La copywriter

Era contento. Era stato molto titubante se mandarle gli auguri oppure no, ma alla fine aveva seguito il suo istinto. Non la conosceva bene, ma lei, una copywriter influente e autorevole nell’editoria, si era espressa in modo così lusinghiero nei suoi confronti che mantenere i contatti gli sarebbe stato finanche utile. E così, per Pasqua, le aveva mandato una mail, l’unico mezzo utilizzato in passato per ‘parlarsi’. Lo aveva fatto con il proprio indirizzo in chiaro: nome e cognome, in modo che si ricordasse di lui, anche se era passato un bel po’ di tempo. E la copywriter, inaspettatamente, gli rispose subito:

‘Ma dai… ma grazie… tanti cari auguri anche a te’.

Gli era sembrata una risposta cordiale, affabile, spiritosa. Sì, era soddisfatto, voleva dire che il canale era rimasto aperto e che in qualche modo aveva fatto colpo.
Si mise a sbrigare altre cose come la corrispondenza, dato che c’era. Inviò altri auguri personalizzati, agli amici cari e ad alcuni parenti. Avrebbe anche telefonato loro, senza dubbio, ma sapeva che una mail avrebbe fatto pur sempre piacere. Preparò inoltre, per comodità, una lista separata di persone, cui invece inviare degli auguri standard. Erano  tanti, per lo più semplici contatti di blog o di chat, persone mai viste, con le quali però era piacevole intrattenere un minimo di rapporto epistolare.
Più tardi venne a trovarlo Flavio, quel benedetto ragazzo. Non si ricordava di averlo mai visto un solo giorno nella sua vita tranquillo. Si era seduto a occhi bassi sul pouf dello studio, la testa ciondolante, salmodiando i più svariati argomenti senza dimenticarsi di lamentarsi per ognuno di essi: lui lo considerava una compagnia deprimente, ma gli amici, si sa, non si scaricano solo per questo.
Quando finalmente se ne andò era quasi l’ora di pranzo. Gli venne in mente, in un flash, mentre guardava Flavio muovere le labbra, che nel preparare la lista standard, aveva inserito erroneamente anche l’indirizzo della copywriter. Si maledisse per la sua disattenzione. Per fortuna gli auguri erano partiti con il suo nick e lei non l’avrebbe riconosciuto. In caso contrario avrebbe dimostrato sciatteria  e superficialità e sarebbe stato un disastro per la sua immagine. Controllò febbrilmente le risposte. C’era anche quella della copywriter:

‘Ma dai… ma grazie… tanti cari auguri anche a te’.

14 pensieri su “La copywriter

  1. Pensa che una volta ho conosciuto un uomo che mandava gli auguri di San Valentino a una group list appositamente salvata sul suo cellulare per smistare rapidamente messaggi di vero ed eterno amore… 😉

  2. ahahahah molto realistico! alla faccia degli auguri personalizzati, ormai nessuno si sforza più…
    grazie per la tua visita! e complimenti per il blog (frase standard lo so, ma i complimenti son sinceri! :D).

  3. Consuetudine fastidiosa certo. Ma è anche vero che gli auguri che davvero contano non li faresti mai tramite e-mail.
    A volte bisogna un po’ cedere ai formalismi, che la cortesia non è insana. 🙂

  4. stavolta il finale era facile
    ahimè è uno spaccato di realtà
    però si intuiscono faciclmente questi messaggi standard
    senza accenni personali ;P

  5. tiè, ben gli sta…. io odio gli auguri “a lista standard”…. purtroppo sono in molti ad avvalersi di questa modalità in occasione delle ricorrenze, soprattutto via sms…

    Buba

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