Due scarpe piene di pioggia

Guardava il semaforo aspettando che la luce diventasse verde. Considerava quanto fosse anonima quella parte della città e quanto poco rassomigliasse ai caldi quartieri del centro. Poteva essere un posto qualunque quello: lo stradone grigio e sproporzionato, i casermoni tristi, indistinguibili nella loro banale uniformità. Poi la fila di macchine si arrestò ordinata alla sua sinistra, con quel fare un po’ impaziente dei tergicristalli in funzione, come tante code di strani animali dalle zampe di gomma. Il verde che scattò fece contatto con il cielo antracite; subito scaricò a terra furioso una pioggia violenta che rimbalzava fino a metà coscia. Il ragazzo aveva fatto appena il primo passo che una ragazza gli prese il braccio stringendosi a lui per restare sotto l’ombrello.
«Mi hai salvato la vita» disse lei sorridente con i capelli bagnati appiccicati al volto «mi sono appena comprata le scarpe e ho portato quelle vecchie a risuolare». Il suo viso ricordava una madonna del Botticelli; parlava come una vecchia amica, con una voce canterina e gaia. Continuò a chiacchierare aggrappandosi a lui in modo tale che gli sembrò di aver accanto un angelo che si tenesse ben saldo per non volar via. Gli raccontò, attraversando, di come non capitasse mai da quelle parti, di come per caso un’amica le avesse detto di quel negozio tanto carino che vendeva cose stupende a prezzi bassissimi.
«Io vado di qua, a sinistra» disse lei all’altro marciapiede, accorgendosi un po’ delusa che lui stava tirando dall’altra parte. Il ragazzo non sapeva che dire. «Bene, allora… grazie…» fece ancora senza accennare però a volerlo lasciare andar via.
«Prendi pure l’ombrello» disse allora lui con un filo di voce «tanto sono arrivato e…»
«Sei davvero un tesoro» fece lei afferrando l’ombrello «te lo restituirò…» In un attimo la vide allontanarsi sotto la pioggia a scroscio mentre già lui si stava chiedendo come avrebbe fatto a tornare a casa all’altro capo della città. «Non ti ho detto neppure come mi chiamo…» le sussurrò dietro. Ma le sue parole si persero sotto il nubifragio.

12 pensieri su “Due scarpe piene di pioggia

  1. Briciola! Ho postato sulle mie scarpe (vecchie) ( fra l’altro ne ho ordinate di nuove!), poi le ho portate a riparare ieri (giuro!!)…pioveva e non avevo l’ombrello. Ho seguito un signore con l’ombrello.
    Ho paura! Sarò rimasta imbrigliata nelle tue storie? Gulp! Magari non me ne sono neanche accorta!
    Vabbè che mi piacciono ma fino a questo punto!

    p.s. Mi hanno sempre dato della botticelliana (in brutto, ovvio, e abbefanata, però…)

  2. Perché non l’hai seguita? Perché non hai dato spazio a quell’attimo di felicità che la vita ti ha offerto?

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