Color della neve

L’aveva incontrata un pomeriggio mentre scendeva di corsa le scale dell’abitazione del suo maestro di piano. Lei sedeva sui primi gradini, composta e assorta, quasi  abitasse lì e attendesse un angelo che le portasse la buona novella. Anche ripensandoci, diversi anni dopo, l’impressione era sempre la stessa: stava aspettando proprio lui. Lo colpì quella sua aria di rugiada, quei capelli rossi vaporosi a incorniciare uno sguardo spaurito. Le dita erano sottili, di porcellana, e avevano imprigionato nei loro movimenti aerei una grazia dolcissima che gli strinse il cuore. Le aveva chiesto se cercava qualcosa o qualcuno, ma poi, pur non avendo avuto alcuna risposta, si era seduto accanto a lei senza un perché. E da allora si erano cercati di continuo, condividendo i loro mondi cresciuti come rose selvatiche strette ai pali della luce. Vivevano di sguardi, di intese profonde, di baci esangui; due gabbiani che si toccavano le ali nel cielo immobile, raccontandosi di sogni reali e di vite senza futuro. Erano gocce di spuma a fior di mare, sorrisi trattenuti sull’orlo di un’alba che minacciava di  non dover arrivare mai. L’amò intensamente, l’amò perdutamente, di un sentimento solido e presente con un baricentro instabile nelle loro solitudini infinite. Si lasciavano ogni volta come non dovessero più vedersi e si incontravano di nuovo, ogni volta, come due pagine dello stesso diario. Così, quando a un appuntamento lei non venne più, comprese d’esser rimasto sepolto in un sogno di ghiaccio senza via d’uscita.
Trovò solo un biglietto.

Mio dolce Amore,
il mio tempo è finito. Non è colpa mia, né tanto meno tua. È solo colpa del destino. Non doveva accadere che tu mi incontrassi. Ti ho amato da subito con tutta la forza possibile, ma non è bastato. Ventuno anni fa tuo padre tornava in macchina da una cena. Aveva bevuto troppo e sulla strada di casa, ad una curva, non ha visto sul ciglio della strada mio padre che camminava sopra pensiero. Lo scaraventò in un campo come uno straccio sporco cancellandone in un attimo speranze e desideri. Mio padre aveva trentadue anni, a quel tempo, come il tuo. Solo che il mio stava per sposarsi. Non l’ha potuto fare e io non sono mai nata. Perdonami Tesoro. Lo so, non doveva davvero accadere che tu mi incontrassi e non so capacitarmi come questo si potuto succedere. Non mi resta che tornare nel nulla da sono venuta, ma sappi che ti amerò per sempre ovunque io vada e qualunque cosa dovrò diventare.

16 pensieri su “Color della neve

  1. Bel pezzo…unica cosa che stona il finale…io lo cambierei e dopo il punto in cui si dice che sono due pagine dello stesso diario…metterei un finale in cui diventano lo stesso giorno di un bel calendario…non so se mi spiego!!!

    • Se si cambiasse il finale purtroppo verrebbe stravolto tutto il senso della storia.
      La lei del racconto in realtà non è mai nata perché suo padre, molto tempo prima che lei nascesse, è stato investito proprio dall’uomo di cui la ragazza si innamora.
      La ragazza, per una increspatura del continuum spazio-temporale, si materializza dal Nulla forse per vendicarsi della morte del padre o anche solo per conoscere la persona che lo ha ucciso, ma finisce, come ho detto, per innamorarsi dell’uomo stesso.
      Di lì a poco il Nulla ha però di nuovo il sopravvento e lei viene inghiottita nell’Irrealtà, pur avendo la forza di spiegargli ogni cosa facendo sì che abbia modo di capire che ogni fatto ha sempre delle conseguenze anche inimmaginabili.

      • Si…si…ce la puoi fare…in effetti cambiando il finale da quel punto cambia tutto il senso della storia e dal sogno si può scivolare nella realtà…altro che purtroppo……sei pronto ad aprire il paracadute???…daiiiiiiiiiiiiiii…..ne potrebbe valere la pena!!!
        Ciao

  2. "erano gocce di spuma a fior di mare, sorrisi trattenuti sull’orlo di un’alba che minacciava di  non dover arrivare mai" …
    "quei mondi cresciuti come rose selvatiche strette ai pali della luce"…
    Belle e intense le immagini scelte, emozionanti, come il racconto tutto.
    onlypatty

  3. affascinante.
    esistenze che si sfiorano viaggiando sopra strati di tempo differenti
    Il tema del tempo è sempre affascinante, contiene il mistero dello spazio, la formula degli universi tutti, le risposte al senso di tutte le cose.

     

  4. Quelle due solitudini intrecciate… mi fa pensare molto. Al punto da consumarmi nel pensiero, e magari smettere d'esistere fino a non essere mai esistita, pur di sedermi sui gradini di una scala e incontrare qualcuno da amare così; con la stessa disperata, coniugata solitudine.

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