Zona di controllo

Lei era strizzata in un tailleur grigioscuro poco comodo per viaggiare, ma molto elegante. Con passo deciso scivolava il trolley facendolo frusciare sulla moquette grigia. Lui invece arrancava con la valigia e lo zaino ingombranti cercando di farsi strada tra i turisti che affollavano l’aeroporto e che sciamavano da una sala all’altra a seconda di quello che l’altoparlante preannunciava.
«Ti giuro, Amore, non so chi sia…» La donna guardava dritta avanti a sé senza dare l’impressione di ascoltare. Il viso era affilato e sembrava tagliare in due l’aria che la circondava. «Sicuramente è qualcuno che mi ha mandato un sms per errore, capita… Non so chi sia questa Laura…» disse ancora lui nel vuoto.
«Se te l’ha mandato per errore, come fa a sapere che sei qui all’aeroporto e che stai partendo?» disse la donna guardandosi attorno per poi fermarsi di colpo e leggere sul tabellone elettronico il numero del gate. L’uomo per poco non le finì addosso.
«È un caso, una coincidenza… non fare così, Topino, non roviniamoci la vacanza…» ma la compagna non gli rispose riprendendo l’andatura in modo sostenuto.
Poi i due si infilarono nella zona di controllo aeroportuale. Passarono il metaldetector sotto lo sguardo attento di un poliziotto in tuta mimetica che teneva al guinzaglio un pastore tedesco. Appena gli si avvicinarono, il cane scattò sulle zampe e cominciò a ringhiare. Il poliziotto richiamò l’animale con un comando secco.
«Non ho droghe, sono pulito agente, non capisco…» fece lui spaventato.
«Sì, sì lo so, non si preoccupi, passi pure. Il cane antidroga è quest’altro qui» disse con un cenno del capo indicando un rottweiler che, al piede, gli stava scodinzolando.
«E allora perché quest’altro mi ringhia contro, scusi?»
«Perché è addestrato a fiutare l’adrenalina, lei probabilmente è ansioso, preoccupato… sta forse mentendo?» chiese il poliziotto con naturalezza.
L’uomo rimase senza parole, mentre la sua compagna lo stava fissando come volesse accecarlo. Lei gli sfilò tra le dita il biglietto aereo e, dirigendosi verso il corridoio di imbarco, sentenziò: «Io proseguo da sola. Quanto a te non ti scomodare neppure a tornare a casa visto che hai già con te la valigia».

7 pensieri su “Zona di controllo

  1. Geniale il cagnolino! Come si dice
    le bugie hanno le gambe corte e lui
    non è riuscito ad andare in vacanza!
    Stupenda la battuta finale.
    Complimenti e saluti a bric.

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