Ma sì, parliamone

piattiLa moglie stava lavando i piatti nel lavello pieno d’acqua sporca. Uscivano disordinati dalla schiuma la spugna e le posate come relitti di un naufragio senza vittime. Ogni tanto rimestava al suo interno, pescando qualcosa che sciacquava distrattamente sotto il getto dell’acqua calda. Erano passati trent’anni di matrimonio, ma la scena era rimasta sempre la stessa.
«…E ovviamente ora te ne andrai a vedere la televisione e mi lascerai qui a finire di sparecchiare…» mormorò tra le labbra lei.
Lui, che stava rigovernando alle sue spalle, prese il panetto del burro e il formaggio, aprì la portiera del frigo e li ripose:
«Se riuscissi a capire cosa dici…» sussurrò a sua volta lui «sarei un re… ogni giorno che passa abbassi sempre più il tono della voce. Sembra che tu lo faccia apposta».
«Sì, sì» fece la moglie di rimando che lo aveva sentito brontolare «è inutile che sputi sentenze; parlare a mezza bocca per non farti capire non ti servirà a niente, tanto ti conosco bene…»
Lui fece il giro della tavola, ripose i tovaglioli nei portatovaglioli con il rispettivo nome e quindi ripiegò la tovaglia nell’apposito cassetto non prima di aver fatto scrollare le briciole in terrazza:
«Quante volte ti avrò detto che mi dà fastidio che tu parli da sola, sembra che io non ci sia… mi sembri matta, ecco, che viziaccio che hai sempre avuto! La verità è che devi parlare, parlare… sarai innamorata della tua voce».
«E mai una volta che togliessi di tua iniziativa le griglie della stufa» fece lei di rimando «ah ma sono arcistufa sai? Non hai considerazione per me che ti lavo, ti stiro e ti faccio da serva…»
Lui si era soffermato a leggere i titoli del giornale di cui si stava pregustando la lettura. Ma c’erano ancora alcune cose che avrebbe dovuto fare prima di sedersi accanto la moglie. ‘Parla, parla’ pensò ancora tra sé e sé rivolto alla moglie, ‘chissà che ti racconti!’ Prese la scopa e ramazzò per terra raccogliendo anche la cenere sbuffata dal caminetto. Impilò le cassette della legna separando quelle vuote che avrebbe poi portato nella legnaia per riempirle. Andò verso la stufa a gas e tolse le griglie attorno ai fuochi perché lei la potesse pulire. «Un giorno o l’altro mi aspetto che tu ti metta a litigare con te stessa. Sarà divertente!»
La moglie non rispose anche perché la chiusura degli sportelli dei mobiletti aveva sovrastato ogni cosa. Quindi lei si girò verso il marito che nel frattempo si era finalmente seduto. Fece il gesto di chi beve un caffè guardandolo in cerca di assenso. Lui intercettò l’occhiata e la usuale mimica da sopra il giornale aperto: alzò un pollice e sorridendo diede l’ok.

20 pensieri su “Ma sì, parliamone

  1. Certo che se alla donna è venuto il vizio di parlare da sola…potrebbe passargli se il marito la interrompesse con i suoi discorsi, specie se ha tanti argomenti… come si nota…

  2. bellissimo..così è..così ci piace che sia…lo hanno già detto glia altri ma io mi associo…questa è una coppia serena…tanto più che lui ha anche sparecchiato e spazzato..non è mica poco!!!

  3. Tenerissimo ritratto di una coppia collaudata, complice e amorosa.
    Mi dispiace che tanti di voi non comprendano ciò che è scritto (e poi nemmeno tanto) fra le righe.
    Coppia vuol dire due individui senza competizioni e con grande complicità. Che si amano per cui il bene reciproco e della coppia è lo scopo dell’esistenza.

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