Il regionale delle 23 e 02

Provava sempre un forte disagio ad aspettare il treno a quell’ora, in quella stazioncina che pareva nata in aperta campagna come un fungo primaverile. I binari sparivano nell’una e nell’altra direzione corrosi dal buio della sera, come se in realtà non arrivassero da nessuna parte e per nessuna parte proseguissero. Strinse a sé il bavero del cappotto a ripararsi dai pensieri molesti e da quel grumo di emozioni confuse che aveva preso il posto del cuore non appena aveva lasciato l’appartamento della madre. Avvertì la presenza di qualcuno alle spalle e si volse. A pochi metri da lei c’era una figura esile, immobile, con uno zainetto floscio a penderle inerme da una spalla. L’altoparlante nel frattempo gracchiò qualcosa e di lì a pochi minuti arrivò in ritardo il regionale. Salì, scorrendo in fretta le carrozze per trovare un sedile che non fosse tanto sporco o colorato di graffiti. E appena si accomodò, accanto al finestrino, le si affiancò una ragazza molto giovane. Riconobbe in lei la persona che aveva visto nell’ombra sotto la pensilina.
«Ti dispiace se mi siedo qui?» chiese la giovane volgendosi attorno come temesse chissà quale pericolo. «Così sono più tranquilla». Il berretto di lana le copriva la fronte e un piccolo strass al lobo scoperto dell’orecchio mandò un luccichio che precedette un vago sentore di mughetto. Il giubbotto similpelle era troppo grande per lei e la faceva sembrare ancora più minuta. Seppe che si chiamava Sonia, che abitava in un paese dell’entroterra e che stava studiando senza molto profitto. Le parole si perdevano distratte nel treno vuoto; finanche il capotreno si era dimenticato di passare e, se non fosse stato per il fatto che ogni tanto il convoglio si fermava ubbidiente in qualche abitato, si sarebbe detto che non vi era neppure il conducente. Dopo mezz’ora il regionale arrivò a Collefili. Ci fu silenzio tra loro, poi Sonia si alzò.
«Ti ho raccontato un mucchio di cose» disse voltandosi ancora attorno. «Ma non ti ho detto la cosa più importante: sono una tossica». Sembrava dispiaciuta, come di chi si fosse pentita di non essere stata sincera. La donna la squadrò con aria interrogativa: non capiva il punto. In quel mentre la ragazza tirò fuori dallo zainetto una siringa che subito puntò sotto il mento della donna; lei si ritrasse, irrigidendosi, e non si mosse neppure quando la giovane le sfilò dalle mani la borsa. Sonia scese in un soffio, poco prima che le porte si richiudessero dietro di lei. Mentre il treno ripartì, la donna e la ragazza si guardarono a lungo negli occhi, senza quasi respirare. Fino a quando la carrozza precipitò nel buio della galleria.

10 pensieri su “Il regionale delle 23 e 02

  1. E’ la prima volta ke ti leggo, ma sono sicura ke nn sarà l’ultima…. Mi ha consigliato di farlo mia madre e mi ha fatto davvero un bel regalo…. Un giorno mi piacerebbe diventare brava come te, spero di migliorare anke visitando il tuo fantastico blog ! Vai avanti così, nn cambiare mai…. Sono sicura, anke se nn ti conosco, ke sei una persona speciale…… Ciao e….. buona serata !        


  2. L’avevo letto l’altra sera stavo per commentare ma è andata via la luce lasciandomi l’alone di mistero dentro incalzante come il tuo racconto.
    A presto!

  3. Era da qualche tempo che non passavo… così come dal mio stesso blog… che dirti… che sei bravo lo sai benissimo, che mi piace leggerti è banale… ma è VERO, quindi, perchè non dirtelo? 🙂
    Un saluto!
    Tremori – Mario

  4. se solo dieci fossero le mie anime sarei ben fortunata a possederle tutte e a poterle tenere a bada ma, ahimè, temo siano molte di più…
    e molto poco docili.
    Grazie infinite della visita, ho dato una sbirciata alla tua libreria
    🙂
    sto leggendo i racconti…
    con calma

  5. Il piacere di condividere un viaggio, di rassicurarsi, succede spesso tra donne, come sempre impaurite dalla minaccia maschile, dalla loro forza, violenza, difficilmente gestibile da sole.
    Qui nello sguardo vedo un tradimento. E quando ti tradisce una donna, la sofferenza è doppia.

  6. bravo briciola, questo mi piace di più, scivola piacevolmente dopo qualche incertezza iniziale.
    Simpatica la trovata finale, mi chiedevo, leggendo, quale sarebbe stato questa volta l’epilogo e sei riuscito a sorprendermi.

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