La pashmina rossa

ponteSi era alzata una nebbia leggera. Veniva dal torrente che s’infilava furibondo, per le piogge dell’ultima settimana, sotto la massiccia arcata del ponte romano. Un ponte a schiena d’asino, carico di storia, che sembrava innarcarsi il più possibile per far passare tutta quell’acqua.
Una ragazza bruna, con una pashmina rossa al collo e un giubbotto leggero, aspettava accanto al parapetto. Guardava l’ora e poi la strada e poi l’acqua furibonda. Ogni tanto qualche rara macchina usciva dalla provinciale per immettersi sulla stradina, ma svoltava subito per l’abbazia senza degnare neppure d’uno sguardo la severità austera del ponte.
«Anche tu aspetti qualcuno?» chiese un ragazzo, dietro di lei. I suoi occhi chiari da sotto il cappello di lana blu, apparivano curiosi e profondi. «È da più di mezz’ora che ti osservo» e voltandosi attorno come per avere una conferma: «anche la persona che dovevo incontrare io… pare proprio mi abbia dato buca.»
La ragazza si girò quasi non ritenesse reale, in quell’atmosfera sospesa, che qualcuno fosse davvero lì vicino a lei. Squadrò quel ragazzo più alto di lei e dall’aria rilassata, per poi distogliere subito lo sguardo e fissare nuovamente il torrente e non perdere neppure una piega di quell’acqua scura.
«Sì, forse ho sbagliato io…» disse lei sorridendo, ma parlando più all’acqua che al ragazzo. «Mi hanno indicato questo ponte qui. Non è quello romano?»
«Sì, ma credo ce ne siano due da queste parti… questo dovrebbe essere il ponte Garenna mentre l’altro si chiama, si chiama…»
«Allora forse è l’altro» concluse la ragazza alzando le spalle e scuotendo la testa rassegnata. «È lontano da qui?»
«Dipende… se sei a piedi, sì.»
«Sono arrivata con il bus.»
«Ti accompagnerei io, ma non vorrei andarmene… per via del mio appuntamento…»
«Sì, sì capisco.»
I due ragazzi parlarono a lungo. E due ore più tardi lui la stava lasciando nella piazzetta di Lughi, perché era di strada. «Grazie per avermi fatto compagnia…» fece il ragazzo facendola scendere.
«Grazie a te» disse lei. «Questo giorno, credo, ce lo ricorderemo per un bel pezzo.»
«Facciamo così» propose il ragazzo. «Se ti va, fra un anno esatto, ci potremmo ritrovare su quello stesso ponte. Così ci rideremo su.»
«Va bene, perché no?» disse stringendogli la mano in un modo che non era da lei.
Trascorse un anno e lui si ripresentò puntualmente nello stesso posto e alla stessa ora per rivederla. Il torrente era calmo, perdendo così tutta la sua carica ipnotica, e il sole, che non aveva nessuna voglia di tramontare, lo faceva a tratti brillare. Attese un paio d’ore, ma lei non venne.
Ma sì, certo‘, pensò il ragazzo. ‘Era proprio una sciocchezza questa storia del rivedersi per riderci sopra: non mi avrà preso sul serio o più facilmente se ne sarà dimenticata‘. E, convinto che quello fosse un posto che proprio non gli portava fortuna, se ne tornò alla macchina.
Nel frattempo, dall’altra parte del ponte, una ragazza con la pashmina rossa allungava il collo per vedere se questa volta il suo appuntamento ci sarebbe stato. Al centro dell’arcata respirò a pieni polmoni l’aria pulita della valle, mentre il cielo si striava di giallo e di rosso incupendo il verde dei pioppi tremuli.
Il ragazzo, una cinquantina di metri più in là, dietro a un’edicola votiva, stava per mettere in moto. Si batté la mano sulla fronte:
«Ma che testa che ho. Ho lasciato il cellulare sulla spalliera del ponte.» E tornò indietro.

17 pensieri su “La pashmina rossa

  1. Certi appuntamenti mancati ne aprono altri migliori.E così alcuni torrenti, da tumultuosi, si preparano a divenire calmi e pacifici.
    Gradevole lettura, ricca anche di dati visivi che aiutano a fotografare quanto ci racconti.
    Ciao
    maria rosaria

  2. Probabilmente sono due anime talmente uguali tra loro e diverse da quelle degli altri che nessuno dei due ha avuto voglia di banalizzarsi!!!
    Il fatto che si trovino nello stesso posto e con le stessa intenzione ne è la conferma. Due pezzi che sono destinati a combaciare!!!
    Sono banale se dico che mi piace anche questa narrazione e che mi riporta alla mente un sacco di cose?
    Buon pomeriggio!!!

  3. Mi sa che già al primo incontro era quello fatale ma poi nessuno dei due voleva ammettere che l’appuntamento era tra loro due.
    Così al secondo appuntamento dopo un anno, sono ancora due perfetti sconosciuti.
    Ma il telefono li farà incontrare?
    Forse s’, forse no.

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