Un mondo fatto a scale

 

Il Direttore generale uscì dalla sua stanza sbattendo volutamente e con forza la porta. Nella vicina Segreteria oscillarono i monitor, mentre i pesanti archivi in metallo si misero a vibrare. Il Segretario Capo si lanciò con un solo balzo dalla sua poltrona alla porta a vetri in uscita dall’ufficio tenendola ostentatamente aperta:
«Commendatore… abbia una splendida giornata… grazie per essere stato tra noi…» gorgogliò con un inchino genuflesso che gli fece scivolare la montatura tartarugata fin sopra la gobba del naso.
«Buona giornata!!!» fece eco all’unisono tutta la Segreteria, schierata silenziosa in corridoio in rigoroso ordine di anzianità, con un largo sorriso sulle labbra. Il Commendatore alzò distrattamente la mano sinistra a mo’ di saluto e, senza voltarsi, se ne andò.
Dopo circa un quarto d’ora il Vicedirettore Generale chiuse il suo studio sbattendo volutamente la porta, ma con meno entusiasmo del Direttore Generale. Tintinnarono alcuni vasi da fiori che abbellivano i tavoli secondo le richieste dell’Illustrissimo Commendatore e forse una tenda ondeggiò per qualche istante. Il Capo si affacciò dalla Segreteria facendo un rapido cenno di inchino e salutando con compostezza; il personale tutto, dietro a lui, ripeté in piedi qualcosa, a bassa voce, che non si capì. Il Vicedirettore che aspettò vanamente che qualcuno gli aprisse la porta a vetri, ricambiò.
Pochi attimi dopo, anche il Sottovicedirettore sbatté la porta della sua stanza con un rumore sordo, ma dimesso. Un paio di biro nel portapenne sul tavolo del Segretario Capo ronzarono distrattamente. Il Segretario fece i suoi saluti senza lasciare il proprio posto, imitato in questo dalle collaboratrici più anziane che pronunciarono forse un ‘a lunedì, mentre le dattilografe si astennero continuando a lavorare. Il Sottovice ringraziò sostando un poco nel corridoio e, con il viso in direzione della Segreteria, si accomiatò a voce alta e sonora augurando a tutti un sereno e tranquillo fine settimana.
Dopo circa mezz’ora, nella stessa Segreteria, la trimestrale chiuse delicatamente il cassetto della scrivania della dattilografa più giovane da dove aveva prelevato, restando in apnea, un elastico per l’incartamento che stava preparando. La dattilografa si fece paonazza in viso e, alzandosi furibonda in piedi, le urlò:
«Basta! È l’ora di finirla con tutto questo chiasso! Dove credi di essere? Al circo?»

24 pensieri su “Un mondo fatto a scale

  1. Ho sbirciato qua e là ma lo farò con più calma. E così piena stà tazza di latte che a scovare la briciola ci metterò un annetto 😀 NIKKA
    Non male il primo impatto era giusto tiepido (il latte ovvio 🙂 ) NIKKA

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