Mutazioni

La prima avvisaglia l’ebbe già al mattino quando, sceso per far colazione, si accorse che non era in grado di distinguere il barattolo del sale da quello dello zucchero. Mentre risaliva in soppalco per cercare gli occhiali dimenticati sul comodino si chiese se aveva dormito male. Ma la conferma che qualcosa non andava l’ebbe uscito dal bagno. Sulla sedia, dalla sera prima, erano ammonticchiati camicia, mutande, canottiera e calzetti. Non era da lui lasciare in giro il cambio e se ne rimase a guardare quel disordine come se stesse pensando a chi poter dare la colpa. Si chiese se si sentiva bene, dopo tutto. No, non aveva febbre e il polso era regolare. Stava bene, anzi benissimo. Fece allora attenzione, prima di uscire a che il gatto avesse quanto gli occorreva: i croccantini, l’acqua fresca, la cassettina della sabbia pulita. Verificò che il gas fosse spento e le luci pure, che gli scuri fossero abbassati e la segreteria attaccata. Sembrava tutto a posto e il rumore nella via gli diceva che il paese si era già messo in moto da un pezzo. Si controllò allo specchio del corridoio: era ben pettinato, la barba fatta, la cravatta intonata al vestito buono e anche tutto il resto andava bene. Si sorrise soddisfatto. Chiuse la porta dietro di sé accorgendosi un attimo dopo che aveva dimenticato la sua borsa da lavoro. La fedele compagna di tanti anni, piena di documenti, con l’amata penna stilografica, il block notes, la rubrica con gli appuntamenti. Non era mai successo, si disse rientrando. Nello studio la prelevò con affetto: era lì che lo aspettava, come sempre, a lato della poltrona rossa. Pareva dirgli, appoggiata da un lato: ‘Perché mi hai fatto questo?’
Un sole quasi primaverile lo abbracciò per strada. Sembrava volerlo rincuorare di quelle assenze inspiegabili. Si sforzò di trovare buffa quella situazione: ma sì, era solo un po’ di stanchezza e sarebbe passata in fretta. Si infilò in un bar, nel migliore che conosceva, e si concesse un cappuccino con tanta panna e una spruzzata di cacao. Poco dopo varcò il portone dell’ufficio, trionfalmente. Adesso era tranquillo e avrebbe affrontato la giornata con la solita serenità e determinazione.
«Dottore, che ci fa lei qui?» gli domandò il custode vedendolo arrivare. «È il suo primo giorno di pensionamento e già viene in ufficio per prendere in giro i suoi colleghi?»

14 pensieri su “Mutazioni

  1. o mio dio !!!devo confessare che ieri sera prima di addormentarmi il pensiero che sto invecchiando mi ha attraversato il cervello ormai spento per il sonno … però un rischio non lo corro, non andrò in pensione a meno che non ci sia una pensione per i disoccupati cronici !!!!

    ogni tanto ritorno e passo a lasciare un salutino

    billa

  2. Mi ha sempre spaventata, l’idea della vecchiaia. Ma ho cominciato che avevo sei anni e il terrore che cambiare la voce e sentirla diventare più greve fosse un primo segno di una irrimediabile crescita. Mi spaventava, mi riempiva di preventiva nostalgia. Sindrome di Peter Pan? Eppure ho imparato solo “da grande” a volare. E quando mi hanno scaraventata giù, mi son convinta (e di certo sbagliavo) che la maledizione fosse nella mia età. Poi si è alzata una brezza in novembre, e io insieme alle foglie, ho ricominciato a turbinare, a danzare, a ridere e ridere. E mi sono accorta, con la maturità, che a volte c’è una nuova adolescenza che aspetta. Magari seduta dietro l’angolo su una panchina o semplicemente nel suono lieve di un’emozione nel cuore che gli altri non sanno. Quando andrò in pensione piangerò, lo so; poi forse mi rimetterò in ordine gli album e inventerò un altro ballo da imparare insieme al tango. Spero d’essere impegnata a sognare ancora, quando verrà sera.

  3. la mia esperienza di pensionata è positiva, certo è un fatto talmente personale dipendente da tante variabili che non si può fare altre che testimoniare la propria esperienza, però anch’io avevo già il blog! 🙂

  4. già Willa, noi non andremo MAI in pensione, a novant’anni saremo ancora lì con la valigetta sulla strada dell’ufficio sigh! Briciola, bello ricordare i vecchietti con la pensione di una volta 🙂

  5. :)))))))))))))))))))))))))))

    Ecco quello che a me non potrà MAI succedere !!!!!!!!! 🙂

    (il gatto in casa con le tapparelle abbassate ???? ummmmmm !!!!)

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