Prove di volo

 

Umberto stava considerando, tra le zolle dell’orto davanti a casa, quanto gli fosse divenuto penoso lavorare la terra. Anche se i cavolfiori promettevano bene e i pomodori erano già alti aveva più voglia di buttare la zappa che di impugnarla. Ed era lì lì per mettersi al lavoro quando udì un fischio insistente arrivare da lontano. Per un attimo gli tornarono in mente le bombe che gli cadevano sulla testa durante la guerra in Albania. Ma ora non gli pareva possibile. E non aveva ancora messo a fuoco il problema che, con violenza, piovve sui cavolfiori qualcosa che rimbalzò davanti a lui tre o quattro volte: era un bambino, in pigiama e a piedi nudi. Con la sollecitudine che le gambe gli permettevano andò a soccorrerlo.
«Ti sei fatto male?» gli chiese preoccupato. Il bambino si toccava la schiena scuotendo la testa come se si volesse svegliare da un brutto sogno.
«No, no… credo di no».
«Da dove arrivi? Hai fatto un volo incredibile» fece il vecchio guardando il cielo sgombro finanche dalle nuvole.
«Io gliel’ho detto a quelli là che non sono adatto al volo… soffro di vertigini, di mal d’aria e persino d’asma… ho chiesto che mi dessero un servizio a terra, ma niente, non ci sentono: dicono che sono troppo buono per mandarmi altrove».
«Ti sei sporcato» osservò l’anziano che sembrava non aver sentito una parola e con cura gli levò la terra di dosso. «E queste cosa sono?» fece toccando le spalle del bambino che nel frattempo si era rialzato.
«Ali, nonno, si chiamano, ali… me le hanno appena attaccate, con scarso successo come vedi; senti… che ne dici se per un po’ io stessi da te? Potrei fare qualche esercizio di volo qui attorno, sono stanco di fare brutte figure… poi tornerei lassù».
«Tu… abitare con me? Non credo sia una buona idea…»
«Mi faresti proprio un favore…» insistette il bambino.
«Un momento!» sbottò lui puntandogli un indice un po’ storto «non è che hai organizzato tutta questa messinscena per tentare di redimermi… perché io ?»
Il bambino sorrise. «E se anche fosse?»
«Non te lo consiglio: sono un soggetto poco raccomandabile, un tipaccio bilioso e antipatico, chiedilo pure a chiunque qui in giro».
«Un tipaccio?»
«Sì, non vado mai in chiesa, bestemmio in continuazione e quando ero ragazzo sputavo pure nell’acquasantiera…»
«Beh, per sputare nell’acquasantiera, in chiesa ci dovevi pur entrare però…» Il vecchio si ammutolì. «Inoltre» seguitò il bambino «uno che aiuta un angelo a rialzarsi, non può essere così tanto male…» disse prendendolo per mano.
«Trovi? Davvero?» domandò incuriosito il vecchio facendosi condurre arrendevole verso casa.
L’angelo annuì e, guardandolo crucciato, gli chiese: «Tu ce l’hai Sky, vero?»

13 pensieri su “Prove di volo

  1. Ti h orubato un bannerino è stata dura la sceta perchè tutti carini carini.
    Chi trova un amichetto come te trova un tesorone:-)

    Ciao

    ps appena riesco ti leggo volentieri mi piace un sacco stare qui da te

  2. Ogni volta che ti raccolgo col cucchiaio
    ti assaporo voluttuosamente.
    Ma è un attimo!
    Per fortuna, ne trovo sempre un’altra nella tazza.
    Briciola, sei grande! (E perdona l’ossimoro).

Lasciami un tuo pensiero