La diagnosi precoce

yogurtLa donna prelevava dallo scaffale del bancofrigo, uno dopo l’altro, vasetti di yogurt. Leggeva la marca o la composizione o la scadenza o tutte e tre le cose insieme e poi li posava. Era una donna molto bella, alta, mora, con lineamenti fini e aggraziati, e incinta. Il carrello della spesa era ancora semivuoto e lei sembrava non sapere cosa comprare. Il marito, anche lui alto e dalle fattezze dolci e forti, era poco distante, intento a scegliersi dei biscotti per la colazione. L’ultimo vasetto che la donna controllò lo mise a posto sbattendolo infastidita sul ripiano. A pochi metri da lei un uomo in loden verde, canuto nei capelli e dai simpatici baffoni folti, la stava fissando intensamente. La donna si voltò nella sua direzione con una espressione visibilmente scocciata.
«Sono due gemelli, vero?» principiò l’uomo indicando la pancia della signora.
«Sì, e allora?»
«Direi che lei è di venticinque settimane. I gemellini saranno un maschietto e una femminuccia… La bambina è un po’ più piccola, ma è robusta e intraprendente per cui uscirà per prima, mentre il bambino avrà inizialmente il cordone ombelicale attorno al braccio, ma con una semplice manovra di routine se ne libererà facilmente» fece l’uomo, soddisfatto della sua diagnosi.
La donna aggrottò la fronte. «Come fa a saperlo, scusi…?»
«Permetta che mi presenti» esclamò lui battendo leggermente i tacchi. «Sono il Prof. Otello Biancamano e sono il Primario del reparto di ginecologia della clinica Santa Rosa, sa, quella sulla collina. Vedrà, anche se lei è primipara, avrà un parto eutocico con un travaglio nei limiti della norma.»
La donna aveva abbandonato l’atteggiamento difensivo, la fronte e la postura apparivano ora rilassate.
«No, perché, effettivamente, un po’ preoccupata lo sono» fece sospirando appena. «Ma lei ha capito tutte queste cose solo guardandomi?»
«Certo, signora, è il mio mestiere da quarant’anni… Ma le assicuro, non avrà nessun problema, l’alveo è ampio e non ci sono ostacoli fisici congeniti: se dovesse ricoverarsi da noi chieda pure di me, sarò lieto di esserle utile» e le allungò un biglietto da visita. La donna lo lesse con attenzione proprio mentre l’uomo, fattosi così vicino da sentire il suo profumo, le sussurrò«Lei lo sa che il maschietto è bianco e la bambina di colore, vero?»
La donna ebbe un sussulto e impallidì. Si morse le labbra e sgranò gli occhi fissando un punto indefinito tra le proprie costose scarpe. Il Primario, nel frattempo, le aveva già fatto un lieve inchino e se ne era andato.
«Chi era quel tizio, cara?» le chiese il marito mettendo un pacchetto di biscotti nel carrello.
La donna non rispose. Poi disse:
«Uno… che credeva di conoscermi» e, preso il carrello, cominciò ad avviarsi seguita dal marito. Fece alcuni passi, quindi si fermò.
«Tesoro» fece la moglie quasi tra sé e sé «ti devo parlare…»

13 pensieri su “La diagnosi precoce

  1. primario… macchè… era il diavolo tipo quello de "il maestro e margherita"…
    ma due gemelli vuol dire che accidenti non ha perso tempo da un rapporto all'altro.. mentre un uomo scappava dalla finestra l'altro entrava dalla porta.. 

  2. Quello che non ho capito, è se sperava di tingerne uno con lo yogurth.

    [come vedi, ti seguo ancora … come un'ombra. Almeno finché non cambierai avatar 😉 ]

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