Anni fa

Ogni anno ricompare. Sempre lo stesso giorno e alla stessa ora. Durante il resto dell’anno la cicatrice all’emitorace sinistro è quasi invisibile, pallida con una modesta colorazione cromatica che se non si è in piena luce non si vede neppure. Ma oggi, proprio oggi, diviene di un colore acceso, di un rosa osceno che sembra voler trasparire dalla maglia e far vedere a tutti che è lì. Sembra anzi volerlo gridare, per tutti i suoi undici centimetri di lunghezza, punto per punto, centimetro per centimetro. Io ormai lo so e in previsione, prima di uscire di casa mi metto addosso qualcosa di spesso. A volte due maglie della salute, una sopra all’altra, oppure una camicia invernale. Gli altri non la devono vedere; soprattutto i colleghi che mi farebbero mille domande cui non saprei rispondere. In fondo è una cosa mia, personale, per la quale non devo dare spiegazioni a nessuno. È successo e basta. No, non è una stigmate o qualcosa del genere, né una malattia strana e non curata. Non sono un invasato o un segnato da Dio, no, per carità. È invece una semplice ferita, sebbene profonda e lacerante, dovuta a quell’evento spiacevole di sette anni or sono; per fortuna scolorisce prima di sera e non ci penso più fino all’anno successivo. L’inspiegabile è che diventa visibile e dolorante nel giorno e nell’ora esatta del fatto. Non ho mai tenuto conto dei minuti e dei secondi esatti, ma devono essere senz’altro quelli. E poi dicono che bisogna dimenticare. Lo vorrei davvero e sarebbe più facile se non si ripresentasse questo rincrescioso problema. Forse la questione è proprio questa: che non devo affatto dimenticare perché quella esperienza rimanga a futura memoria, come una maledetta strettoia da cui la mia vita dovrà ciclicamente passare. Avrei voluto andare dal medico per farmi spiegare che cosa mi succede, ma mi avrebbe di certo obbligato a fare un una serie infinita di esami, come suo solito. Analisi del sangue, delle urine e di chissà cos’altro, per farmi sentenziare alla fine che è solo un po’ di stress o un disturbo psicosomatico. È successo altre volte, del resto, per altri più insignificanti problemi. Fa presto lui. Se non trova nulla dagli esiti, si aggiusta gli occhiali sul naso e poi allarga le braccia, come un cavatappi rotto, in segno di resa, consigliandomi di non pensarci più e di fare delle belle passeggiate che tutto si aggiusta. La verità è che non doveva accadere. Non dovrebbe mai accadere, a nessuno. Bisognerebbe amare intensamente la propria compagna, ma non darle mai il proprio cuore. Potrebbe portarselo via come trofeo e non restituirlo più. Che poi rimane una cicatrice così che non si rimargina più.

5 pensieri su “Anni fa

  1. Siamo un tutt'uno di carne e anima, nessuna delle due dimentica l'altra, anche se la mente cerca di tenerle separate… bisognerebbe farlo capire a diversi medici :-)Ps mi piace il tuo sottotitolo… "posso smettere di postare quando voglio" e che suggerisce il contrario 😉 anche per me ormai il blog è diventata una forma di espressione a cui non saprei rinunciare

  2. Più profonda è la ferita, più la nostra memoria cerca di celare l'accaduto, ma al primo approccio con la felicità o, quantomeno, la serenità, il ricordo risuscita. Percepiamo uguali sensazioni, pronunciamo frasi già dette e l'evento negativo riemerge, fino a farlo rivivere dentro di noi.Un sorriso per questo splendido rientro   TT

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