Un panino al bar

Stava mangiando un panino nell’angolo più tranquillo del bar. Non aveva avuto voglia di pranzare da solo, né aveva desiderato sporcar piatti. Si era pregustato sin dal giorno precedente la gioia di trascorrere il suo giorno libero con la famiglia. Per poi scoprire che moglie e figlia avevano equivocato, sicché la giornata sarebbe stata da loro trascorsa in una di quelle interminabili sessioni dal parrucchiere, da cui sarebbero uscite irriconoscibili, per poi dirigersi chi a un conferenza e chi dall’amica. ‘Ma non avevi detto che eri impegnato con il lavoro?’ ‘No, non l’avevo detto… anzi…’
Aveva così scelto un panino con la coppa, almeno a giudicare dal sapore, anche se una salsa verdina non meglio definita debordante dai lati (a base di carciofini?) gli stava guastando l’insieme. Poi ad un certo punto, alle spalle gli giunse il parlottio veloce di due ragazze. Una non voleva mangiar salumi perché era a dieta, l’altra si stava spazientendo.
«C’è una insalateria qui vicino, in piazzetta di Lughi» disse l’uomo meravigliandosi di essersi intromesso nel discorso tra due diciassettenni o poco più. La ragazza vegetariana era mora con gli occhi morbidi da gattino innamorato; la sua carnagione scura metteva ancora più in risalto il sorriso che gli si infilò sottopelle come uno spino di rosa selvatica. L’amica, alla notizia, alzò le spalle e sbuffò.
«Insalateria?!?» chiese la mora facendo tintinnare la bigiotteria al polso.
«Sì, una specie di bar ristoro dove però preparano tutti i tipi di insalate, anche giganti».
«Hai sentito, Claudia? Non è fantastico?» e, prima ancora che l’amica rispondesse, la mora rituffò i suoi occhi in quelli dell’uomo maturo come se volesse entrargli dentro passando dagli occhi. L’uomo si sentì turbato dimentico che la salsa gli stava colando dentro al polsino.
«Almeno avverti Mara!» la richiamò alla realtà l’amica «… così quando esce dall’albergo ci aspetta direttamente a ‘sta cosa dell’insalata».
La ragazza mora telefonò da un cellulare minuscolo che cavò dalla tasca di uno zaino griffato ancora più minuscolo. Spiegò a Mara l’idea dell’insalata incontrando non poca resistenza. «Ti dico che si mangia bene, Mara» insisteva la mora facendo prendere alla voce un registro più dolce. «Si mangia bene e si spende poco…» A quell’accenno sagace sull’aspetto economico, sicura che fosse l’argomento vincente, lei sorrise cercando un’occhiata d’intesa con l’uomo che ancora la stava osservando. «Ma sì… ti dico che possiamo fidarci… è pulito… è economico ed è vicino, ce l’ha anche appena detto un vecchio… uno qui del posto…»

5 pensieri su “Un panino al bar

  1. ahhaah credeva di aver fatto colpo, l’irriducibile!
    ma pure fosse stato il meglio figo del bigonzo, non avrei nemmeno io rimorchaito uno che mangia il panino con la coppa ———–

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