontola sommessa sul fuoco in cucina.
Né m’impedisce di sentire attorno a me la presenza del mio mondo: del gatto che s’attorciglia nervoso su se stesso per pulirsi la coda, del volo confuso di un merlo spaventato da chissà cosa, del passaggio frettoloso di un bombo alla ricerca dell’ultimo nettare da suggere.
E non m’impedisce neppure di immaginare i suoni che non sento più ma che so essere nell’aria: il pianto della bimba che intravvedo passare laggiù per la strada assolata, il clacson della macchina del panettiere che distribuisce il pane fresco nel chiacchiericcio del quotidiano e dei convenevoli di rito, i mille rumori di una casa che, ora alle mie spalle, respira e vive con me e per me. Sono tutti suoni che danzano nel sole, che ricostruisco nella mia mente e quindi esistono, come il pulviscolo argenteo di lune perdute.
E poi ci sono tutte le cose belle che non hanno un loro rumore: i raggi di sole che in questo tardo autunno mi scaldano la pelle, l’erba che cresce offrendo al cielo il profumo dei propri fiori, il filo dei ricordi che appannano la mente come fazzoletti liberati nel vento.
E soprattutto c’è il tuo sorriso di miele, anche se un po’ venato di tristezza per questo giorno che sta inesorabilmente passando; perché sei consapevole come me che, neppure prendendomi per mano, il tempo di oggi si potrà fermare.

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27 pensieri su “Suoni del vivere

  1. sono tornata a leggerti e ne valeva la pena. hai un’animo sensibile e una scrittura delicata e mai banale

  2. Ciao Briciola, dolcissimo e struggente racconto che invita a riflettere sul tempo che va…..Complimenti è stupendo.
    Elena

  3. Un post che in superficie appare velato di malinconia per un tempo che non c’è più, come potrebbe far immaginare la chiusa
    ‘sei consapevole come me che, neppure prendendomi per mano, il tempo di oggi si potrà fermare.’
    In realtà è la consapevolezza che il tempo passa e noi invecchiamo. La voce narrante pur tra mille malanni, tipici del passare del tempo resta sereno e non si agita, perché sa che ‘E soprattutto c’è il tuo sorriso di miele,’ a fargli compagnia.
    Un piccolo pezzo di bravura che racchiude tutto quello che dobbiamo fare quando l’età avanza nei numeri.

  4. bellissimo. Ed è proprio così: non impedisce un milione di cose e nemmeno la consapevolezza del tempo che, inesorabile, va avanti col suo carico di bellezze e problemi vecchi e nuovi.
    Però quel sorriso di miele accanto è l’antidoto a tutto.

    • C’è una frase di Seneca che mi è sempre piaciuta: ‘il destino guida chi è consenziente, trascina chi si oppone’.
      Anche se ritengo che il nostro futuro sia in gran parte nelle nostre mani, opporsi al fardello di ineluttabilità della vita (tra cui il tempo che trascorre) significa prima o poi farsi travolgere.

  5. Bello…ma il tempo vissuto si ferma da solo secondo me!
    E se non si fermasse poco male…toccherà rincorrerlo e non rimpiangerlo da fermo!

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