Sono seduto sul gradino del portico. Davanti a me la mia campagna, i miei colori, i miei suoni.
Sto diventando sordo, con l’età; un’ineludibile certezza che mi si è affiancata con discrezione come un’amica inattesa che reclamasse di essere aspettata per fare il resto del cammino insieme.
Ma questo non m’impedisce di avvertire ancora i rumori del paese, come un caldo sottofondo che mi accarezza il viso a ondate impalpabili, un velo che risale il fiume e le rogge quasi una nebbia di vibrazioni, una specie di pentola del sugo che brontola sommessa sul fuoco in cucina.
Né m’impedisce di sentire attorno a me la presenza del mio mondo: del gatto che s’attorciglia nervoso su se stesso per pulirsi la coda, del volo confuso di un merlo spaventato da chissà cosa, del passaggio frettoloso di un bombo alla ricerca dell’ultimo nettare da suggere.
E non m’impedisce neppure di immaginare i suoni che non sento più ma che so essere nell’aria: il pianto della bimba che intravvedo passare laggiù per la strada assolata, il clacson della macchina del panettiere che distribuisce il pane fresco nel chiacchiericcio del quotidiano e dei convenevoli di rito, i mille rumori di una casa che, ora alle mie spalle, respira e vive con me e per me. Sono tutti suoni che danzano nel sole, che ricostruisco nella mia mente e quindi esistono, come il pulviscolo argenteo di lune perdute.
E poi ci sono tutte le cose belle che non hanno un loro rumore: i raggi di sole che in questo tardo autunno mi scaldano la pelle, l’erba che cresce offrendo al cielo il profumo dei propri fiori, il filo dei ricordi che appannano la mente come fazzoletti liberati nel vento.
E soprattutto c’è il tuo sorriso di miele, anche se un po’ venato di tristezza per questo giorno che sta inesorabilmente passando; perché sei consapevole come me che, neppure prendendomi per mano, il tempo di oggi si potrà fermare.
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Questo racconto è stato inserito nella lista degli Over 100.
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sono tornata a leggerti e ne valeva la pena. hai un’animo sensibile e una scrittura delicata e mai banale
Sarebbe davvero bello poter fermare il tempo e godere più a lungo di alcuni momenti!
Ogni volta che passo di qui, non riesco a non commuovermi. Sai davvero toccare le corde del mio cuore. Grazie. Per regalo ti lascio un mio link.Ti abbraccio .Isabella
http://isabellascotti.wordpress.com//2014/08/23/il-fluire-del-tempo/
Molto dolce, evocativo, soave, con uno dei temi che non finiranno mai di porre domande, argomenti e ispirazione. Bravo. A presto. Univers
E’ sempre un piacere leggerti.
certi suOni sanno di casa..
Ciao Briciola, dolcissimo e struggente racconto che invita a riflettere sul tempo che va…..Complimenti è stupendo.
Elena
bello ed intenso… l’inesorabile scorrere delle giornate… da assaporare ogni giorno e da memorizzare nei ricordi
un sorriso
Struggevolmente bello.
Bravo.
Beautiful piece!
AurumEve.com ~ A Global Aesthetic
Un post che in superficie appare velato di malinconia per un tempo che non c’è più, come potrebbe far immaginare la chiusa
‘sei consapevole come me che, neppure prendendomi per mano, il tempo di oggi si potrà fermare.’
In realtà è la consapevolezza che il tempo passa e noi invecchiamo. La voce narrante pur tra mille malanni, tipici del passare del tempo resta sereno e non si agita, perché sa che ‘E soprattutto c’è il tuo sorriso di miele,’ a fargli compagnia.
Un piccolo pezzo di bravura che racchiude tutto quello che dobbiamo fare quando l’età avanza nei numeri.
Mi è sempre piaciuta la tua capacità speculativa.
Grazie
Cerco di leggere tra le righe il messaggio che si vuole trasmettere.
dolci malinconie d’Autunno!
Letto e riletto con calma, perchè c’è pace nei suoni immaginati.
bellissimo. Ed è proprio così: non impedisce un milione di cose e nemmeno la consapevolezza del tempo che, inesorabile, va avanti col suo carico di bellezze e problemi vecchi e nuovi.
Però quel sorriso di miele accanto è l’antidoto a tutto.
C’è una frase di Seneca che mi è sempre piaciuta: ‘il destino guida chi è consenziente, trascina chi si oppone’.
Anche se ritengo che il nostro futuro sia in gran parte nelle nostre mani, opporsi al fardello di ineluttabilità della vita (tra cui il tempo che trascorre) significa prima o poi farsi travolgere.
sicuramente
Intenso, vero e di una enorme tenerezza! Che non ti manchino mai i suoi più belli!
Bello…ma il tempo vissuto si ferma da solo secondo me!
E se non si fermasse poco male…toccherà rincorrerlo e non rimpiangerlo da fermo!
così semplice, così emozionante…
Pingback: Suoni del vivere | Roma Pontificia - Papal Rome - Roma papal
L’ha ribloggato su "Amicus Christi" Roma Italia Rome Italy.
Grazie per le commoventi parole da cui traspare un animo sensibile.
Wow! È arrivato tutto il calore di quella mano. Buona giornata!
Stupende parole…
BELLISSIMO !