La donna dei sogni

Da una decina d’anni a questa parte, quando a volte si era trovato in serie difficoltà con le vicissitudini della vita, chissà poi perché, lui la sognava. Sognava di questa donna che aveva incontrato solo in sogno. A una festa di compleanno di un amico sconosciuto l’aveva per la prima volta corteggiata e poi l’aveva amata con la forza disperata di un amore giunto troppo tardi. Non era quel si poteva dire una bellissima donna, tuttavia era dolce, appassionata, intelligente, con la rara capacità di saper ascoltare. Lui l’andava a trovare in quella città strana che non avrebbe saputo riconoscere e trascorreva con lei ore dolcissime in una casa confortevole, in periferia, che avevano affittato per i loro incontri. Adesso era diverso tempo che non la sognava più. Non che le avversità nella sua esistenza fossero mancate, a Ottavio, anzi, quanto piuttosto perché la sua mente da ultimo era più agitata da incubi sfinenti che da sogni ordinari. Poi una notte sognò di svegliarsi nel ‘loro’ letto e di averla accanto.
«Laura, che fine avevi fatto? Sono stato in pensiero…» fece lui accendendo la luce dell’abat-jour.
«Ho avuto molto da fare» disse lei girandosi dall’altra parte.
«Cos’hai? Sei arrabbiata?»
«No, fece lei decidendo all’improvviso di scivolare giù dal letto.»
«Adesso dove vai, è ancora buio, non rimani?»
Lei tornò indietro, gli si avvicinò e lo accarezzò guardandolo con tenerezza.
«Devo andare, caro, e tu lo sai.»
«No, non lo so» sbottò l’uomo perdendo la pazienza. «Io a dir la verità non so più un bel niente, non sapevo neppure più come rintracciarti, pensavo di averti perduto per sempre. Ma è successo qualcosa?»
Lei era arrivata in fondo al letto e aveva appena nascosto le sue forme morbide e generose dentro la vestaglia di seta. «Vado in bagno…»
«No, fermati, parliamo un attimo, Laura. Dimmi, c’è un altro forse nella tua vita?»
Lei si era messa di colpo a piangere, come se quella domanda fosse stato il segnale.
«Tesoro, lo sai che a me puoi dire tutto» fece lui raggiungendola e stringendola a sé.
«Possibile che non capisci?» ribatté lei con voce dura «Tra noi è finita…»
«Dopo così tanti anni, me lo dici così? E io, io lo conosco?» ebbe il coraggio di chiedere lui facendo un passo indietro. La donna si girò con gli occhi rossi di pianto e il sorriso più dolce che le avesse mai illuminato il volto. «Non c’è nessun altro, Ottavio, né ci sarà mai. È che sei appena morto.»

22 pensieri su “La donna dei sogni

  1. oops….perdonate l’errore… volevo dire che soffre chi sopravvive alla persona che ama…che sia coniuge o meno non importa!!!

    • Il paradosso di questa storia è che, da un lato, Laura non può morire perché è una persona solo sognata non esistendo nella realtà e, dall’altro, che morirà anche lei perché muore chi la teneva ‘in vita’ sognandola. Lei quindi non sopravvive affatto a Ottavio, muoiono entrambi. Inoltre lei non è il coniuge, bensì, nel sogno, l’amante, come dovrebbe capirsi dal fatto che avevano affittato una casa per i loro incontri.

  2. Bel racconto…fa riflettere…però avrei preferito che a morire fosse lei…tanto per non farle fare la parte della cattiva per forza perche’ rivela con crudeltà l’inevitabile…visto anche che soffre di certo il coniuge superstite e non quello deceduto…

  3. Alla fine mi aspettavo che la deceduta fosse Laura.
    Ma in realtà Ottavio la incontra solo nei sogni.
    Proprio giorni fa mi chiedevo: e se la vita non fosse altro che un sogno?
    🙂
    Un saluto,
    Pau

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