Cervo Ligure

Attirato dalla luci calde del borgo antico avevo preso a salire le scale consumate. Era una sera calda d’estate, ricordo, e ogni angolo che mi si parava d’innanzi sembrava una cartolina appositamente confezionata per il turista fortunato di essersi perduto. Dopo una buona mezz’ora, i suoni del mare poco lontano già si stavano confondendo con quelli della vita rallentata dentro alle case di pietra. Erano suoni ovattati, di televisioni accese, di piatti nel lavello, di parole mormorate dal balcone. Mi fermai in una specie di nicchia ricavata all’interno di un muro sgretolato; qualcuno stava tentando di rimetterlo in piedi come provava un nastro rosso e bianco lasciato ondeggiare nella brezza del maestrale. Il chiarore della luna intrappolata dalle nubi di carta velina mi apparve all’improvviso; illuminava il porticciolo irreale e l’affastellarsi disordinato degli scogli scuri circondati dal sospiro cadenzato delle onde. Un profumo misto di buganvillee e gelsomini era a tratti stordente. Un cellulare si mise a suonare; subito dopo si sentì una giovane voce di donna:
«È tardi perché mi chiami a quest’ora?»
«…»
«Beh, se  ti manco potevi anche venirmi a trovare. Sì, sì lo so che sei di turno…»
«…»
«Come dove sono? Dove vuoi che sia? Sono nel mio letto, in camera mia; sì certo, ho addosso il pigiama con gli snoopy, sì proprio quello che mi hai regalato tu.»
«…»
«Come, che faccio? Le solite cose, sto studiando; sai l’esame di domani.»
Nel frattempo mi ero avvicinato al parapetto di granito e guardando verso il terrazzo incastonato nella roccia vidi una ragazza, dai capelli voluminosi e neri, che parlava al cellulare. Avrà avuto ventuno/ventidue anni, camminava avanti e indietro nei suoi jeans tagliati all’altezza del ginocchio e una maglietta leggera leggera che le evidenziava le forme generose. A un certo punto vidi che si era messa l’indice davanti alla bocca per azzittire un ragazzo alto e bruno che le era accanto e la stava abbracciando; era appena uscito dall’ombra e non l’avevo visto prima.
«È la radio, amore mio, lo sai che mi piace sentire la radio mentre studio… sì, certo che ti penso… sì, sì, anch’io…» ma le altre parole non riuscii più a sentirle, stavo già salendo verso piazza dei Corallini.

41 pensieri su “Cervo Ligure

  1. ciao briciola! primo tu! (lol)
    Bel post. E’ proprio così Cervo, mi ci hai riportata in due minuti, altro che teletrasporto. Ricordi bellissimi e diametralmente opposti al tuo racconto: sul muretto che si affaccia in alto sulla chiesa, qualche anno fa c’erano ancora i nostri nomi, incisi il giorno che mio marito mi chiese di sposarlo…avevo 17 anni 🙂

  2. be ora che ti ho letto, non ti mollo più!! sei veramente brava!! ti confesserò una cosa:” come vorrei scrivere così, con la stessa tua libertà e padronanza!!”!! ciao a presto e grazie per la visita

  3. ciao
    come scrivi bene,a me piace molto leggere e i tuoi racconti invitano a non lasciare la lettura a metà(come succede alcune volte)ma ad andare avanti……….
    ti lascio il commento qui perchè conosco il posto del racconto,un borgo bellissimo
    tornerò a leggerti
    buona giornata!

  4. Cervo…. un paesino meraviglioso della mia terra. Un posto che mi fa tornare alla mente attimi indimenticabili. Quante emozioni risveglia, quanti ricordi…. 😉
    Bravo Bric!
    TT

  5. pienamente d’accordo con te. lettura e scrittura di pari passo !!!
    ma se non sono indiscreto, da quanti anni adotti questa strategia? hai una maturità espressiva notevole
    alberto

    • Cominciando a scrivere sin da piccolo, confrontandomi con le scritture degli altri, ma anche con le critiche, i consigli e i suggerimenti, ho adottato varie strategie procedurali, progredendo per tentativi ed errori, fino a quando non ho trovato il modulo che più si attagliava alle mie esigenze espressive, quello cioè che meglio ottimizzava i miei punti di forza, minimizzando i miei difetti e le mie lacune. Bisogna però continuare anche dopo a lavorare su se stessi, non accontentarsi mai dei propri risultati, cercando costantemente la forma migliore, quella più incisiva, quella più rispettosa del proprio pensiero e degli effetti che si desidera che la scrittura abbia in chi ci legge.
      Molte riflessioni in punto di scrittura creativa, se ti interessa approfondire la materia, le puoi trovare su questo stesso blog –> http://wp.me/P25Bol-f6

  6. Ho curiosato qua e là tra i tuoi racconti, mi piace la tua penna. E dalle pagine del blog vedo pane per i miei denti (letterata classica laureanda in storia della lingua, mooolto amante delle parole e della – corretta – scrittura!).
    E la mucca è simpaticissima.

  7. altro racconto suggestivo e pieno di spunti interessanti. bravissimo.
    sto leggendo tutti i tuoi racconti e i post relativi alla scrittura creativa. toglimi una curiosità, se puoi: da quanto tempo ti dedichi alla letteratura? hai uno stile eccelente.
    alberto

    • Sul web si ha spesso la sensazione di perdersi ma poi ci si ritrova sempre, soprattutto se si frequentano gli stessi posti.
      Il piacere comunque è tutto mio.
      (Ma una volta non è eri cicabu? O è sempre stato cicabubu?)

  8. Tutta colpa della luna che gioca tra le nubi…..perbacco, non si lascia sola una ragazza in uno scenario simile! Ma lui era di turno. Già, a ciascuno il turno suo, a lui quello di lavoro, all’altro ragazzo quello dell’amore, l’importante è rspettare i tempi…..
    Bello davero, c’ero anch’io tra quelle stradine…….

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