L’Halloween che verrà

Il campanello della porta suonò. Greta si volle convincere che, se l’avesse ignorato, si sarebbe rivelata alla fin fine un’inconsistente illusione. Però il campanello insistette e, dopo un po’, si sentì anche graffiare sul legno come se, sullo zerbino, ci fosse in attesa un gatto. Fu la curiosità che spinse la donna ad alzarsi. Ma quando quella ‘cosa’ le si parò innanzi lei urlò come se le avessero strappato il cuore.«Non si spaventi signora, per cortesia… non si spaventi, per carità… Ma… ma sono poi così davvero orrendo?» domandò l’uomo barcollando.
La donna si era impietrita nel gesto di tapparsi la bocca per non urlare di nuovo. Gli occhi non riuscivano a staccarsi da quel viso consunto, dallo sguardo fisso, dalla pelle rugosa e rinsecchita.
«Mi deve capire. Sono morto da circa sei mesi. Lo so, signora, non devo avere un gran bell’aspetto. Pensi che da vivo dicevano tutti che erano un bell’uomo». Greta in quel momento si riprese e cercò di chiudere di scatto la porta. L’uomo però fu più svelto e frappose un piede che nell’urto contro lo stipite si staccò. La donna questa volta non riuscì neppure a gridare.
«Mi scusi, signora, non volevo… vado in pezzi, me ne rendo conto, ma non è colpa mia».
«COSA VUOLE? COSA VUOLE?» fece la donna non riuscendo a controllare il volume della voce.
«Vede… ero un armeno, mi sono introdotto in Italia clandestinamente, ma ho sempre cercato di vivere in modo onesto. Nessuno però mi ha mai assunto e non sono riuscito a darmi pace per questo, e neppure ora… Le chiedo per tanto di aiutarmi».
«Non vorrà per caso che la assumi io, vero? Conciato così!»
«E perché no? Fra qualche giorno è Halloween e so che per suo figlio darà una festa, proprio qui. Potrei fare una comparsata. Sembrerò in tema, un personaggio ben riuscito. Intratterrò gli amici del suo bambino, vedrà, non avrà da pentirsene. Nel mio paese lavoravo in un circo. Conosco un mucchio di numeri divertenti. Sarà un successone». La donna era senza parole. «Ero una brava persona, glielo assicuro…» insisteva l’uomo facendo roteare un occhio solo mentre l’altro guardava fisso in basso «e non c’è neppure bisogno che mi paghi: non saprei cosa farmene dei soldi. La prego mi dica di sì». La voce si era fatta fioca e lamentosa. Greta si intenerì.
«La festa è per le 15.30» fece la donna che non avrebbe voluto pronunciare quelle parole. «Ma aspetti… aspetti un attimo…» disse ancora, in un sospiro, chiudendo la porta di ingresso. Andò in bagno, tornò. «Tenga».
«Cos’è?…» chiese l’uomo rigirandosi il flacone tra le dita. «Ah… è un deodorante… sì, sì, ho capito. Va bene, ha ragione, lo metterò. Grazie, ci vediamo allora la sera del 31 ottobre… Mi ha reso felice». E se ne andò via. Zoppicando.

4 pensieri su “L’Halloween che verrà

  1. è una festa americana che con noi ha poco a che fare, ma tant’è che anche mio figlio la festeggia e porta a casa la mancia e tante caramelle, biscotti e cioccolata, sta costruendo un carrettino con il suo amico, fano un po’ di coregorafia e qui nel delta con la nebbia sarà una notte davvero da scherzetto o dolcetto…
    molto bello il tuo pezzo chissà se un italiano poi si sarebbe abbassato a fare quel che fa l’armeno? mah?
    abbraccio fregolota

  2. Sei mai stato a Triora, il paese delle streghe? E’ un piccolo borgo Ligure in provincia di Imperia. Un posto suggestivo, dove la notte di Halloween è vissuta da tutti gli abitanti come una ricorrenza tramandata da secoli. L’atmosfera è unica. A me è piaciuta molto, forse perché anch’io sono un po’ streghetta?  TT

  3. oh, anche tu ce l’hai fissa col deodorante :))

    L’odore nella morte è quello che si percepisce di più, oltre al pallore. Per caso sono capitata in un’aula di anatomia…l’odore è terribile. Non sono schizzinosa, ma l’odore…ancora adesso a distanza di anni lo percepisco.

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