Cinthia

mongolfiere

Mia dolce Cinthia,
finalmente ti scrivo dopo mesi dall’ultima volta che ci siamo visti.
Devo essere sincero: ci sono rimasto piuttosto male non incontrarti più e avevo deciso di rispettare la tua decisione, come d’accordo.

Ma poi, durante tutto questo tempo, mi sono tornati in mente i bei momenti passati insieme. Ho ripensato in particolare alla prima volta che ci siamo incontrati, sul 15, su cui ero salito anch’io per far un giro per Alvona e tu era lì che invece cercavi una strada per un colloquio di lavoro. Ti ricordi? Avevi sul volto preoccupato un’espressione curiosa, intensa e tenera e, d’un tratto, mi hai rivolto la parola. Lo facesti in modo che, ti confesso, mi si annebbiò il cervello. Forse mi chiedesti se quella era la via taldeitali ma a me suonò come: ‘ti andrebbe se ora io e te scappassimo insieme?’
Così sono sceso, dietro di te, anche se era mia attenzione proseguire; e siamo andati tutti e due a quel colloquio dove, non so per quale motivo, ho improvvisato la parte del tuo ultimo ex datore di lavoro costretto per ragioni economiche a ridurre il personale, ma deciso a raccomandare le tue doti professionali. Ci siamo divertiti un sacco. Ma poi il tizio con cui parlammo non ti piacque e rifiutasti un lavoro già tuo.

Quelle che sono seguite sono state ore indimenticabili; ci sembrava così naturale perderci per la città parlando e scherzando. Sei una ragazza dolce, appassionata e sai ascoltare con quei tuoi occhioni tristi color del miele. Accidenti se mi manchi.
E così, quando a distanza di qualche settimana sono ritornato ad Alvona, ci siamo rivisti davanti all’anfiteatro, dove ci eravamo dati il secondo appuntamento. Eri bella più che mai e mi sembravi tanto felice di vedermi. E dire che potevi anche non venire. Non ci eravamo infatti mai dati il rispettivo numero di telefono. Avevamo pensato che sarebbe stato più semplice così, qualora non avessimo voluto più incontrarci: sarebbe bastato saltare l’appuntamento convenuto la volta precedente, senza dare troppe spiegazioni, e tutto sarebbe finito lì. In quei giorni, chissà perché, ci sembrava un’idea romantica, persino un gioco, anche se, in cuor nostro, sapevamo che non ne avremmo mai fatto nulla perché eravamo certi che avremmo continuato a frequentarci. Ma così purtroppo non è stato. La terza volta sei mancata all’appuntamento, come sai, e io mi sono sentito morire.
A distanza di tempo mi sono convinto che non potevano essere insincere le tue parole, né i tuoi baci, né ciò che abbiamo provato l’uno per l’altra; inoltre c’era la possibilità concreta che tu non fossi venuta solo per un mero contrattempo, un disguido che non mi hai potuto comunicare proprio perché non avevi il mio numero di telefono. E questo pensiero ora non mi lascia più dormire.
È per tale ragione che ti invio questa lettera. Lo so, fa molto antico, ma non ho altra scelta in mancanza di altri recapiti. Per fortuna è successo che ti ho accompagnato fino a casa: ciò mi ha dato la possibilità di memorizzare il tuo indirizzo. Almeno quello. Insomma, vorrei evitare che uno stupido contrattempo si metta crudelmente tra di noi.
Scusami, sono stato un insensibile a credere esclusivamente che non volessi più vedermi. Ti penso e ho tanta voglia di vederti. Scrivimi, ti prego, o telefonami a questo numero. Un bacio.
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Piegò la lettera nella busta e andò subito alla posta per spedirla. Non poteva aspettare un giorno di più e la inviò con una tariffa tale che ci mettesse il più breve tempo possibile ad arrivare.
Spiò il giorno seguente l’arrivo del postino. Ma fu solo il giorno successivo che lo vide far scivolare nella sua casella di posta una busta. ‘Aveva risposto, aveva risposto!’ si disse eccitato come un ragazzino. In un salto fu subito nell’androne. Aprì lo sportellino. Era la busta che aveva inviato lui. Sopra, qualcuno ci aveva scritto con grafia tremolante: “destinatario sconosciuto all’indirizzo”.

38 pensieri su “Cinthia

  1. Uomini e donne si cercano e si trovano
    ma non è neanche detto che succeda;
    dei sentimenti puoi non esser preda
    se vedi che alla fine non ti giòvano.

