Un’idea fissa

Era la sesta volta che quella mattina Paula gli telefonava. Avevano litigato di brutto e lei continuava a richiamarlo insistendo sullo stesso argomento. Quando si sarebbero sposati?
È vero, lui in un momento di intimità si era lasciato andare a una mezza promessa. Stavano bene insieme, nulla da dire, e anche da diversi anni: era normale che pensassero al futuro. Quello però non era davvero il momento giusto: il suo lavoro in tipografia non andava bene e se non fosse stato per quell’ordinazione della settimana precedente le condizioni economiche potevano definirsi critiche. Come si faceva a pensare, in una situazione simile, a un matrimonio, a una casa e magari a dei bambini? Era da irresponsabili. Ma lei sembrava non capire: sembrava fuori di sé. Dopo che lui aveva cominciato a tergiversare lei aveva preso a rimproverarlo dicendogli che in realtà non l’amava più, che la prendeva solo in giro, che allora era meglio lasciar perdere se non aveva intenzioni serie. Davvero non ci voleva, pensò Ivan; con tutto quello che aveva da fare in quei giorni. Non aveva chi l’aiutasse in negozio e stampare 1500 manifesti da solo, dopo aver progettato anche il layout grafico, non era cosa da poco. E poi era un cliente importante, uno esigente, che se ne intendeva: si trattava di un raffinato brand che dalla periferia della città aveva comprato un intero palazzo in centro e si stava trasferendo. I poster dovevano servire proprio a questo, a dare questa notizia, e anche a indicare il giorno della nuova apertura. Non c’erano margini di tempo e la scadenza era imminente. Se avesse accontentato il cliente forse sarebbe entrato nel giro grosso. Una cosa tirava l’altra. Si sa.
Cercò di non pensare più a Paula e a concentrarsi sul lavoro ancora da fare. Lei lo chiamò ancora altre volte nel corso di quel giorno. Ormai parlava unicamente lei, usando pressoché sempre le stesse parole, tanto che Ivan l’aveva messa in viva voce e aveva continuato a lavorare. Alle tre di notte aveva finalmente finito con le ultime stampe. Il mattino seguente lo riservò per preparare i pacchi. Mandò via un paio di clienti che volevano delle semplici rilegature e rispose ad altre due telefonate di Paula che sembrava ancora arrabbiata; ma ce l’aveva fatta, tutto era pronto.
A mezzogiorno arrivò il cliente. Un uomo ben vestito, sui quarant’anni, dall’espressione cordiale. Appena lo vide arrivare dalla strada, Ivan, si precipitò ad aprire la porta.
«Buongiorno» disse l’uomo entrando e togliendosi il cappello. «Tutto bene?»
«Sì, signore. È venuto un gran bel lavoro, guardi lei stesso» e subito gli mise tra le mani un manifesto che aveva lasciato fuori dalle confezioni, giusto per poterlo mostrare a lui. Il cliente visionò il poster guardandolo attentamente in ogni particolare.
«Eccellente, mio caro Ivan, grande risultato. Aveva proprio ragione chi mi fece il suo nome…» Ivan si illuminò di soddisfazione. Pensò persino che, a quel punto, avrebbe potuto anche far la cresta sul prezzo. Forse, dopotutto, avrebbe potuto uscirci una caparra per quel monolocale che lui e Paula avevano visto poco lontano. In quell’istante suonò il cellulare. Ripetutamente.
«Non risponde?» gli fece l’uomo.
«No, no, richiamo poi io, non si preoccupi, so già chi è e non è urgente» disse Ivan imbarazzato leggendo sul display il numero di Paula.
«Allora sì, dicevo, caro Ivan, tutto molto bene…» riprese a parlare il cliente accigliandosi. «Però senta…» «Mi dica…» fece sollecito lui con una lieve incrinatura nella voce.
«Lei si deve per caso sposare?»
«Co-come, in-in che senso?» balbettò Ivan che non capiva.
«Vede, io le avevo chiesto che il manifesto avesse certe caratteristiche; lei ha riportato correttamente i colori e il taglio giusto. Mi ero anche raccomandato, però, di inserire a caratteri cubitali la frase NOI CI SPOSTIAMO… Era essenziale per il fatto che ci siamo trasferiti in centro, ne avevamo parlato, mi sembra…»
«Sì, certo, la frase l’ho riportata qui sopra, è ben visibile, come voleva lei, non vede?»
«Veramente lei ha scritto NOI CI SPOSIAMO… Ma sono sicuro che questa che mi fa vedere è solo la bozza… I 1500 poster già stampati sono corretti, vero?»
In quel momento il cellulare riprese a suonare.

