Una nuova app

due-animeOgni volta che s’inoltrava nel ventre umido del carcere, passando attraverso i severi controlli di secondini dalle immancabili mani in tasca, provava la stessa sensazione claustrofobica. Sentire chiudersi alle spalle, a più mandate, i cancelli in ferro, sbattuti per di più come per far capire che tanto da lì non si esce, lo faceva star male. Non ci aveva fatto ancora l’abitudine, anche dopo dieci anni da pubblico ministero.
«Dottor Sbarbaro, anche lei qui?» lo salutò don Ruggero, il cappellano dell’istituto. Il magistrato, l’aria dinoccolata in uno spigato grigio che lo faceva sembrare ancora più alto e magro, andava di fretta, come al suo solito; si limitò ad assestare una pacca sulla spalla del prete e a tirare dritto. «Quando ha finito, dottore, mi venga però a trovare; sarò qui nella cappella: le devo mostrare una cosa» gli disse mentre lo vedeva già allontanarsi a larghi passi. Il PM si voltò con un’espressione sorpresa. Dondolò la borsa in direzione del parlatorio come per dire ‘oggi ho proprio da fare’, ma poi, davanti a quel viso bonario, non seppe resistere: «Va bene… ma ci metterò un paio d’ore.»
Quando ripassò, trovò il cappellano davanti alla porta della chiesetta: parlava con un detenuto che subito congedò.
«Di cosa voleva parlarmi?» fece il magistrato nel gesto di volersene andare.
«Di questo.» E il prete estrasse dalla tasca dell’abito talare uno smartphone, nero e lucente.
«Ha comprato un cellulare nuovo, padre?» fece il Pubblico Ministero con tono irridente.
Don Ruggero scosse la testa. «Il cellulare ce l’avevo già, è l’app che è nuova.» Premette su un’icona raffigurante un crocifisso e subito comparve la scritta iCrucifige. «È un software sperimentale… viene dal MIT di Boston» spiegò don Ruggero grattandosi il naso troppo grosso; poi, proseguendo sottovoce: «pare su commissione del Vaticano, ma non mi chieda di più.»
«Di cosa si tratta?» incalzò il PM temendo fosse l’ennesimo gioco di ruolo.
«È presto detto: se lo si punta contro le persone si può verificare se sono buone o cattive.»
«Prego?» chiese Sbarbaro facendosi serio.
«Guardi lei stesso» e direzionò il dispositivo contro il detenuto rimasto poco lontano a parlare con una guardia. La lancetta si mosse su un campo graduato disposto a ventaglio e suddiviso in tre spicchi diversamente colorati: inferno, purgatorio e paradiso. L’indicatore si fermò a metà strada tra i settori purgatorio e paradiso.
«Con quale criterio l’hanno progettato il suo contatore Geiger?» chiese il PM abbondando in sarcasmo.
«Mi hanno spiegato che è un algoritmo complicatissimo, non ne so molto… non mi chieda di più; ma venga, questa è l’ora d’aria. Lo può provare lei stesso su un numero maggiore di detenuti.» E così il magistrato dal balcone dell’ufficio del Direttore si divertì a puntare il gadget contro diversi detenuti che, nell’area sottostante, tra alte mura di pietra, chiacchieravano a gruppetti. Rimase stupito nel constatare come alcuni di loro, da lui conosciuti per ragioni d’ufficio, meritassero, secondo quello strambo programma, il paradiso. Poi notò in disparte l’uomo che aveva appena interrogato per omicidio. Il cellulare indicava l’inferno.
«Almeno per lui ci ho visto giusto» si compiacque mostrando il display al prete.
«A essere precisi, dottore, il programma le sta solo dicendo che il suo uomo è un gran peccatore, non che ha commesso l’omicidio.»
La soddisfazione si spense sulla faccia di Sbarbaro che, sospettoso e diffidente com’era, direzionò a quel punto iCrucifige contro il prete. Sul display del telefonino apparve un sipario che subito si chiuse con forza davanti ai suoi occhi. Il dispositivo vibrò e si spense.
«Credo sia per ragioni di sicurezza» gli chiarì don Ruggero avvicinandosi al magistrato rimasto a bocca aperta. Il prete si riprese delicatamente lo smartphone e, vedendo il PM sconcertato, gli restituì bonariamente la pacca ricevuta al mattino. «Ma non mi chieda di più…»

10 pensieri su “Una nuova app

  1. Cmq a scoppio ritardato mi fa venire in mente quello che provo andando a lavoro…da dove mi sento sempre in fuga…e dove ci sono moralisti e bigotti
    ( specie ultracinquantenni…pronti a prendere le ultime chances con unghie e con denti) che ne fanno di cotte e di crude e sono pronti a puntare il dito sugli altri per allontanare la puzza di fumo da sè stessi!!IL RACCONTO SE CI PENSO BENE FOTOGRAFA LA MIA REALTA’…

  2. Un App miracolosa che sa riconoscere anche i preti ..
    Gustoso e simpatico post che gioca sull’ironia del mondo delle app, che ce ne sono per tutti i gusti. Sembra ormai che non si possa vicere senza un app, che produca meraviglie.

  3. Bello il tema del racconto..mi piace…però confesso di non aver bisogno di un dispositivo informatico per individuare se le persone sono buone o cattive e quello che pensano di me…a me basta guardarle negli occhi e mi basta la sensazione che provo a pelle avvicinandomi…diciamo che il dispositivo potrebbe servire per chi non ha un sesto senso sviluppato a dismisura.
    Mi piace il punto in cui descrivi il carcere come ventre umido (confessa stavi pensando ad una donna e ti sfuggito l’intercalare?) e il magistrato, di fretta, come al solito (quasi a dimostrare che il posto non è il suo habitat …anche se per lavoro ne è un frequentatore assiduo), mi piace che il programma qualifica un peccatore…ma non perchè ha commesso l’omicio ( appunto il peccato e il reato sono scissi…forse l’uomo stava solo pensando a qualcosa di peccaminoso…una fantasia erotica ) e in ultimo è esilarante quando iCrucifige puntato contro il prete fa apparire un sipario e si chiude con forza e si spegne ( è bello si …troppo bello giudicare gli altri…ma quando tocca a noi chiudiamo il sipario: troppo facile e troppo comodo, tipico di noi mediocri umani).
    Grandioso…dopo il decennio sei rinato alla grande!!!
    Ciao.

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