    Questo sostenevo in un post di qualche tempo fa di fronte alla virtuale evidenza dell’ineffabilità, imponderabilità e imprevedibilità dei meccanismi sottesi all’innamoramento, che è un modo circonvoluto e raffinato di ripetere il concetto da bar che “l’amore è un terno al lotto”.

    Qui, i giovani protagonisti lasciano fare al caso e ci restano dentro, che è un modo da bar, anzi direi proprio da Bar Gnocla dell’Oltretorrente Parmigiano, di ripetere il concetto circonvoluto e raffinato “hanno modo di pentirsene”.

    O almeno: l’Io Narrante lascia fare al caso, e lei SEMBRA assecondarlo ma in cuor suo chissà cosa escogita.

    Vallo a sapere…

    • L’incidenza della casualità nei rapporti umani ha sempre del sorprendente e dell’inquietante.
      Il caso (come la morte del resto) non sa scegliere perché non solo è cieco, ma agisce anche senza alcuna programmazione o scopo.
      Mischia, ingarbuglia, unisce, separa senza neppure saperlo o volerlo sapere o averne consapevolezza.
      Sicché, aiutarlo in questo gioco da roulette russa, forse è davvero troppo.
      Grazie per il tuo commento sempre puntuale.

  2. Molti amori veri finiscono per incomprensioni e semplici imprudenze, per esempio dire: abito in questa casa e poi non è vero, serviva solo a deviare. L’ho fatto anch’io, una volta, con un ragazzo che, al primo appuntamento, non mi era piaciuto. L’ho mandato al lato opposto dalla mia abitazione e sono mancata all’appuntamento successivo, ma non c’erano stati baci…

    • Mi sorprende molto che l’interpretazione, lato femminile, di questo racconto sia che la lei della storia non abbia voluto intenzionalmente più vedere il suo lui e che le strategie, da ‘cortina fumogena’, poste in atto, sempre e solo dalla ragazza, siano state esperite tutte in questa direzione.
      Il racconto invece l’avevo costruito, nel mio pensiero, come un amore ‘gettato via’ per l’ingenuità di entrambi i protagonisti, giovani e inesperti, che hanno giocato con le regole del caso, fin quando la vita non li ha messi davanti a una situazione imprevista o che non hanno voluto prevedere, giusto per non dovere vivere nella concretezza della realtà degli adulti: l’eventualità, cioè, di non potersi incontrare più per un mero contrattempo, cui non sarebbe stato possibile porre rimedio per mancanza di uno scambio di recapiti certi.
      Se poi la stessa lei, oltretutto, traslocò effettivamente, essendo trascorsi mesi, dal luogo da lui conosciuto, come mi ero prefigurato, non sarebbe stata comunque più in grado di avvertirlo, anche se lo avesse voluto.
      Grazie per il tuo commento, sempre ricco di spunti.

  3. Caro Briciola…..mi hai fanno venire il batticuore in crescendo fino alla fine… poi … poveretto…. amore perduto.. ma mai dire mai!!
    Bravo è sempre un piacere leggerti

  4. Detta in briciole: molto ben scritta questa lettera , tenera e dolce . Peccato che sia rimasta inascoltata. A volte succedono cose inspiegabili. Per fortuna tutto si supera e altre storie si vivranno. Buona serata con simpatia. Isabella

  5. Ma questo è quello che di solito capita nella vita reale. Il lei o la lui spariscono nel nulla senza spiegazioni o con spiegazioni che riportano comunque al nulla. Le storie dovrebbero sempre finire bene… È possibile chiedere all’autore di allungare il finale?

  6. Si però se lui diventa ogni giorno più figo è difficile riconoscerlo in pochi istanti…lei potrebbe trovarselo davanti e pensare “minghia che bonazzo” senza capire che è lui il bonazzo…se non a scoppio ritardato…eheheh…E’ consigliabile che lui indossi una maglia rosa per farsi notare…eheheh

  7. Ps: e se fosse stata la vicina di casa gelosa a rispedire la lettera al mittente con la scritta sopra? …meglio non demordere e appostarsi!

  8. Mi piace il senso di angoscia …che aumenta il desiderio…i due sembrano essere troppo sintonizzati mentalmente…sarà facile rincontrarsi nello stesso posto senza darsi appuntamento…
    IO TIFO PER LORO!!!

  9. Una lettera appassionata finita nel nulla.
    La nostra voce narrante si deve mettere il cuore in pace. Se non ha voluto dargli il numero di telefono, doveva comprendere che anche quell’indirizzo era fasullo.
    Simpatico e romantico.

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