Pensieri notturni

La donna si rigirava nel letto senza pace facendo cigolare la vecchia struttura di legno.
«Si può sapere cosa c’è?» le disse sbuffando nel buio il marito. «Non riesci a dormire?»
«Non ti inquietare caro… ma…»
«Ma?!?»
«Lo sento piangere, Umberto».
«Non è possibile… tutte le sere la stessa storia».
«Ti dico che lo sento, ho l’orecchio fino io, mica come te che oramai sei mezzo sordo».
«Non c’è nessun bambino nel bidone della spazzatura, te lo assicuro».
«Tu come fai a saperlo?!? Ti dico invece che c’è».
«Perché sono giorni, settimane, che a quest’ora te ne esci con ‘sta storia e poi mi tocca scendere in pigiama».
«Questa volta è diverso… sicuramente c’è, Umberto!»
«No che non c’è!» La voce del marito si era fatta stizzita. Le ultime parole gli erano uscite dalla bocca senza neppure schiudere le labbra. Poi aggiunse: «adesso che siamo in pensione e che finalmente possiamo goderci la vita, ti fai venire questa fissa del bambino. Io non ne posso più. Fuori è notte, Clara, fa freddo… e… e io non scendo».
Nella camera si fece silenzio. L’autobus del 16 passò veloce senza fermarsi, segno che a quell’ora non c’era più nessuno nella via.
«E se vi fosse, Ubi? E se questa volta il bambino ci fosse, davvero? Con tutto quello che si sente in tv. Fra un po’ arriverà la nettezza urbana e con il tritarifiuti lo maciullerà… puoi dormire con questo pensiero?»
«Va bene, va bene! Hai vinto Clara» sbottò lui disperato. Cercò con i piedi le pantofole, si mise la vestaglia pesante e uscì dalla stanza.
«Sbatti bene il coperchio del bidone» gli urlò lei dietro «così da qui capisco che ci hai guardato».
«Allora, c’era nulla nel bidone?» chiese ansiosa. La donna si guardò in giro nella stanza meravigliandosi che fosse già chiaro. L’insonnia le aveva giocato un brutto tiro: si era riaddormentata prima ancora che il marito tornasse.
«Allora, Ubi, c’era nulla nel bidone?» ripeté la donna girandosi dalla parte di lui. Ma accanto c’era un bambino di pochi mesi. Ridacchiava e faceva i suoi versi divertito, succhiandosi un calzetto azzurro. «Ubi… qui c’è un bambino…» fece incredula. «Ubi? Ubi?!? Dove sei, Umberto, Umbertoooo?!?»

31 pensieri su “Pensieri notturni

  1. E’ un sogno!!! Il bambino piangeva durante la notte e la mamma anche se lo sentiva era talmente stanca che non riusciva a svegliarsi così è partito il sogno…. Meno male che c’era il papà!

    Bellissimo complimenti ti leggerò piu’ spesso.

  2. ho sofferto tanto per le tue vacanze sulla neve …per fortuna sei ancora qui . sempre piu’ TU . un abbraccio

  3. Al mio paese è successo che abbiano chiamato la polizia per un bambino che piangeva in un cassonetto della Caritas, di quelli per i vestiti usati. Poi si è scoperto che qualche furbo aveva buttato via il Cicciobello!

  4. condizionata dal tuo racconto. sono appena tornata a casa. due tipi loschi fermano la loro alfa scassata davanti al cassonetto della mia strada e ci buttano dentro una sacca sportiva.
    ho aspettato che se ne andassero e poi ho aperto il cassonetto per sentire se c’era qualcuno che piangeva.
    fuori di testa!!!!
    fenix

  5. Sono a Londra da agosto, con una nostalgia incontenibile e come facevo tre anni fa in Francia continuo a leggerti, avida dei momenti bellissimi di pace e meraviglia che doni…
    Sei bravissimo, un abbraccio
    Lilla

  6. Ascolta, uomo o donna che tu sia, ascolta: volare sulle ali delle tue penne è inverosimilmente bello, delicatamente trascinante, riesce a schiodare dai peggiori pensieri della giornata, dagli impegni che proprio prorio non dovresti rimandare, eppure… ancora una riga, solo più una! Sono sempre “Dio ti benedica”: inabituata ai blog (è un mondo nel quale non saprei come girare, almeno ora), posso al massimo lasciarti un’e-mail. DTB, dunque! (als23@libero.it)

  7. Grazie! Leggere “cose” scritte bene è sempre raro. In più qui sei riuscito ad aggiungere alla ordinarietà quotidiana un soffio di straordinarietà, di quella che nel quotidiano davvero si potrebbe incarnare… e con un tocco di penna leggero -ed un po’ sadico- ma straordinariamente e gentilmente intrigante, sei riuscito a lasciare la porta aperta al giallo… Complimenti! …Dio ti benedica! (suonerà molto strano ed un po’ pretale, ma è l’augurio che il mio cuore fa a tutte le persone a cui vuole bene ed a coloro verso i quali prova un senso di gratitudine. Dio ti benedica, allora, e benedica la tua arte. Accettalo, se puoi…)

  8. PUR ESSENDO VECCHIA QUELLA DONNA AVEVA UN FORTISSIMO ISTINTO MATERNO ED ERA ANCHE MOLTO IMPRESSIONABILE….CON TUTTO QUELLO CHE SI DICE IN TV, VINE PROPRIO VOGLIA DI ALZARSI PRIMA DELL’ARRIVO DELLA NETTEZZA URBANA PER VEDERE SE DENTRO AI BIDONI, PER CASO NON CI SIA VERAMENTE UN BAMBINO. POTREBBE ANCHE ESSERE CHE LA SIGNORA IN QUESTIONE ERA UNA GIOVANE DONNA CHE ADDORMENTATASI AVEVA SOGNATO LA SUA VECCHIAIA…QUALSIASI SIA LA MORALE DELLA STORIA, TROVO CHE HAI PARECCHIA FANTASIA OLTRE AL FATTO CHE SCRIVI BENE.

  9. Ubi è “rimabambito”!
    Uè, cmq bella storia, lettura piacevole!

    La rappresentazione teatrale di ieri non è stata affatto male.
    Però una signora seduta dietro di me si è addormentata.
    De gustibus…

  10. per caso erano aperti i tabacchini a quell’ora? 😐
    in tal caso la sparizione avrebbe una logica… 😉
    ma potrebbe essere finito lui nel cassonetto della nettezza urbana… :0
    o magari è tornato bambino per accontentare la moglie e non doversi più alzare la notte… :/
    …eventi strani della vita.

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