Il tuffo del remo nell’acqua era sincrono, morbido come la voce della voga. Le pale sfioravano veloci la superficie del mare per poi immergersi con la stessa inclinazione e il minimo di schiuma aprendosi nell’acqua per la poderosa vogata. La grossa barca scivolava leggera sulla superficie con l’andatura un po’ spavalda di chi sa di essere assistito dalla buona fortuna. La spiaggia più esclusiva della zona era a quell’ora gremita di gente, ma immersa nel più assoluto silenzio. Alcuni avevano smesso di prendere il sole e si erano tirati a sedere sugli asciugamani colorati, altri erano rimasti immobili in piedi a osservare la scena. La scialuppa sembrava irreale nel riverbero del mare luccicante, così come irriconoscibile era il profilo scuro della nave rimasta alla fonda. Con un colpo sordo, s’incagliò sulla battigia e subito un uomo dagli strani vestiti e dal cappello largo smontò con un salto. Fece solo tre passi nella sabbia molle e quindi s’inginocchiò a baciarla. Piantò con foga lo stendardo. Dietro di lui i sei marinai dalle grosse armature di metallo e dai cimieri finemente lavorati si gettarono anche loro rumorosamente a terra tenendo ben salda l’elsa tornita sulla fronte. Gli occhi erano chiusi, presi dalla solennità del momento.
«Non avendo incontrato opposizione…» recitò a voce alta l’uomo dello stendardo «…Noi, Guillermo Gonzales Montoya y Fuentes, Ammiraglio di tutti gli Oceani, Gran Commodoro delle Isole del Sole, in nome delle Loro Maestà Serenissime Clarabella di Campiglia e Pierarmando da Ramona, prendiamo possesso di questa isola cui daremo il nome di San Redentor». Pronunciate solennemente queste parole, si fece il segno della croce subito imitato dagli uomini della scorta, quindi si alzò in piedi:
«Attendente!»
«Comandi, Ammiraglio!» fece un soldato scattando in avanti. L’Ammiraglio guardò la gente davanti a sé in costume da bagno, osservò gli ombrelloni, i lettini, le cabine.
«Gli indigeni non sembrano avere l’aria bellicosa» disse con un mezzo sorriso «deve essere povera gente a giudicare dai vestiti e dalle loro capanne. Prenda le collanine che abbiamo portato e cerchi di fraternizzare con loro. Ma faccia molta attenzione».
ciaop
magari erano le stesse perline che portammo noi qualche secolo fa?
Dunque, dopo lo sbarco dei conquistatori, gli indigeni di solito finiscono sterminati.
Mi sa che questa volta faccio il tifo per Guillermo Gonzales & c.
Soprattutto se è approdato ai bagni di Briatore e Brosio.
🙂 grazie della visita, bellissimo blog, tornerò a leggerti!
kibi
@ appleg: nessun problema… è che ne hai proprio bisogno. ,-)
grande briciola………… ciao buonissima giornata
E’ la dura e triste realtà
grazie per la lezione di francese!!!ehehhe:)
gx
passo per lasciarti un abbraccio
Monica
Le vere storie non finiscono si interrompono…
La fine è solo consolatoria….
ciao!
Anneche non so se è un dato positivo se è al punteggio del test che alludi! 🙂
mi piaceeeeeeeeeee
Grrr Smilla mi ha battuta!!!
Briciola sa scrivere veramente di tutto…
il pandoro pucciato nel latte è molliccio…e le briciole devono pungere! :/
bradipina mia 😉
dai dai dai voglio sapere come continua……….
Io ho sempre briciole nel latte…. ultimamente ho i resti del pandoro…hehehehehe adoro il pandoro pucciato nel latte ^_^
Bradipina
da altri punti di vista..bello (tempo fa ho visto un cortometraggio simile..se recupero il titolo te lo faccio sapere..magari lo conosci..)
ciao
«Gli indigeni non sembrano avere l’aria bellicosa» disse con un mezzo sorriso «deve essere povera gente a giudicare dai vestiti e dalle loro capanne. Prenda le collanine che abbiamo portato e cerchi di fraternizzare con loro. Ma faccia molta attenzione».
Questa considerazione per me è la nuova scoperta.
Mai che mi cada una briciola nel latte! Mica sono matta IO, mica ci tuffo dentro biscotti o brioscine per poi contaminare la mia tazza! Il peggio è il pelo nel latte: a meno di riconoscibilissime ondulazioni della fibra scura, la natura resta sempre ignota e la commestibilità a quel punto è del tutto compromessa…
quì c’è gente molto sfortunata… :/
ma ai tempi… non ci si dava del “voi”?
ma…. benito cereno… melville… ma stai facendo il corso con me?
…. uff non sarò mai una blog star… sono 17esima.. come il mio numero di registro quando andavo a scuola… ummbhaa è utile saperlo? anche no? ci posso mettere anche i kornflakesfintostoadietaemangiosololatteperòprendoquellialcioccolato?
entrata in pieno nello spirito dell’azione! (sto leggendo benito cereno, non hai nulla da invidiare a melville 🙂
ma tu pubbblichi anche la continuazione delle tue storie???sarei curiosa di sapere come prosegue
Fantastico! Cosa succederà ora?