Si rigirava tra le dita il telegramma. Come se le parole potessero ricomporsi in un altro significato. Ma dicevano sempre la stessa cosa: Suo padre deceduto l’altro ieri Stop, funerali ore 11 questa mattina Pieve Collerienzi Stop Curatore Favalli.
Già, suo padre. Anche se fosse morto nella sua stessa città non avrebbe fatto in tempo ad andare al funerale. Ma anche se avesse fatto in tempo non ci sarebbe andato. L’immagine di lui si era sbiadita come una fotografia dimenticata al sole. Poche gocce di sangue raggrumato sul fondo di una provetta, una manciata di foglie infilate in una giacca dismessa. Da quando quel giorno aveva sbattuto la porta dietro di sé non se l’era portato via neppure nel cuore. E viceversa, pensò. Chissà cosa mai ero per lui, si chiese. Appallottolò il telegramma senza avere il coraggio di buttarlo. Per tutto il giorno fu di cattivo umore. Guardava sempre l’orologio, come se dovesse uscire o avesse un appuntamento da rispettare. Questo fino a tarda sera quando, dal fondo degli incubi, salirono a galla i ricordi. Ma non di quanto avesse sofferto in quella casa. Solo ricordi buoni. Le risate, la voce profonda del padre, le mani calde e larghe, quel sorriso di cui trovava ancora traccia allo specchio. Trascorsero i giorni. In un pomeriggio caldissimo di due settimane dopo arrivò un pacco. Erano quadri a olio 40 x 50. Quadri del padre. Avrebbe voluto che li tenesse lei, c’era scritto nel foglio del curatore testamentario. Pensava già a chi regalarli. Uno raffigurava un contadino che faceva il fieno. In un altro c’era un tramonto. Un altro ancora raffigurava un vaso di fiori. Ne appoggiò uno alla parete, quello del contadino. Si mise a guardarlo come aspettasse delle risposte. C’era davvero qualcosa del padre in quelle sferzate di pennello, in quella luce emaciata, nelle ombre sghembe senza pace. Si alzò di scatto dalla sedia. Avrebbe voluto in un impeto gettare tutto dalla finestra. Compresa la sua esistenza prosciugata di quell’amore che gli sarebbe spettato. Il tavolo scosse la tela che ricadde all’ingiù a mostrare il retro. C’era la grafia malferma del padre e questa frase: Questo è il mondo di mio figlio Luca. Un giorno capirà quanto io l’abbia amato.
Briciolanellatte Weblog
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🙂 5 anni dopo…
“salirono a galla i ricordi,solo i ricordi buoni”Cosi’ accade quando si spezza un legame, lo vogliamo o no ,importante. Solo “ricordi buoni” per conservare quel legame almeno nel nostro cuore.Nello specchio, tracce del nosro passato,incise nei nostri tratti.Bella pagina la tua.
Penelope
Le cose dette troppo tardi hanno già creato molto dolore ma meglio tardi che mai. Il dolore si può trasformare.
Beh, non c’è niente da aggiungere … é un racconto stupendo, di quelli che davvero ti tirano fuori tutte le lacrime.
GRAZIE.
La rabbia non è mai costruttiva, essa distorce anche anche le cose più chiare. Weeeeeeee Briciola racconto superbo ^.^
PS: hai pubblicato altre raccolte dei tuoi racconti? Se sì, come comprarle?
Grazie
mi hai commosso. E fatto riflettere, come mille altre volte….
Grazie dal prondo del cuore
se la vita fosse giusta potremmo vivere le nostre vite all’incontrario, nascendo da vecchi e morendo da fanciulli.
Forse ci da più l’amore taciuto….ma perchè siamo così duri nella vita e avari di carezze? Di che cosa abbiamo paura? Anche mio padre mi amava…ma una riigida educazione gli impediva di arrendersi a questo amore…..e anch’io di rimbalzo….ora nei sogni gli offro dei fiori….ninfee che riposano su un lago di lacrime
ciao
ci danniamo sempre dentro le nostri fedi con così tanta tenacia e poi… è sempre la vita stessa a scegliere!
@ Nuvolavola E perché mai dovresti scusarti? Della tua capacità di introspezione? ,-)
… da lacrime…
c’è tanto silenzioso e mai sopito dolore, e forse qualche rimpianto in queste parole.. non so, scusa, sono appena arrivata..
Colpita.
E affondata.
..è che quando la vita ci attraversa e noi attraversiamo la vita non riusciamo a coglierne il senso….noi e quelli intorno a noi..e ci impegniamo tutti a renderla insopportabile,a fare i duri,a fingere che non provare amore e non esprimerlo mai sia da gente forte,audace,imperturbabile..tutto per dimostare che non abbiamo bisogno di avere e che non siamo tenuti a dare….il tempo passa e i legami si spezzano..lasciando comunque e sempre un filo invisibile che si evidenzia ai nostri occhi quasi sempre troppo tardi….siamo spesso così stupidi!!!!!un bacio,rob
..grazie…
crei dei mostri .
E una piccola lacrima scende giù, mentre leggo il racconto di oggi e poi ne vado a cercare un altro, a caso, e mi ritrovo a leggere quello del 12/1/07 ed allora un’altra lacrima si affretta a seguire la precedente e poi un’altra ed un’altra ancora fino a diventare in 10, cento o più lacrime . E sembra una gara a chi arrivi prima giù, tra il viso ed il collo a da lì poi perdersi tutte in mille rivoli sottilissimi. Non so se siano stati i tuoi racconti o è questo caldo che si attacca all’anima o forse è solo un giorno che non va.
In ogni caso, grazie.