34 pensieri su “Un’idea fissa

    • E’ proprio questa la qualità che ricerco nella mia scrittura: la fluidità di un liquido. A volte scende piano, a volte in modo burrascoso, ma non ha forma, né colore, perché prende forma e colori dalle parole che utilizza. E se trova ostacoli, li abbraccia, li fa propri, divengono corrente, gorgo, mulinello, cascata. Si inizia a leggere e subito dopo si è trascinati verso valle, anche se non lo si vuole, anche perché non si vuole, non si vuole smettere di leggere, perché il racconto non lo consente, essendo costruito esattamente, così per non permetterlo. Ma per far sì che la scrittura acquisti tale qualità ci vuole, dietro, un lavoro incessante, attento e meticoloso. E’ una registrazione continua, sulle parole, sulle frasi, sugli effetti. E’ più la riscrittura che la scrittura, è più il sottrarre che l’aggiungere.
      Grazie per averlo rilevato.

  1. Lo trovo bellissimo e se l’è meritato. Il racconto è condotto benissimo, scorre libero come una furia e giunge a conclusione inaspettata. Una piccola osservazione alla ragazza: è stata troppo insistente ed esplicita, non c’è modo migliore di fare fuggire il fidanzato.

  2. ..questo è quello che in pubblicità chiamano “persuasione occulta”, penso che la donna abbia esattamente attuato inconsapevolmente questa tecnica, praticata soprattutto dal sesso femminile…e mi ci metto in mezzo anch’io!

  3. Magnifico laspus freudiano in piena consonanza con il detto “A mali estremi estremi rimedi” perchè sposarsi oggi (e putroppo anche domani, credo) davvero mette l’ansia.

    sheracmqAuguriachivuoleconvolare

  4. come ‘unasolavitanonmibasta’ ho avuto un brivido anch’io: il refuso assassino! mi piace l’idea di costruire un racconto a partire da un lapsus. brillante.

  5. OT Da “A proposito dei Blog”:
    Io seguo da anni un blog dal quale non ricevo commenti. E dov’è il problema? Certo, sarei contenta se Briciola ogni tanto passasse da me; ma se a lui non interessa quello che scrivo io, a me invece interessa quello che scrive lui. Quando leggo un suo post trascorro cinque minuti piacevoli, e di questo gli sarò sempre grata. Dovrei privarmi di quel piacere a causa di una logica assurda? Certamente no.
    Tuttavia l’idea che sia sufficiente scrivere bene per ottenere un buon numero di contatti è assai diffusa ma infondata…
    😛

  6. Oh povero Ivan, tantissimo lavoro andato in fumo e probabilmente anche l’incasso, ma quell’errore è la conferma di quanto forte fosse anche da parte sua il desiderio di sposare Paula nonostante le difficoltà. Chissà, magari il cliente saputa la storia avrà capito il lapsus 🙂
    Molto bello con un finale a sorpresa molto dolce per come lo vedo io
    Ciao, Pat

  7. Dimenticavo di dire che mi piace il racconto…anche perchè fa capire molto bene gli stati d’animo!
    I manuali di diritto civile distinguono il matrimonio come atto (ossia il rapporto nella sostanza) dal matrimonio come contratto (ovvero il vincolo giuridico che ne nasce)…credo che la remora sia del vincolo giuridico più che altro…

  8. Il matrimonio deve essere una scelta di entrambe la parti…se una parte arriva prima all’idea e non sa fermarsi in attesa che arrivi anche l’altra…rischia di trovarsi da sola e troppo lontano per farsi raggiungere…avete presente due persone che stanno per tuffarsi in mare dall’alto? Immaginate che entrambe abbiano paura…se una spinge l’altra, questa cadrà male…se invece si tuffa da sola, l’altra non avrà più voglia e non si tufferà…se si sa aspettare la maturazione di entrambi …SOLO ALLORA ne varrà la pena!!!

  9. Il matrimonio deve essere una scelta di entrambe la parti…se una parte arriva prima all’idea e non sa fermarsi in attesa che arrivi anche l’altra…rischia di trovarsi da sola e troppo lontano per farsi raggiungiungere…avete presente due persone che stanno per tuffarsi in mare dall’alto?..immaginate che entrambe abbiano paura…se una spinge l’altra, questa cadrà male…se invece si tuffa da sola, l’altra non avrà più voglia e non si tufferà…se si sa aspettare la maturazione di entrambi ne varrà la pena!!!

    • Scusa briciola…
      Ma che minchia voleva dire rosa?
      Insomma uno scrive in racconto e lei ci fa un trattato sociopissicologggico?
      La gente e’ strana…
      Ma con il tuo commento sui preziosi consigli (????????) dimostri di essere il re dei paraculi
      Sciapo’
      😉

  10. sono convinta che le ragazze oggi siano contrarie al matrimonio forse avrebbe voluto il tuo protagonista sposarsi? forse non aveva il coraggio di ammetterlo!! ciao sei sempre più bravo

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