Come una farfalla

farfalleL’impiegato la mangiava con gli occhi, lo sguardo bovino, le labbra appena dischiuse. Batteva lentamente sulla tastiera indeciso se farle o no un complimento un po’ spinto. Ma le parole si rifiutavano di mettersi in fila e il coraggio diminuiva man mano che le dita saltellavano sui tasti; il silenzio era diventato opprimente.
Anche perché lei appariva altera, inaccessibile, con quegli occhiali bui dietro ai quali si poteva immaginare solo un mondo di favola, fatto di lenzuoli di seta e amanti premurosi.
Poi il ronzio della stampante attirò l’attenzione della donna che, girati i lineamenti scolpiti, si mise nuovamente a fissare l’uomo davanti a sé; gli regalò un sorriso brumoso, senza speranza, quasi avesse sorriso alla stampante e non a lui. L’uomo afferrò il foglio, fitto di righe, lo imbustò a fatica provando più volte finché non glielo rese imbronciato perché il tempo accanto a lei era concluso. Si accontentò allora di ammirarla mentre si voltava verso l’uscita e sino a quando nella sala vuota non rimase sospeso che il suono dei suoi tacchi.
In strada l’aspettava un cielo troppo vicino che si era chiuso di nuvole vagabonde, intanto che il vento saliva insistente dal mare grigio per un abbraccio distratto a rinfrescare la calura ostinata di quei giorni. Le foglie di alcune piante, di cui non ricordava neppure più il nome, avevano cominciato ad accartocciarsi come una mano attorno a un obolo, mentre il volo dei rondoni era diventato confuso nel cielo sopra la sua bella testa bionda, note di un pentagramma composto e subito disfatto per una sinfonia impossibile. Sì, stava per piovere. Lo sentiva sulla pelle, lo avvertiva nel profondo del pozzo della sua esistenza, dove l’acqua ferma si era lievemente increspata. Accelerò istintivamente il passo guardando ogni tanto con malcelato interesse la busta chiusa che ancora teneva in mano. Sembrava pesante. Chi doveva scrivere, aveva scritto molto.
Nella casa la penombra la accolse come un’amica. Si lasciò andare sulla poltrona senza accendere la luce. Il gatto arrivò lentamente con la coda ritta strusciandosi sulle caviglie e reclamando attenzione. Ma lei se ne stette immobile ad ascoltare una musica che galleggiava in quell’aria spessa, un motivo già sentito che adesso era sfuggito da qualche finestra proprio come una farfalla finalmente libera. Tastò la busta che rispose sommessamente con un rumore stropicciato: pareva che ne volesse indovinare il contenuto attraverso i polpastrelli. Sì, lo sapeva: era arrivato il momento di aprirla. Ora la dicitura attraverso la finestrella di cellophane ‘Laboratorio di analisi mediche’ brillava nel chiaroscuro della stanza come un avvertimento severo. La musica cessò di colpo. Due amici si salutarono per via e un tuono lontano mugugnò risentito.
Fino a quando non la aprirò continuerò a essere sana. Pensò. E abbandonò nuovamente la busta in grembo. Ancora un minuto. Si disse. Ancora un minuto. Cos’è un minuto, dopotutto?
Chiuse teneramente gli occhi rivedendosi bambina mentre giocava con le dita della madre.
E una pioggerellina sottile prese a scendere dal cielo.

31 pensieri su “Come una farfalla

  1. Non so..è che a volte penso guardare in faccia le cose, afferrarle con il proprio nome e poi forse a volte c’è bisogno di un temporale estivo per rivedere il sereno. Molto bello ciò che hai scritto.

  2. Trovo geniale “Le foglie di alcune piante, di cui non ricordava neppure più il nome, avevano cominciato ad accartocciarsi come una mano attorno a un obolo,”

  3. Wow, geniale.
    Per rispondere al tuo quesito: un minuto è quel che ho passato venerdì durante il quale ho pensato di perdere mio figlio di sedici mesi. Mi è sembrato durasse una vita.
    Non voglio spacciare i fatti miei, ma un minuto è davvero personale, fatto di tutto e di niente. Tutto dipende da cosa stiamo facendo, ma ha molte sfaccettature.
    Scrivi in maniera profonda, incuriosisce! Complimenti.
    A presto

  4. Ciao…sei passato dal frivolo al tragico in meno di un minuto…con un volo di farfalla …splendida tecnica…ma sono in ansia per l’esito…mi va di vedere le cose con ottimismo…ma se taci sul finale crei pathos…
    Cmq in un minuto si nasce e in un minuto si muore…in un minuto …anzi in una frazione di minuto scocca la scintilla dell’amore: ECCO COSA E’ UN MINUTO!!!
    Sei sempre acuto …non si può negarlo

  5. sì, stava per piovere? pietre? macigni? speranze? certezze? colori? solo una pioggerellina fitta fitta, per il momento…bello e l’ immagine apre ad un tripudio di colori e di buone notizie!

  6. Non c’è curiosità quando si teme il peggio e un referto medico lo è.
    E’ proprio quel “sono ancora sana” che brilla nella mente e le impedisce di leggere quello che non vorrebbe mai leggere.
    Delicato e leggero come una farfalla.

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